scandalo ipa di roma 2

SE POI NON AVRETE LA PENSIONE SAPETE CON CHI PRENDERVELA - L’INCREDIBILE MAGNA MAGNA DELL’IPA DI ROMA, UN ISTITUTO DI PREVIDENZA PUBBLICO SFRUTTATO PER ANNI COME UN BANCOMAT DAI DIPENDENTI - PRESTITI DA 100 MILA EURO A LAVORATORI INDEBITATI FINO AL COLLO, VIAGGI ALL’ESTERO, STIPENDI RADDOPPIATI, 170 ORE DI STRAORDINARIO AL MESE: ADESSO IL ROSSO SEGNA -51 MILIONI E SE GUALTIERI NON LO RIPIANA SALTANO LE PENSIONI INTEGRATIVE DI 23MILA TRA IMPIEGATI, VIGILI E INSEGNANTI DELLE SCUOLE COMUNALI…

1 - PRESTITI DI FAVORE, HOTEL, VIAGGI: LO SCANDALO DELL'IPA DI ROMA

Lorenzo De Cicco per “Il Messaggero

 

scandalo ipa di roma 1

Un istituto di previdenza pubblico sfruttato per anni come un bancomat. Prestiti da 100mila euro concessi a dipendenti comunali indebitati fino al collo, già protestati dalle banche, che poi naturalmente non saldavano le rate; viaggi all'estero per i parenti dei dirigenti; stipendi raddoppiati agli impiegati interni, che sono arrivati ad accumulare fino a 170 ore di straordinario al mese, pagati anche mille euro per mandare una mail.

 

Centinaia di carte riservate, di cui Il Messaggero è in possesso, rivelano come l'Ipa, l'istituto di previdenza e assistenza del Comune di Roma, sia diventato un pozzo senza fondo per foraggiare dipendenti e sindacalisti. Solo che un fondo c'era.

 

Ora il conto è in profondo rosso: -51 milioni di euro. Una voragine finanziaria che ha spinto l'ex commissario dell'ente, Fabio Serini, a scrivere alla Procura di Roma, poco prima di lasciare l'istituto, che «lo stato di insolvenza è altamente probabile», come rivelato ieri.

 

scandalo ipa di roma 4

Risultato: o il Campidoglio rimpingua le casse con 51 milioni, soldi di tutti i contribuenti romani, oppure saltano le pensioni integrative di 23mila tra impiegati, vigili e insegnanti delle scuole comunali.

 

Lo scandalo dei mutui facili distribuiti a pioggia ai dipendenti insolventi, che poi si sono dati alla fuga, spinge le opposizioni a chiedere a Gualtieri una commissione d'inchiesta. Nei documenti interni dell'Ipa, in parte consegnati alla Procura di Roma, c'è di tutto.

 

scandalo ipa di roma 2

A una dipendente già protestata, con quasi 70mila euro di debiti, l'Ipa ha concesso un altro mutuo da 79mila euro perché il figlio «aveva necessità» di andare all'«Hotel Hilton di Sydney». A un'altra impiegata comunale, C. M., sono stati concessi 99mila euro spalmati in 180 rate anche se la donna aveva già 83mila euro di debiti «sia con l'Ipa che con soggetti esterni», scrive il responsabile della pratica.

 

Ma «il prestito risolverebbe molti problemi alla signora». E tanto è bastato: l'Ipa le ha accordato una maxi-rata da 827 euro, anche se l'impiegata aveva uno stipendio di poco più di 1.400 euro.

 

«NESSUNA RATA PAGATA»

Non stupisce allora che nei file sui debitori dell'Ipa, aggiornati al 2021, accanto ai nomi dei dipendenti compaia una sfilza di «nessuna rata pagata», «nessuna rata pagata», «nessuna rata pagata». In alcuni casi i funzionari dell'istituto non sanno nemmeno dire se il debitore sia vivo o morto: «Pagate solo 3 rate su 24. In vita?», scrivono in una cartella excel.

 

roberto gualtieri si affaccia dal campidoglio 1

Centinaia di prestiti sono stati concessi per saldare altri prestiti mai estinti. Mutui su mutui. Con la garanzia (teorica) della trattenuta in busta paga erogata dallo stesso Comune e, in caso di pensione, della liquidazione. Ma, come ha scritto in un esposto, l'ex commissario Serini ha scoperto che «in molti casi si è contravvenuto da parte degli organi (dell'Ipa, ndr) all'attivazione della riscossione del Tfr». E così molti dipendenti si sono «licenziati già all'indomani dell'attivazione del prestito». Prendi i soldi e scappa.

 

Dalle carte segrete dell'Ipa ora emerge «la sparizione di documenti dall'archivio». Così dopo un «probabile furto», è diventato impossibile «ricostruire le pratiche di credito», come ha accertato anche la Polizia. Mancavano le carte perfino nel fascicolo di un ex dirigente, lo stesso che quando era al vertice dell'ente elargiva «la borsa studio a parenti di primo grado, in contraddizione alle norme statutarie». Lui stesso «partecipava ad un soggiorno all'estero, con un rimborso a carico dell’Ipa».

 

BONUS E TRASFERTE

virginia raggi lascia il campidoglio. 4

Il buco milionario nei conti è stato allargato dai bonus «rilevantissimi e immotivati», si legge in alcune carte spedite alla Corte dei Conti, assegnati ai dipendenti interni dell'istituto. In 49 avevano il doppio stipendio: quello del Comune, più quello per le prestazioni extra svolte all'Ipa. C'è chi ha accumulato «161», «168», «171» ore di straordinario al mese.

 

Come se lavorasse 16 ore al giorno, anche se dai cedolini delle buste paga si legge che alcuni dipendenti, come C. C., hanno incassato 800 euro solo per aver mandato, in un giorno, le mail per la «festa della Befana» dei figli degli impiegati.

 

campidoglio

Anche se l'istituto era già zavorrato, come si legge in un esposto del 4 ottobre 2021, sempre firmato dall'ex commissario, all'inizio del 2017 l'Ipa ha tagliato i tassi di interessi a tutti i dipendenti. Compresi «quei soggetti morosi che avrebbero dovuto essere sottoposti alla riscossione coattiva». Invece hanno avuto un regalo.

 

E il conto, salatissimo, arriva ora. Sull'«abusiva concessione di credito agli iscritti» sta indagando la Guardia di Finanza. Serini, nominato da Raggi a maggio 2017 e detestato da molti sindacati perché ha bloccato il bancomat Ipa, è stato appena revocato da Gualtieri. Il sindaco ha scelto al suo posto un avvocato esperto di previdenza, Fabio Borgognoni. Apre una cassaforte piena di guai.

 

2 - «MUTUI COSÌ SOLO DAGLI SPADA, I CDA SCELTI DAI DIPENDENTI»

Flaminia Savelli e Lorenzo De Cicco per “Il Messaggero

 

Una banca quei prestiti a dipendenti «ultra indebitati» non li avrebbe autorizzati mai, conviene Piero Etnasi, ex responsabile, fino alla fine del 2017, dell'area credito dell'Ipa.  «Probabilmente li avrebbero autorizzati solo gli Spada».

 

ex responsabile ipa di roma

O l'Istituto di previdenza e assistenza del Comune di Roma. Che in molti casi, poi, non ha rivisto un euro: nei documenti riservati dell'ente, aggiornati al 2021, c'è una sfilza di «nessuna rata pagata» accanto ai nominativi dei dipendenti beneficiari dei mutui.

 

Etnasi racconta che fino a quando è stato in carica all'Ipa «tutti pagavano le rate», anche se dalle carte spedite in procura dall'ex commissario Fabio Serini, nominato proprio a metà 2017 e appena revocato da Gualtieri, non sembra così. Anzi.

 

scandalo ipa di roma 3

Oggi Etnasi lavora in un altro distaccamento del Campidoglio. Gli chiediamo se ha voglia di essere citato, dato che per i dipendenti comunali è prevista un'autorizzazione per le dichiarazioni alla stampa.

 

«Sì - risponde - non c'è nessun problema, perché non ho fatto niente di male». A vedere i documenti interni e gli esposti sull'Ipa, viene l'idea che fosse una specie di bancomat per i dipendenti.

 

Quanto era sindacalizzato l'istituto?

«Il Consiglio d'amministrazione era eletto su liste sindacali».

 

Cioè il Cda lo eleggevano i sindacati?

«No, era eletto su liste sindacali. Lo eleggevano i dipendenti del Comune di Roma. Adesso c'è un commissario».

 

campidoglio

Quindi fino a quando c'è stato il Cda, i dipendenti votavano un consiglio, che poi autorizzava loro prestiti anche se erano ultra indebitati.

«Sì, autorizzava dei prestiti. Punto. Non è che autorizzava prestiti solo agli ultra indebitati».

 

Anche agli indebitati che non pagavano.

«Sì, anche agli indebitati».

 

A una dipendente che aveva già debiti per 70mila euro, tra l'Ipa e un altro ente, avete concesso 93mila euro di mutuo. In una banca normale non sarebbe mai successo.

«No, ma servivano per estinguere i vecchi mutui».

 

campidoglio

Un mutuo nuovo, per pagare i vecchi mutui.

«Poteva pagarlo poi con la sua liquidazione, dopo le trattenute».

 

Alcuni dipendenti si sono licenziati subito dopo avere ottenuto il prestito.

«Non che io sappia, non finché ero lì».

 

C'è scritto negli esposti. E c'è scritto anche che non venivano attivate le procedure per rivalersi sul Tfr.

«Io mi occupavo solo dell'area credito».

 

Ora c'è un buco di 51 milioni di euro. O paga il Campidoglio, o salta il banco.

«Mi sembrano tanti soldi».

 

3 - «HO OTTENUTO 79MILA EURO PER PAGARE L'HILTON A MIO FIGLIO»

L. De Cic. e Fla. Sav. per “Il Messaggero

 

«E che problema c'è? Non capisco...», risponde A. P., quando le chiediamo come sia riuscita a ottenere un prestito di 79mila euro dall'Ipa, pur essendo già protestata (cosa che l'Istituto di previdenza del Campidoglio sapeva, tanto da inserire una nota nel fascicolo di approvazione del finanziamento) e con indebitamenti sulle spalle da oltre 27mila euro, tutti con l'ente comunale.

 

INPS PENSIONI

Più «cartelle esattoriali da Equitalia per un importo di circa 39mila euro», come scriveva il funzionario che ha dato il nulla osta al nuovo prestito.

 

A che serviva?

«Suo figlio maggiore è presso l'Hotel Hilton di Sydney».

 

E aveva «necessità» di soldi per proseguire lo stage in Australia. Questo dice la pratica. Quindi signora, come ha ottenuto un prestito di 79mila euro anche se aveva già i protesti?

«79mila? Quando mai, ne ho presi 44...», risponde sul ballatoio di una palazzina signorile nel cuore di Testaccio.

 

Sui documenti dell'Ipa c'è scritto 79mila euro, per suo figlio all'Hilton di Sydney.

«Beh, ma non ho capito, quale è il problema adesso?».

 

Una banca difficilmente glielo avrebbe dato.

«Ma io non avevo alternative, mio figlio partiva per Sydney».

 

SYDNEY

In Comune girava la voce che ci fossero prestiti a portata di mano?

«Certo, io sono andata all'Ipa perché mi servivano 30mila euro. Ma ne avevo già uno, di mutuo. Quindi mi hanno detto non c'è problema, ti azzeriamo quello, in più te ne diamo altri 40mila. Non ho dovuto giustificare nulla».

 

Anche se aveva i protesti?

«Quali protesti?»

 

Questa cambiale qui, citata nei documenti dell'Ipa.

«Ah, ancora con questa cambiale...»

 

Lei ora le rate le sta pagando tutte?

«Me le stanno trattenendo dalla busta paga».

 

Ma altri suoi colleghi, come risulta dalle carte dell'Ipa spedite in Procura, si sono licenziati il giorno dopo avere ottenuto il prestito, per non avere la trattenuta.

«Ma non si sono rivalsi sulla liquidazione?»

 

No. C'è scritto anche questo: in molti casi non hanno avviato le azioni di riscossione verso l'Inps. Quanto paga di rata?

«Circa 600 euro».

 

A fronte di che stipendio?

«Circa 1.600 euro. Ma sono in aspettativa, retribuita, per assistere mia madre (che ogni tanto sbuca dalla porta, incuriosita, ndr). Però ci sono rimasta male, non mi hanno dato la tredicesima».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA