
L'INDIA DICHIARA GUERRA AI "FUFFA GURU" - L'ENTE REGOLATORE DEL MERCATO AZIONARIO INDIANO PROIBISCE A DIVERSI INFLUENCER FINANZIARI DEL PAESE DI OPERARE IN BORSA - TRA QUESTI C'È ANCHE ASMITA PATEL, CHE IN PASSATO È STATA INCRIMINATA, ASSIEME AL MARITO, PER AVERE IMPOSTO A CHI SI ISCRIVEVA AI LORO CORSI SU TELEGRAM E ZOOM L'ACQUISTO DI FONDI DA LORO GESTITI - E 40 PERSONE CHE SI SONO RITROVATE VITTIME DI NOTEVOLI PERDITE E HANNO CHIESTO RISARCIMENTI ALLA COPPIA…
(ANSA) - L'ente regolatore del mercato azionario indiano, Securities and Exchange Board of India, (Sebi) ha proibito ad Asmita Patel, una delle più popolari influencer finanziarie del paese di operare in borsa. Lo stop alla Patel, che si autodefinisce la "She-Wolf of the stock market" ed è seguita da mezzo milione di follower su YouTube e da alcune centinaia di migliaia su Instagram, è l'ultimo di una serie di divieti che, oltre a lei, hanno già colpito almeno una decina di altri influencer finanziari.
Dopo la pandemia il mercato azionario online in India ha conosciuto un boom, con una crescita dai 36 milioni del 2019 agli oltre 150 dell'anno scorso, secondo i dati dell'agenzia di brokeraggio Zerodha, e ha attratto una miriade di autoproclamati "guru degli investimenti", che si sono aggiunti agli appena 950 consulenti per gli investimenti e ai 1.400 consulenti finanziari registrati di tutto il paese.
L'authority Sebi accusa gli influencer di avere guadagnato cifre da capogiro, promuovendo in modo surrettizio schemi di investimento e azioni, dietro la copertura dell'educazione e dell'informazione finanziaria sul web. La Patel, in particolare, è stata incriminata, assieme al marito Jitel, per avere imposto a chi si iscriveva ai loro corsi su Telegram e Zoom l'acquisto di fondi da loro gestiti. Le accuse sono state formalizzate dopo la denuncia di oltre quaranta iscritti ai corsi che si sono ritrovati vittime di notevoli perdite e hanno chiesto risarcimenti.
Il giro di vite di Sebi è stato accolto in modo non unanime dagli operatori del settore: se molti apprezzano la decisione, vari altri esperti, tra cui ex funzionari dello stesso ente lamentano la mancanza di linee guida ben definite e segnalano che, abusando del proprio potere, l'agenzia rischia di minare la fiducia del pubblico nei confronti di tutti i consulenti.