cudjo lewis

L’ULTIMO DEGLI SCHIAVI – LA STORIA DI CUDJO LEWIS, IL PIÙ LONGEVO DEI SOPRAVVISSUTI DELLA CLOTILDA, L’ULTIMA NAVE NEGRIERA STATUNITENSE: CON UN CARICO DI CENTODIECI DONNE E UOMINI, NEL 1860 LA GOLETTA LASCIÒ OUIDAH, SULLA COSTA DEL BENIN, E DOPO QUARANTACINQUE GIORNI ATTRACCÒ IN ALABAMA - SEBBENE GLI STATI UNITI AVESSERO VIETATO DA PIÙ DI CINQUANT’ANNI IL TRAFFICO INTERNAZIONALE DEGLI SCHIAVI, IL DIVIETO…

Lara Ricci per "www.ilsole24ore.com"

 

cudjo lewis 5

«Dei milioni che sono stati portati dall’Africa alle Americhe, è rimasto un uomo soltanto. Si chiama Cudjo Lewis e oggi vive a Plateau, in Alabama, un sobborgo di Mobile. Questa è la storia di Cudjo». Così nel 1931 esordiva in Barracoon, un testo inedito fino al 2018 e ora tradotto anche in italiano, Zora Neale Hurston, antropologa, studiosa del folklore, scrittrice ed esponente della Harlem Renaissance.

 

Quarantenne, si accingeva a raccontare la storia dell’ottantaseienne Lewis, il più longevo dei sopravvissuti della Clotilda. È stata l’ultima nave negriera statunitense: con un carico di centodieci donne e uomini, nel 1860 lasciò Ouidah, sulla costa del Benin, e dopo quarantacinque giorni attraccò nei pressi di Twelve-Mile Island, sul fiume Mobile, in Alabama.

 

Infatti, sebbene gli Stati Uniti avessero vietato da più di cinquant’anni il traffico internazionale degli schiavi, il divieto veniva applicato con assai poca convinzione: un solo uomo fu impiccato per questo crimine e il traffico proseguiva con golette veloci, capaci di sfuggire ai controlli. Tre anni dopo, l’abolizione della schiavitù avrebbe messo fine alla tratta.

cudjo lewis 3

 

Cudjio, il cui vero nome era Kossula, era uno yoruba neanche ventenne quando fu rapito durante un assalto. Il re del suo villaggio si era rifiutato di versare metà del raccolto al re del Dahomey (l’antico Benin) che, divenuto ancor più ricco e potente col commercio di schiavi, usava vari pretesti per attaccare gli altri centri della regione e fare razzia di uomini e donne.

 

Kossula è dunque l’ultimo testimone del Maafa: «disastro», «grande tragedia» in swahili. Termine usato per descrivere lo «sradicamento insopportabile» dalla propria casa e dai propri cari, le lacerazioni continue della vita dello schiavo, separato anche dai figli non appena questi potevano essere venduti, e le vite disarticolate che ne seguivano, la solitudine.

 

cudjo lewis 1

Quella «solitudine che può essere cullata» come la descrive Toni Morrison in Beloved. «Le braccia incrociate che stringono le ginocchia. Continua, continua, questo movimento che, a differenza di quello di una nave, rende calmi e contiene in sé colui che culla. È una cosa interna – tesa come la pelle». A questa Morrison contrappone «la solitudine che vaga. Neanche cullandola la si può tener ferma. È viva, per conto suo. Una cosa secca, che si allarga, e fa risuonare i passi di chi cammina come se venissero da un posto lontano». La solitudine che prende voce nel blues e nel jazz.

 

Isolamento, nostalgia, mancanza, sono sentimenti dominanti nell’epopea afroamericana che si affollano anche nelle parole semplici ma toccanti di Kossula. Separando i figli piccoli dai genitori si perdevano nel giro di una generazione le lingue materne, le culture e le religioni degli avi, anche solo la conoscenza del paese africano d’origine. E il dilaniante vuoto identitario era tanto più grave in un Paese segregazionista dove il colore della pelle etichettava immediatamente i discendenti degli schiavi come “diversi”.

 

Un vuoto che gli intellettuali afroamericani si sforzeranno di riempire raggranellando il più possibile informazioni sulla storia e sulla cultura dei loro antenati, sforzo che si arresta inesorabilmente di fronte all’Atlantico. Neanche i nomi d’origine erano rimasti: agli schiavi si dava quello dei padroni o uno d’invenzione.

 

cudjo lewis 2

Il lavoro di Zora Neale Hurston, riscoperta da Alice Walker negli anni 70, fu pertanto importantissimo: quella di Kossula è una delle rarissime voci (poco più di una decina) arrivate fino a noi di uomini che percorsero la famigerata tratta atlantica e che lasciarono testimonianza di quel che avveniva prima dello sbarco: dell’esperienza collettiva dei neri vista attraverso le sbarre dei barracoon (dove imprigionavano gli schiavi) allineati sulle coste atlantiche africane.

 

Ma è anche una dolorosissima testimonianza dell’esperienza dei neri venduti dai neri, prima ancora che dai bianchi. E dei neri discriminati dai neri: chi era americano considerava gli africani selvaggi ignoranti e cannibali.

cudjo lewis 4

 

«Leggendo Barracoon, si capisce subito perché in passato molti neri, in particolare gli intellettuali e i politici, abbiano avuto problemi ad affrontare questo testo» osserva il premio Pulitzer Alice Walker nella prefazione. «Barracoon racconta in maniera diretta le atrocità che gli africani hanno inflitto gli uni agli altri, ben prima che alcuni africani in catene, traumatizzati, malati, disorientati e affamati giungessero via nave nell’inferno dell’Occidente sotto forma di “carico nero”.

 

Come si fa a sopportare la spietata crudeltà di cui si sono macchiati i “fratelli” e le “sorelle” che per primi hanno ridotto in schiavitù i nostri antenati? (...)È una lettura straziante, questa, è inutile girarci intorno. La ferita ci è stata rivelata». Anche nell’atrocità, l’uguaglianza si manifesta.

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…