L’ULTIMA GENIALATA PER FARE STRAGE DI CICLISTI: PERMETTERE ALLE BICICLETTE DI ANDARE CONTROMANO
Ilaria Ciuti per "la Repubblica"
Al ministero dei trasporti la chiamano «la rivoluzione della bicicletta ». Quella per cui tra pochi mesi si potrà pedalare legalmente in controsenso. Purché in strade con l'obbligo dei 30 chilometri all'ora, la carreggiata larga almeno 4 metri al netto della sosta, senza parcheggio a sinistra e vietate ai mezzi pesanti.
La rivoluzione contempla anche zone delle città non espressamente, ma soprattutto dedicate alla bici: le Apd, «aree a preferenza ciclabile». E trasformerà le piste, da percorsi casuali da passeggiata, in veri itinerari ciclabili lunghi e continuativi casa-lavoro: «Una rivoluzione culturale che darà alla bici dignità di mezzo di trasporto urbano», dice il sottosegretario ai trasporti, Erasmo D'Angelis.
Il ministero, annuncia D'Angelis, varerà prima dell'estate la riforma del decreto ministeriale 557 del 1998 che si occupava, «e male», solo di piste ciclabili. Diventerà un regolamento della ciclabilità urbana che verrà poi recepito dal nuovo codice della strada. E già sul controsenso in bici scoppiano le polemiche, a cominciare dal presidente dell'Aci: un incubo per gli automobilisti e un rischio per i ciclisti. «Invece le statistiche - ribatte il
sottosegretario - danno una diminuzione di incidenti». E l'assessore milanese alla mobilità Pierfrancesco Maran: «Siamo i più indietro di tutti. Perché dovremmo essere i più furbi?».
Sullo sfondo, lo storico sorpasso: per la prima volta in Italia le vendite di biciclette hanno superato quelle di auto: 1.748.000 bici nel 2012 contro 1.450.000 macchine. «Le città soffocano per gli ingorghi, la bicicletta è sempre più usata e ci vogliono norme che diano sicurezza ai ciclisti come ai pedoni», spiega Maran, che è il capo delegazione Anci al tavolo ministeriale sulla «ciclorivoluzione » coordinato da D'Angelis, a cui partecipano, oltre ai tecnici del ministero, associazioni di ciclisti come la Fiab. Pedalano in un'Italia abitata dai 28 milioni di bici, 5 milioni di persone ogni giorno.
«Ci chiedono città più ospitali, ma gli amministratori non hanno copertura legale quando prendono iniziative», fa notare Maran. «Vogliamo rendere le città più ciclabili e pedonali, ma le norme non ci aiutano», dice l'assessore fiorentino Filippo Bonaccorsi. Così i Comuni dell'Anci e le associazioni dei ciclisti si sono rivolti al ministero. «Adesso il nostro decreto cambierà tutto », è fiducioso il sottosegretario.
L'esempio è l'Europa: «Ci siamo stancati - continua - di andare ai convegni dove si applaudono Parigi, Londra, Berlino, Ce la possiamo fare anche noi». Il controsenso in bici, ricorda D'Angelis, si usa in tutta Europa e «con buoni risultati anche in alcune città italiane».
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