sergio sandrolini cortesi e giulia signorini 13

“TUTTO CI ASPETTAVAMO TRANNE UNA SENTENZA DEL GENERE, OGGI IN TRIBUNALE QUEI DUE RAGAZZI SONO MORTI NUOVO” – L’UOMO CHE IN PROVINCIA DI VERONA NEL 2018 TRAVOLSE E UCCISE DUE FIDANZATI E’ STATO ASSOLTO - PER IL GIUDICE L’INVESTITORE NON ERA IMPUTABILE PERCHÉ EBBE UNA SINCOPE AL MOMENTO DELLO SCHIANTO

Laura Tedesco per corrieredelveneto.corriere.it

 

Sergio Sandrolini Cortesi e Giulia Signorini 13

«Inaccettabile avergli negato il futuro, insostenibile questo dolore, per noi è una condanna a vita» urlò tutta la sua «immane disperazione» la signora Monica Caselli quando il figlio 29enne Sergio Sandrolini Cortesi perse la vita con la 25enne Giulia Signorini, «il suo amore», in uno spaventoso incidente stradale un sabato mattina d’estate, il 30 giugno 2018.

 

Quel giorno la giovane coppia di fidanzati era partita dalla nativa Ferrara in sella alla moto di Sergio, una Yamaha SR 500: erano diretti a Borghetto sul Mincio, un «borgo speciale» che «avevano scelto per trascorrere quello che doveva essere un weekend d’amore».

 

Ma in prossimità di Gazzo Veronese, lungo la statale 12, accadde l’impensabile: una Volkswagen Golf Variant ad alta velocità (almeno 100 km orari su un tratto di strada dove il limite è di 70) sterzò bruscamente, invase la loro corsia di marcia e li travolse in pieno, uccidendoli in modo atroce: lo schianto fu così violento da dilaniare i corpi dei due fidanzati, i cui lembi che vennero sbalzati a decine di metri di distanza, perfino sui tetti delle case.

 

«Una scena raccapricciante»

«Una scena raccapricciante» raccontarono i soccorritori e mercoledì mattina, per quel duplice omicidio stradale che «ha distrutto oltre a due vite anche due intere famiglie», l’investitore è stato assolto lasciando «letteralmente senza parole» le famiglie delle giovani vittime:

Sergio Sandrolini Cortesi e Giulia Signorini 13

 

«Tutto ci aspettavamo tranne una sentenza del genere, oggi in tribunale Sergio e Giulia sono morti nuovo», commenta l’avvocato di parte civile Alberto Bova. «Il fatto non costituisce reato» ha decretato in aula la giudice Giuliana Franciosi, sancendo la «non imputabilità» del giovane veronese sotto accusa: per conoscere le motivazioni ufficiali del verdetto bisognerà attenderne il deposito nelle prossime settimane, ma da quanto emerso nel corso del giudizio abbreviato P. N. H., l’investitore 24enne di Lugagnano di Sona, sarebbe stato colpito nei drammatici istanti dello schianto da una sincope.

 

Un problema al cuore che, come spiega il suo difensore Massimo Martini, «il mio assistito ha scoperto di avere solo dopo questa tragedia, sottoponendosi a una serie di esami specialistici.

 

Sergio Sandrolini Cortesi perse la vita con la 25enne Giulia Signorini 16

Ora infatti gli è stato impiantato un pacemaker bicamerale». Grazie a tale intervento, l’imputato ha recuperato un ritmo cardiaco normale, superando in seguito l’esame di idoneità alla guida che gli ha consentito di mettersi nuovamente al volante. Secondo il suo avvocato Martini, «risulta altamente probabile che all’origine del sinistro vi possa essere stato un primo episodio sincopale, determinato da una pausa asistolica di durata simile o maggiore di quella successivamente rilevata strumentalmente».

 

La difesa

Per questo la difesa ha insistito per l’assoluzione dell’investitore, nei cui confronti invece il pm ha chiesto una condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione. «Le famiglie erano convinte che avrebbero ottenuto l’accertamento di quella che a nostro avviso risulta una indubbia responsabilità penale. Invece - reagisce l’avvocato Bova, parte civile con la collega Manuela Amore - questo verdetto ci lascia interdetti e ovviamente auspichiamo che la Procura di Verona, appena verranno depositate le motivazioni, impugni immediatamente tale decisione in appello.

 

Sergio Sandrolini Cortesi perse la vita con la 25enne Giulia Signorini 11

Risarcimenti? Finora è stato versato solo un acconto dalla compagnia assicurativa ma comunque questa assoluzione, non essendo stata pronunciata nel merito, non ci impedisce di intraprendere una causa civile». Per i genitori di Sergio e Giulia, però, «non sono i soldi che contano, ma dare ai nostri figli la giustizia che meritano per non aver potuto realizzare i loro sogni d’amore e di vita».

Sergio Sandrolini Cortesi perse la vita con la 25enne Giulia Signorini 13

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