“SONO STATA VIOLENTATA DAL MIO ALLENATORE” - LA 44ENNE EX PLURICAMPIONESSA DI FRANCIA DI PATTINAGGIO, SARAH ABITBOL, ACCUSA IL SUO EX TECNICO GILLES BEYER: “LE VIOLENZE SONO DURATE DAL 1990 AL 1992. FINO A QUEL MOMENTO NESSUN UOMO MI AVEVA MAI TOCCATO” - E LA SUA ACCUSA HA SPINTO ALTRE EX ATLETE A RACCONTARE LA LORO STORIA
Lorenzo Nicolao per www.corriere.it
Il mondo del pattinaggio sul ghiaccio in Francia è al centro di una tempesta che vede ancora una volta ex atleta rompere il silenzio di fronte ad abusi e violenze sessuali subite quando erano in attività. L’ultimo caso, che segue l’onda delle denunce nel mondo dello sport, è stato sollevato da Sarah Abitbol, ora 44enne ed ex pluricampionessa di Francia, con diverse medaglie vinte anche in campo internazionale, come il bronzo ai Mondiali del 2000.
«Sono stata violentata quando aveva 15 anni dal mio allenatore Gilles Beyer. Fino a quel momento nessun uomo mi aveva mai toccato. Gli stupri e le violenze sono durate per un paio di anni, dal 1990 al 1992». La denuncia è stata fatta alle testate L’Equipe e L’Obs, rompendo un lungo silenzio, proprio come sono stati intitolati un video pubblicato per i media e il libro dell’atleta che sta per essere diffuso nelle librerie. «Non posso più tacere. Anche spezzare il silenzio significa servire lo sport».
Come il #MeToo
Gilles Beyer, campione di pattinaggio a sua volta nel 1978, è stato allenatore federale per anni, ma altre atlete si sono schierate con Abitbol. Helen Godard ha accusato Beyer di averla stuprata a 13 anni, mentre Anne Bruneteaux e Béatrice Dumur hanno denunciato altri tecnici, come Michel Lotz e Jean-Roland Racle. Un caso che si estende in tutta la disciplina, con gli allenatori che negano e si rifiutano di rispondere. La Procura di Parigi sta indagando sulle violenze e solo lo stesso Beyer ha detto di essere a disposizione della giustizia.
Lettera aperta
Altri atleti francesi hanno deciso così di firmare una lettera aperta rivolta alla Federazione nazionale, per denunciare un problema di sistema. «Dobbiamo rompere il silenzio, perché tali crimini non devono e non possono essere più commessi». Sono per l’esattezza 54 e fra loro ci sono anche le sciatrici Marie Martinod e Ophelie David, oltre alla star del judo Teddy Riner e la tennista di origini russe Tatiana Golovin.
L’aspetto più criticato della vicenda è il fatto che un allenatore come Beyer, nonostante fosse stato rimosso da incarichi federali dopo le prime segnalazioni di abusi, sia rimasto poi nell’ambiente e in attività come allenatore in modo del tutto indisturbato rispetto alle accuse che gli venivano rivolte. La ministra dello Sport Roxana Maracineanu ha parlato a sostegno degli atleti, ribadendo che ognuno deve essere responsabile, e se necessario imputabile, per le azioni che ha commesso.
Dimissione al vertice federale
Nel ciclone delle accuse è finito così anche il presidente federale per gli sport invernali Didier Gailhauget, che in un primo momento rifiutava di dimettersi, ma poi è stato costretto a fare un passo indietro, a detta sua per pressioni politiche. «Non potevo agire altrimenti. L’ho fatto per evitare ulteriori polemiche, mi dimetto per compiere un gesto saggio, ma senza provare amarezza». L’ex presidente paga soprattutto quella che gli atleti definiscono «l’assenza di vigilanza» dal 2000 fino al 2018, periodo in cui allenatori come Beyer hanno continuato a lavorare indisturbati nonostante le denunce che venivano rivolte da alcune atlete. «Il silenzio è durato anche troppo», ha detto Abitbol. «È giunto il momento che i responsabili paghino il conto».