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L’UNICO VANTAGGIO DEL CALO DEMOGRAFICO? RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA CASA PER I GIOVANI – LA TENDENZA EUROPEA È CHIARA: MENO FIGLI VUOL DIRE FRATELLI CON CUI DIVIDERE I BENI DEI GENITORI, PIÙ CASE EREDITATE E MENO NECESSITÀ DI COMPRARSELE – SE LA CRISI DEGLI ALLOGGI E LA DIFFICOLTÀ A PRENDERE UN MUTUO HA TRAVOLTO I MILLENNIAL, A GODERE DELL’EREDITÀ DEI BABY BOOMER SARÀ LA GENERAZIONE Z – OGGI IN EUROPA L’ETÀ MEDIA IN CUI SI ACQUISTA UNA CASA PER LA PRIMA VOLTA È DI 34 ANNI, MA I MUTUI…

Estratto dell'articolo di Gianluca Mercuri per www.corriere.it

 

mutuo giovani 1

Tassi d’interesse alti, stipendi bassi, lavori instabili. Quella che siamo abituati a chiamare precarietà ha un impatto ovvio sulla possibilità di accendere un mutuo. Ma c’è un altro fattore che tende ad abbassare sempre di più la propensione dei giovani a sobbarcarsi un debito ultradecennale per farsi una casa: è il calo demografico. E anche qui, la ragione è intuitiva: meno figli, uguale meno fratelli e sorelle con cui dividere i beni dei genitori, uguale più case ereditate e meno necessità di comprarsele.

 

Mutuo per la casa

Geoffrey Ditta, economista dell’Universidad Nebrija di Madrid, ha presentato una ricerca i cui risultati saranno probabilmente studiati con cura da molti esperti di vari campi: sociologi come immobiliaristi, demografi come banchieri.

 Se la crisi degli alloggi ha colpito duramente in tutta Europa i Millennials (i nati tra il 1981 e il 1994), al contrario la Generazione Z (1995-2009) è avviata a scoprire una realtà molto più favorevole.

 

Sarà quella che si godrà — molto più della precedente — il patrimonio immobiliare accumulato dai baby boomer (1946-64) e anche dalla Generazione X (1965-80). Tutto per effetto del tasso di fecondità in Europa — 1,53 figli per donna — che è tra i più bassi del mondo. «In parole povere, ci saranno meno giovani che erediteranno case e più case per loro da ereditare», riassume Ditta su The Conversation.

mutuo giovani

 

Attualmente, spiega lo studioso, «nell’Unione Europea l’età media in cui si acquista per la prima volta un immobile è di 34 anni. La durata media dei mutui è di 25 anni, il che significa che i pagamenti vengono generalmente completati a 59 anni, poco prima dell’età pensionabile (65 anni nella maggior parte degli Stati dell’Ue). Nel 2022, il 69,1% degli europei era proprietario di una casa, ma solo il 24,7% aveva un mutuo. Un dato che varia molto da un continente all’altro, con poca correlazione tra i tassi di proprietà e il numero di mutui attivi».

 

comprare casa 8

La situazione è diversa anche tra i Paesi europei, e le tendenze sono facilmente immaginabili in base ai differenti modelli familiari e il diverso livello dei salari. I figli lasciano la casa dei genitori poco dopo i 30 anni in Italia, Spagna e Grecia, tra i 23 e i 24 anni in Germania e Francia e poco dopo i 21 in Scandinavia. Non sorprende, dunque, che nel Nord Europa il numero dei mutui sia in aumento. Così, se in Olanda ce l’hanno il 61% dei proprietari di case, in Italia solo il 14% dei proprietari si è fatto prestare soldi dalle banche. La nostra inclinazione al mattone è notoriamente radicata: secondo i dati di Confedilizia, il 77% delle famiglie italiane vive in una casa di proprietà.

 

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I numeri dettagliati (dati gennaio 2024) sono molto interessanti. Delle 32.246.379 abitazioni di proprietà di persone fisiche che risultano nel Catasto, 19.819.410 — circa il 60% — sono abitazioni principali; 5.739.400 — quasi il 18% — sono abitazioni a disposizione, in gran parte seconde case; 3.617.108 — oltre il 10% — sono in affitto; 775.087 — circa il 2,4% — sono abitazioni in uso gratuito come prima casa, di solito concesso a figli o parenti; 2.749.423 sono abitazioni con utilizzo non conosciuto. Inoltre, risultano 2.545.951 abitazioni di proprietà di persone non fisiche. La percentuale del 77% di famiglie che vivono in case di proprietà viene dal rapporto tra il numero delle abitazioni principali di proprietà di persone fisiche (19,8 milioni) e il numero delle famiglie (25,7 milioni).

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[…] Il calo medio europeo dei mutui dello scorso anno è stato del 32%. E l’Italia? Abbiamo contribuito eccome alla tendenza: secondo il Rapporto sul credito italiano di Experian, nel 2023 «la domanda di mutui è scesa del 54,76% rispetto al 2022 e del 78,96% rispetto al 2021».

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