L’INFERNO DIGITALE DI CECCARELLI – D’ORRICO: "DOPO DECENNI DI SCINTILLANTI CRONACHE DAL PALAZZO, ERA DIVENTATO UN BECCAMORTO. GLI CHIEDEVANO DI SCRIVERE NECROLOGI. CI VOLEVA UN COLPO DI RENI. COSI’ FILIPPO SI È TRASFORMATO NEL CLAUDE LÉVI-STRAUSS DEL MONDO SOCIAL ALLA RICERCA DEL NUOVO TIPO ITALIANO CHE HA PRESO IL POSTO DI QUELLO PORTATO ALLA LUCE DALL'ALTRO GRANDE ANTROPOLOGO ALBERTO SORDI. RICICLATOSI NEL WEB, CECCARELLI HA SCRITTO UN LIBRO STRAORDINARIO, UNA DIVINA COMMEDIA 2.0…” - GIORGIA MELONI "GIOVANE DIAFANO", DI MAIO "INTRIGANTE CONIGLIETTA" E RENZI "DISCRETA MORETTINA" GRAZIE A FACEAPP
1 - IL NUOVO TIPO ITALIANO DA SORDI A CECCARELLI
Antonio D' Orrico per “La Lettura – Corriere della Sera”
filippo ceccarelli foto di bacco
Donato il suo favoloso archivio personale (tutto quello che avreste voluto sapere sulla politica italiana, ma non avete mai osato chiedere) alla Biblioteca della Camera dei deputati, Filippo Ceccarelli, collega per cui nutro una antica stima anche se non ci conosciamo, si sentì come i calciatori di una volta che, appese le scarpette al chiodo, non sapevano cosa fare (ora lo sanno: fanno gli opinionisti, i talent).
Dopo decenni di scintillanti cronache dal Palazzo, Ceccarelli era diventato un beccamorto. Gli chiedevano di scrivere necrologi, commosse orazioni funebri su onorevoli cadaveri ancora caldi e, spesso, si portavano avanti commissionandogli coccodrilli in anticipo se un onorevole non si sentiva tanto bene e in redazione volevano avere il pezzo pronto in ghiacciaia.
Uno sporco mestiere, ma qualcuno deve pur farlo. Una roba da menagramo? No, anzi: «Indicata fra le opere di misericordia sia corporale ("Seppellire i morti") che spirituale ("Consolare gli afflitti"), sono convinto che la stesura compassionevole del necrologio porti fortuna allungando la vita del coccodrillato».
Però la paura di essere ormai obsoleto restava, di venir trascinato alla deriva (funerale vichingo?) assieme ai suoi amati giornali di carta, al suo vizio di ritagliarne le notizie e di classificarle come Nabokov con le farfalle. Ci voleva un colpo di reni. Così Filippo Ceccarelli, per decenni antropologo massimo della politica italiana, si è trasformato nel Claude Lévi-Strauss del mondo social alla ricerca del nuovo tipo italiano che ha preso il posto di quello portato alla luce dall'altro grande antropologo Alberto Sordi.
E poi, a spingere Ceccarelli, c'era anche una curiosità più terra terra: che avranno questi da dirsi e da mostrarsi H24 su Instagram, Facebook, TikTok? Riciclatosi nel web, Ceccarelli ha scritto un libro straordinario, una Divina Commedia 2.0, un Inferno digitale. Si intitola Lì dentro . E merita un'altra puntata.
2 - FATTI I SOCIAL, S' È RIFATTA L'ITALIA
Antonio D' Orrico per “La Lettura – Corriere della Sera”
Tra le cose che hanno colpito Filippo Ceccarelli nel suo viaggio nell'Italia social ci sono Giorgia Meloni diventata «un giovane diafano e un po' ipertiroideo, tipo attore americano nevrotico», Luigi Di Maio «un'intrigante coniglietta» e Matteo Renzi «una discreta morettina», grazie all'app russa che muta i maschi in femmine e viceversa.
Lo ha illuminato, poi, la scritta su una saracinesca («Il karma ti farà il culo»), fatto ridere il menu di una rosticceria («L'Asagna 4,80 apporzione»), impensierito le ragazze di MySecretCase, sponsorizzatrici di sex-toys in questi termini: «Non raggiungeremo la vera ugulianza (sic, ndr ) finché non si parlerà dei ditalini a secco quanto si parla dei pompini coi denti».
Infine, il punto di non ritorno è stato quando, in una diretta Facebook del premier Conte dal Parlamento, ha letto tra i commenti che scorrevano: «Laura, ti prego perdonami. TE LO CHIEDO DAVANTI A TUTTA L'ITALIA. Io non volevo andare con tua sorella ma lei ha insistito e ho ceduto». Allora Ceccarelli si è ricordato di quando Radio Radicale diventò Radio Parolaccia, della vecchia goliardia. E, poi, Funari, le televendite, Blob, Paperissima, i cinepanettoni, Alan Ford, Il Giudizio Universale di «Cuore», tutto riciclato via web in un pastone indifferenziato.
Dice Carlo Verdone e sembra Pasolini: «Tutti i caratteri si sono appiattiti, omologati. Oggi tutti vestono e parlano allo stesso modo, hanno gli stessi tatuaggi, le stesse scarpe, lo stesso taglio di capelli e usano i pensieri che escono dal Far West di internet». C'è speranza in questo Far West? Forse nel tipo che dice: «Se stai guardando questo video voglio dirti che ti amo. Probabilmente stai pensando: be', ma tu non mi conosci. Se molte persone riescono a odiare senza un motivo, anch' io riesco ad amare, senza un motivo».
Ma forse no. Miliardi di persone «non meritavano la conformazione antropologica di Mark Zuckerberg, un nerd col problema di rimorchiare al campus». Ha detto Zadie Smith. Parole sante.
Filippo Ceccarellifilippo ceccarellifilippo ceccarelliFilippo CeccarelliFilippo CeccarelliFilippo CeccarelliFilippo CeccarelliFilippo CeccarelliFilippo Ceccarelli