desaparecidos

IL PASSATO CHE VI TRAPASSA - L’OMBRA LUNGA DEI DESAPARECIDOS ARGENTINI: CONDANNATI ALL'ERGASTOLO I PILOTI DEI "VOLI DELLA MORTE" - STORICA SENTENZA CONTRO 48 UFFICIALI DELLA DITTATURA - LA BATTAGLIA DEI FIGLI DI EX MILITARI CHE CHIEDONO DI PROCESSARE I PADRI

Filippo Femia per la Stampa

 

familiari vittime dittatura argentina

Un urlo collettivo e catartico. Abbracci. Lacrime di gioia. Il giudice ha appena finito di leggere la sentenza che ha condannato 48 imputati per i crimini commessi durante la dittatura argentina (1976-1983). Le immagini scorrono sul maxi schermo fuori dal tribunale di Buenos Aires. La folla di familiari delle vittime, sopravvissuti e attivisti per i diritti umani esulta.

 

Una scena che si ripete per oltre tre ore - la durata della lettura delle sentenze: 29 ergastoli, 19 condanne dagli 8 ai 25 anni - scandita da cori: «Finirete come i nazisti, ovunque fuggirete vi verremo a cercare».

 

Quella di mercoledì è una sentenza storica, dopo cinque anni di udienze, nel più importante processo contro la dittatura: la maxi causa dell' Esma, la famigerata Escuela mecanica della Marina trasformata in un centro di tortura. Tra i condannati per sequestri, torture e omicidi c'è Alfredo Astiz, soprannominato l'«angelo della Morte», già in carcere per un precedente ergastolo. Nel 1977 si infiltrò tra le Madres di plaza de Mayo, le donne in cerca dei figli desaparecidos, fornendo informazioni all' intelligence. Tre fondatrici dell' associazione, tra cui Esther Ballestrino, amica di Papa Francesco, due monache francesi e altri 7 attivisti vennero rapiti e uccisi.

 

Ma la condanna che passerà alla storia è quella contro Mario Daniel Arrù e Alejandro Domingo D' Agostino, due piloti dei cosiddetti «voli della morte». Un metodo di sterminio con cui la dittatura uccise 4 mila persone. I prigionieri politici venivano drogati - «Tranquilli, andate in un centro di recupero», veniva loro sussurrato - prima di essere caricati sugli aerei e gettati, ancora in vita, nell' Atlantico.

condanne ufficiali argentina - desaparecidos

 

Mercoledì sei persone sono state assolte, molte altre non sono mai state processate. Come Julio Verna, ex medico che anestetizzava col Pentotal gli oppositori prima dei «voli della morte». Dopo anni di silenzio ha confessato i suoi crimini al figlio Pablo. Lui, un legale 44enne, ha tentato di portarlo in tribunale. Ma il codice penale argentino vieta ai figli di testimoniare contro il proprio padre. Per questo Pablo Verna ha presentato al Congresso un disegno di legge per modificarlo: «Oggi le mie accuse valgono zero». Per la sua battaglia si è unito a un collettivo di figli di ex militari, Historias Desobedientes, che chiedono di processare i padri a piede libero.

 

Del gruppo fanno parte 40 persone. In comune hanno il cognome macchiato dal sangue e un senso di colpa difficile da cancellare. «Mio padre massacrava di botte mia mamma e io mi chiedevo: "Se tratta così i suoi familiari, cosa può fare agli sconosciuti?"», racconta Laura Delgadillo, 50 anni. Il padre è morto da uomo libero. Prima di andarsene ha pronunciato parole che la figlia ancora non decifra: «Mi ha chiesto scusa: non ho mai capito se per le violenze in famiglia o per le atrocità commesse».

 

La dittatura ha creato una frattura profondissima. Carnefici da una parte, vittime dall' altra. Historias Desobedientes ha scardinato questa logica. «Siamo il pezzo mancante della storia argentina - dice Patricia Isasa, 57 anni - Una crepa in questo tragico mosaico». I figli che rompono il patto del silenzio dei padri militari.

 

«È spaventoso pensare che mio papà impugnasse gli elettrodi per la tortura con le stesse mani con cui mi accarezzava», racconta Analía, 34 anni, figlia di Eduardo Kalinec. Per tutti era Dottor K, uno dei più feroci aguzzini, condannato all' ergastolo nel 2010. «All' inizio non sapevo, poi non volevo vedere, alla fine ho aperto gli occhi», spiega Analia.

 

Nessuno dei militari si è pentito, né ha aiutato a trovare le fosse comuni dei desaparecidos. «"Io ho difeso la patria", ripeteva mio padre», dice Analia. Il suo coraggio è stato un affronto imperdonabile per la famiglia. «Tutti hanno smesso di parlarmi per difendere il papà». Ma non si è pentita. «Io la notte dormo serena, mio padre deve prendere sonniferi per zittire i fantasmi che lo tormentano».

madri di plaza di mayo

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…