woodrow wilson princeton

L’ANTIRAZZISMO STA DIVENTANDO ICONOCLASTIA - L'UNIVERSITÀ DI PRINCETON CANCELLA IL NOME DEL PRESIDENTE ED EX RETTORE WOODROW WILSON, CONSIDERATO UNO DEI POLITICI AMERICANI PIU’ PROGRESSISTI DI SEMPRE - ANCHE LUI E’ STATO BOLLATO COME RAZZISTA PERCHÉ MANTENNE LA SEGREGAZIONE ALL'INTERNO DEI VARI RAMI DELL'AMMINISTRAZIONE FEDERALE, ESERCITO COMPRESO - E L'OREAL METTE NEL MIRINO LA CREMA SBIANCANTE: "E' RAZZISTA, CAMBIEREMO NOME"

1 - "ANCHE LUI ERA RAZZISTA" E PRINCETON CANCELLA IL PROGRESSISTA WILSON

Federico Rampini per “la Repubblica”

 

10 princeton university

L'Università di Princeton, una delle più prestigiose del mondo, cancella il nome del presidente Woodrow Wilson che ne fu il rettore. La giustificazione: era razzista. Nella campagna per eliminare dal paesaggio degli Stati Uniti ogni traccia del passato schiavista o segregazionista, l'ultima vittima eccellente è un leader che fu considerato tra i più progressisti della storia. Il consiglio d'amministrazione dell'ateneo però non ha avuto esitazioni: «Il pensiero e le politiche razziste di Wilson - si legge nel comunicato del Board of Trustees di Princeton - rendono il suo nome inadatto a un'istituzione i cui studiosi e studenti devono combattere il razzismo in tutte le sue forme».

 

WOODROW WILSON

L'attuale successore di Wilson alla guida dell'università, Christopher Eisgruber, ha confermato che farà scomparire il nome dello statista, in particolare dalla facoltà di Scienze politiche, Relazioni internazionali e Pubblica amministrazione a lui intitolata (Woodrow Wilson School of Public and International Affairs).

 

Questa decisione, presa sull'onda della campagna nazionale dopo l'uccisione di George Floyd, è un dietrofront totale rispetto a quella di quattro anni fa: nel 2016 infatti le autorità accademiche di Princeton avevano deciso di conservare il nome di Wilson su diversi edifici e programmi universitari. Allora aveva prevalso il Wilson "buono", quello che è rimasto nella storia per l'eredità progressista della sua presidenza.

 

PRINCETON

Nato nel 1856 in uno Stato del Sud, la Virginia, il democratico Wilson dopo la carriera accademica fu eletto alla Casa Bianca per due mandati e governò dal 1913 al 1921, quindi a cavallo della prima guerra mondiale. Nel resto del mondo fu proprio il suo ruolo nella politica estera a farne uno dei leader americani più amati e rispettati. Precursore di Franklin Roosevelt, fu lui a salvare una prima volta l'Europa dal militarismo della Germania.

 

Dopo la vittoria militare la Società delle Nazioni per risolvere pacificamente le controversie fra Stati (anche se poi il Congresso repubblicano sabotò la partecipazione degli Usa). Nei suoi "Quattordici Punti" espose l'idea di un nuovo ordine internazionale basato sulla liberaldemocrazia e l'autodeterminazione dei popoli. Ebbe scontri duri con la Gran Bretagna e la Francia che difendevano i propri imperi coloniali. Nelle sue tournée europee Wilson veniva acclamato come un benefattore.

 

WOODROW WILSON

Anche negli Stati Uniti la sua azione di governo ebbe un'impronta progressista: introdusse per la prima volta una tassazione progressiva con aliquote "socialiste" (77%) sugli alti redditi, e un'imposta di successione con effetti redistributivi. Rafforzò l'antitrust. Tutto questo non conta più, in un clima dove le frange più radicali della sinistra e del movimento Black Lives Matter guidano la grande epurazione dei personaggi storici sulla base delle loro credenziali anti-razziste.

 

Su quel fronte Wilson, primo esponente del Sud eletto alla Casa Bianca dopo la guerra civile, non passa gli esami. Mantenne la segregazione all'interno dei vari rami dell'Amministrazione federale, esercito compreso. Inoltre aveva una visione tipica di molti uomini del Sud riguardo alla Ricostruzione, il periodo successivo alla guerra civile, considerandolo un'epoca segnata da sopraffazioni da parte dei vincitori nordisti.  

 

2 - FOLLIA BUONISTA VIETATO DIRE CREMA «SBIANCANTE»

Massimo Arcangeli per “il Giornale”

 

ovidio

Nel 2018 sono rimasto io stesso vittima del puritanesimo oltranzista del politicamente corretto. Dovevo tenere una conferenza sulla presenza della Commedia di Dante nella storia dell'arte, e per la pubblicizzazione dell'evento mi era stata chiesta una locandina. Io avevo mandato un dipinto di Ary Scheffer (Paolo e Francesca, 1835) che raffigura nudi i due sfortunati amanti del V canto dell'Inferno, con i loro corpi avvinghiati l'uno all'altro, e quando l'ho visto sostituito con uno scialbo quadro di Domenico di Michelino (Dante e il suo poema, 1465) ho pensato che la mia immagine non fosse piaciuta.

 

Era andata invece così: Facebook aveva censurato il quadro di Scheffer, perché osceno. Nell'autunno del 2017 aveva subito identica sorte la trevigiana Fontana delle Tette, fotografata dal proprietario di una galleria antiquaria nei pressi del monumento e rimossa dal social network per via dei seni scoperti della figura femminile. L'11 dicembre 2018 una storica concessionaria auto, nata nel 1952, si sarebbe viste rifiutate da Facebook le sue inserzioni. Il motivo? Il nome dell'azienda siamo sempre a Treviso è Negro.

MAOMETTO

 

E il «santino» elettorale del candidato forzista alle comunali di Vicenza del 10 giugno 2018, che non sarebbe rientrato in giunta per un pelo? Anche la sua promozione era stata respinta dal social: si chiama Michele Dalla Negra. La mannaia del politicamente corretto, che continua a far leva soprattutto sul senso di colpa occidentale, scende sempre più cieca e implacabile su qualunque persona, ente, oggetto, parola o frase possa recare il minimo turbamento al nuovo ordine etico mondiale: Ovidio, per le scene di stupro ai danni di tante povere ninfe; Dante, per aver sprofondato Maometto all'Inferno; Colombo, perché genocida e schiavista; Shakespeare, misogino e antisemita; i fratelli Lumière, per aver collaborato col governo di Vichy;

 

Tex, istigatore al consumo di sigarette e di alcolici; Pippo e Topolino, per l'inammissibile hobby della pesca; patria o fraternité nel motto nazionale francese , per finirla una buona volta col maschilismo; mamma e papà, per non turbare i figli delle coppie omosessuali. Fra le ultime vittime i cioccolatini moretti, ritirati dagli scaffali dei supermercati di una nota catena svizzera;

 

CREMA SBIANCANTE - IL CASO L OREAL

Via col vento, bandito dal catalogo dei film di un'importante piattaforma americana di servizio in streaming; l'annuncio dell'arcivescovo di Canterbury della prossima rimozione dalle chiese anglicane di monumenti dedicati a razzisti o colonialisti; la rinuncia de L'Oréal a descrivere prodotti cosmetici come schiarenti o sbiancanti.

 

Ormai è un'ondata di piena, e fra i navigatori virtuali è già partita beffarda la gara per provare a indovinare il prossimo. Le carte da gioco Dal Negro, l'amaro Montenegro, il mitico Negroni? Il «popolo di negri» dei Watussi di Vianello? Oppure il nostro inno nazionale? Dai Fratelli alle Sorelle (d'Italia). Un liberatorio sberleffo in un mondo sempre più cupo, malato di un moralismo esiziale.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...