professoressa cattiva

AI LIMITI DELLA DOCENZA - L'ITALIA HA IL PRIMATO DEGLI INSEGNANTI PIÙ ANZIANI D'EUROPA: OLTRE LA METÀ HA PIÙ DI 50 ANNI, E IL 18% È "OVER 60" - I PROF DEL NOSTRO PAESE SONO ANCHE TRA I MENO PAGATI DEL VECCHIO CONTINENTE - L'ANIEF, L'ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE E SINDACALE DI DOCENTI E RICERCATORI IN FORMAZIONE, PROPONE DI ANTICIPARE IL PENSIONAMENTO A 60 ANNI PER FAVORIRE IL RICAMBIO GENERAZIONALE (ED EVITARE CHE MOLTI VADANO IN "BURNOUT"), MA NON TUTTI SONO D'ACCORDO…

Estratto dell'articolo di Elisa Forte per "la Stampa"

 

professoressa a scuola

L'Italia ha il primato degli insegnanti più anziani d'Europa. Sono anche tra i meno pagati. […] Il 53% ha più di 50 anni contro una media europea del 38%; il 18% ha oltre 60 anni, il doppio del 9% medio europeo. E solo un prof su 10 ha meno di 30 anni. Nessuno nell'area Ocse (36 stati membri) fa peggio di noi. Lo rileva l'ultimo rapporto 2024 Education at glance: ogni anno analizza la crescita dei livelli di istruzione in Europa.

 

Svecchiare la classe docente italiana (al femminile al 77,4% ) è una missione molto complicata. Ma è davvero necessario? […] Anief, l'associazione professionale e sindacale di docenti e ricercatori in formazione, ha raccolto già oltre 80 mila firme a sostegno della petizione che chiede il pensionamento dei docenti a 60 anni (ora si lascia dopo 44 anni di contributi o a quasi 68 anni di età.).

scuola 4

 

Pone due questioni: la prima riguarda «il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria come si fa per gli ufficiali dell'esercito e come aveva chiesto un paio d'anni fa anche l'ex presidente dell'Inps Raffale Tridico», spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief. Un tema che trova tutti d'accordo.

 

La seconda questione apre il dibattito su una questione spinosa e controversa che Anief riassume così: «Nella scuola - ragiona Pacifico - abbiamo più di 235 mila lavoratori con oltre 60 anni di età, hanno in media tra i 40 e i 50 anni più degli alunni: si tratta di uno dei gap generazionali più alti a livello mondiale ed è un record che non fa bene all'apprendimento dei giovani in formazione. Chiediamo sempre più con forza il riconoscimento del burnout per il personale scolastico e dunque nuove regole per andare in pensione a 60 anni». «La nostra - conclude - è una categoria che oltre una certa età non è più compatibile con gli obiettivi educativi».

scuola 5

 

Chiara Alpestre è contraria a questo ragionamento. Lei è andata in pensione a 64 anni con 42 anni di servizio. Ha insegnato per 30 anni e per 12 è stata dirigente al primo liceo artistico e al liceo classico d'Azeglio di Torino. […] «Penso che andare in pensione a 67 anni per chi gode di buona salute, lucidità e vita attiva sia giusto. Si può essere un buon docente. Il rapporto con gli studenti cambia, ma non è sempre detto che una docente che ha 40 anni sia più empatica. Basta amare i propri studenti, la disciplina che insegniamo e avere sempre buoni stimoli per innovare».[…]

 

scuola 2

È della stessa idea anche la pugliese Terry Marinuzzi. Filosofa, per anni si è occupata di cultura e spettacolo. […]  È docente di sostegno «per scelta» al liceo artistico De Nittis-Pascali di Bari: «Non è una questione di età ma di qualità del lavoro che non può essere svolto troppo a lungo e soprattutto ininterrottamente. È un lavoro usurante e impegnativo dal punto di vista fisico, emotivo e psicologico. Totalizzante. Chi insegna da 30 anni e non si è mai fermato è molto provato, è come se avesse figli piccoli per decenni. Ne ha la responsabilità totale e continua. Deve essere sempre trainante» spiega. […]

 

scuola 3

Va dritta alla proposta: «Se, ad esempio, gli insegnanti avessero la possibilità ogni 5 anni di fare un anno di ricerca o di staff tornerebbero in aula molto più carichi». Dunque, per molti insegnanti, non c'è necessità di ricambio generazionale a 60 anni ma sarebbe utile una traiettoria segnata anche da lavori diversi: «La scuola ora è un'azienda, deve lavorare sull'orientamento, sulla dispersione, su diversi progetti che integrano l'offerta formativa. Si affidano incarichi di staff di collaborazione del dirigente a chi insegna. E se invece si desse la possibilità a turno, su base volontaria di farlo a tempo pieno e fermarsi con l'insegnamento?».

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