L’IMAM ABDELBAKI ES SATTY, ORA RICERCATO PER LA STRAGE DI BARCELLONA, PREDICAVA A FAVORE DI UN “ISLAM MODERATO” NELLA MOSCHEA DI RIPOLL. INVECE HA AVUTO UN RUOLO CHIAVE NELLA RADICALIZZAZIONE DEI 12 RAGAZZI MAROCCHINI CHE HANNO COLPITO LA RAMBLA - E NEL SUO PASSATO C'E' DI PEGGIO...
1 - STRAGE DELLA RAMBLA IDEATO IN MAROCCO
Mauro Evangelisti per “il Messaggero”
ATTENTATO A BARCELLONA - ABDELBAKI ES SATTY
Vicino ai resti della casa della cellula terrorista esplosa ad Alcanar c'è una sequela di bombole di gas, decine e decine. «Più di cento, almeno centoventi - ripete il capo dei Mossos, Josep Lluis Trapero - ma il nostro lavoro di ricerca durerà ancora diversi giorni, ne troveremo molte altre. Stavano preparando l'esplosivo usato normalmente dall'Isis. E stavano per usarlo per un attentato imminente, mercoledì stesso e nel giorno successivo: volevano colpire uno o più obiettivi a Barcellona».
GLI OBIETTIVI
ATTENTATO A BARCELLONA - IL GRUPPO DI TERRORISTI
Se non ci fosse stato l'incidente, se un errore non avesse causato l'esplosione in cui hanno trovato la morte tre membri della cellula di terroristi, avrebbero caricato le bombole sui tre furgoni noleggiati. Avrebbero attaccato la Sagrada Familia? Trapero misura le parole ma non lo esclude: «Non posso rispondere, non posso smentirlo. Quando avremo certezze lo comunicheremo all'autorità giudiziaria». Mentre Trapero, ieri, insieme al presidente della Catalogna, Puigdemont, e al ministro dell'Interno Forn, incontra la stampa internazionale, nella zona di Girona, verso il confine con la Francia, è in corso una imponente operazione dei Mossos.
ATTENTATO A BARCELLONA - IL GRUPPO DI TERRORISTI
LA RICERCA
La caccia all'unico terrorista sopravvissuto, Younes Abouyaaqoub, sta puntando su quell'area, la stessa del paese in cui abitava il gruppo, Ripoll. C'è chi dà per imminente la cattura, ma Trapero è più prudente: «Non possiamo escludere che sia già in Francia, ma i controlli alla frontiera sono stati rafforzati da subito». Ieri la motocicletta di Younes, 22 anni, probabilmente alla guida del furgone killer sulla Ramblas, è stata ritrovata vicino alla casa di un altro terrorista, Moussa Oukabir, uno dei cinque uccisi dai Mossos de Esquadra a Cambrils.
Fino ad oggi si è parlato di quattordici vittime dei terroristi, ma sarebbe più corretto parlare di quindici, aggiungendo il nome di Pablo Perez Villan, 34 anni, il cooperante di Villafranca del Penedes, trovato morto, colpito da un coltello, sul sedile posteriore della sua Ford dopo l'attentato della Rambla. I Mossos ancora non confermano, ma le probabilità che sia stato ucciso dal terrorista in fuga per rubargli l'auto è alta. Altro particolare rivelato da Trapero: a Cambrils l'obiettivo dei cinque terroristi non era tanto travolgere i passanti, ma ucciderli usando il coltello.
ATTENTATO BARCELLONA -younes abouyaaqoub
IL QUADRO
Ma quanti sono i ricercati? Perché anche ieri Trapero, così come aveva fatto il giorno prima Joaquin Forn, parla di tre terroristi ricercati? Bisogna comprendere bene le parole del capo dei Mossos: mancano tre terroristi all'appello, ma ci sono ancora tre morti presunti da identificare nell'esplosione di Alcanar.
ATTENTATO A BARCELLONA - OPERAZIONE A CAMBRILS
Il sospetto è che lì siano morti l'imam Abdelbaki Es Satty e Youssef Aallaa, il giovane che viene considerato colui che stava preparando gli esplosivi e che nove mesi fa, insieme a un altro terrorista, Mohamed Hychami, fece un viaggio a Zurigo, che ora viene analizzato dagli investigatori per comprendere i legami internazionali della cellula.
ATTENTATO A BARCELLONA - OPERAZIONE A CAMBRILS
Su questo Trapero è stato molto parco di informazioni: «Sappiamo che membri della cellula hanno viaggiato nel centro Europa e in Marocco, ma stiamo svolgendo verifiche, altro non posso aggiungere». Uno dei filoni dell'inchiesta porta nella città marocchina in cui erano nati il fuggitivo, Younes Abouyaaqoub, e altri componenti della cellula di terroristi: Mrirt. È una cittadina al centro del Marocco dove i giovani terroristi erano andati di recente: uno di loro, Driss Oukabir, era tornato una settimana fa. Il sospetto dell'anti-terrorismo, citato da El Confidential, è che l'attentato sia stato pianificato proprio in Marocco, anche se da sei mesi, secondo i Mossos de Esquadra, il gruppo si riuniva nella casa di Alcanar, esplosa mercoledì.
2 - L'IMAM ERA COINVOLTO NELL'INCHIESTA SU NASSIRIYA
Paola Del Vecchio per “il Messaggero”
Le sue preghiere nella moschea di Ripoll proclamavano un islam moderato. Ma Abdelbaki Es Satty non solo avrebbe avuto un ruolo chiave nella deriva radicale dei dodici giovani marocchini della cellula che ha portato il terrore al cuore di Barcellona. Sulla sua fedina penale c'è solo una precedente condanna per traffico di droga.
Tuttavia, scavando nel recente passato dell'imam emerge una ragnatela che lo collega a personaggi coinvolti in alcuni dei peggiori attentati di matrice islamica: le stragi dell'11 marzo ad Atocha e, un anno prima, nel 2003, l'attacco suicida alla base di Nassiriya, in Iraq, che provocò 19 morti fra i carabinieri 9 nove fra i militari iracheni. Colpisce che, nonostante la trama di relazioni pericolose, l'imam non fosse sotto il radar dell'antiterrorismo.
UN UOMO SOLITARIO
Dal 2015 Es Satty, descritto come un uomo solitario, riservato e di poche parole, era imam della moschea di Ripoll, incarico che aveva abbandonato due mesi fa, dopo aver annunciato alla comunità Annour, una delle due moschee della cittadina di 10mila abitanti, la sua intenzione di ritornare in Marocco, dove l'aspettavano la moglie e i suoi 9 figli. Negli ultimi due anni, il leader religioso si era assentato durante alcuni periodi per viaggiare in Belgio e in Francia. E quegli spostamenti, i contatti avuti all'estero sono ora al centro delle indagini dei Mossos d'Esquadra.
DRISS OUKABIR - ATTENTATO A BARCELLONA
Fonti investigative citate da El Periodico ricordano che Il nome di Abdelbaki Es Satty figurava già nell'operazione Chacal, sciacallo, una delle retate compiute all'indomani degli attentati di Madrid del 2004 contro presunti reclutatori di soldati della jihad, per inviarli alle zone di conflitto. Fu quando i suoi documenti di identità furono ritrovati in casa di Mohamed Mrabet Fhasi, un macellaio di Vilanova i Geltrú (in provincia di Barcellona), condannato in primo grado dall'Audiencia Nacional e poi assolto in appello, per aver arruolato terroristi.
DRISS OUKABIR - ATTENTATO A BARCELLONA
Fra questi, Belil Belgacem, il martire della jihad che, dopo aver raggiunto l'Iraq, si suicidò per compiere la strage contro la base italiana di Nasiryah. Nella sentenza dell'Audiencia Nacional l'alto tribunale competente per i reati di terrorismo poi annullata dal Tribunale Supremo, era ritenuto provato che Mohamed Mrabet Fhasi era parte integrante di una cellula attiva a Santa Coloma de Gramanet - nella cintura urbana di Barcellona - che aiutò il marocchino Mohamed Belhadj, l'uomo che aveva affittato il covo di Leganes, a Madrid, dove si rifugiarono sette membri del commando, che aveva messo a segno gli attentati islamici di Atocha, a fuggire dalla Spagna.
Dopo l'esplosione dell'appartamento di Leganes, in cui morirono i terroristi, Belhadj fuggì da Madrid assieme a un altro marocchino imputato per le stragi, Mohamed Afalah. Passarono da Barcellona, per poi trovare rifugio in Belgio, ad Amberes, in casa di uno dei fratelli di Belhadj. Dal Belgio, il marocchino di 31 anni passò in Siria dove, due anni dopo, fu arrestato ed estradato in Marocco. Processato in Spagna, Belhadj fu condannato a 12 anni per gli attentati di Madrid e, dopo la pena, estradato nuovamente nel paese d'origine, dove starebbe scontando un'ulteriore condanna a 8 anni di carcere.
LA RAGNATELA
Dagli atti processuali emerse una ragnatela di collegamenti, che dalla Catalogna arrivava in Belgio, per estendersi in Siria e all'Iraq in conflitto. Fra i condannati dell'operazione Chacal, anche l'uomo che aveva fornito a Belhadj un passaporto falso per la fuga: Omar Nakhcha, membro di un'altra cellula Tigris, sgominata nel 2005: 32 persone processata dal giudice Baltazar Garzon, accusate di arruolamento e indottrinamento di mujaddin nella penisola iberica da inviare in Iraq, con un troncone con base a Ceuta e l'obiettivo aggiunto del traffico d'armi e di droga nell'enclave spagnola in Marocco.
LA CONDANNA
Nel processo dell'operazione Chacal, sul banco degli imputati figurava anche un cugino dell'imam Abdelbaki Es Satty, che tuttavia fu assolto nelle conclusioni definitive dell'inchiesta. Chi invece venne condannato per traffico di droga è lo stesso imam di Ripoll, uscito dal carcere nel 2012, dopo aver scontato la condanna. E ora accusato di essere il leader spirituale del commando di giovani marocchini che aveva progettato di immolarsi per far saltare in aria la Sagrada Familia a Barcellona, simbolo della cristianità, uccidendo il più alto numero possibile di infedeli. Un disegno solo in parte compiuto, con il sangue delle vittime innocenti sparso sulla Rambla e a Cambrils.
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