heinrich mann adolf hitler joseph goebbels

“LA SANGUINOSA INFAMIA CHE HA MACCHIATO LA GERMANIA ERA DEL TUTTO EVITABILE” – QUANDO HEINRICH MANN, INTELLETTUALE E TENACE OPPOSITORE DEL NAZISMO, TIRAVA LE ORECCHIE AI SUOI COLLEGHI PER NON ESSERSI IMPEGNATI A FARE DA ARGINE CONTRO HILTLER: “SAREBBE BASTATO OPPORSI CON SERIETÀ, INVECE DI ADATTARSI CON VIGLIACCHERIA E FINGERE DI APPROVARE LE POLITICHE NAZISTE. NON SI POSSONO ACCETTARE LE VAGHE GIUSTIFICAZIONI DI UN MOVIMENTO DISUMANO PER PROGRAMMA POLITICO" – HEINRICH EBBE RAPPORTI COMPLICATI COL FRATELLO THOMAS CHE…

Estratto dell'articolo di Lorenzo Guadagnucci per www.quotidiano.net

 

heinrich mann 3

Era il fatidico 1933, l’anno del definitivo avvento al potere di Adolf Hitler e del suo partito, e Heinrich Mann era già pronto a dire una verità bruciante per il popolo tedesco, per la sua classe intellettuale, per il suo ceto politico, e in fondo anche per sé stesso: "Il Paese per la cui cultura e civiltà tutti abbiamo lavorato, il Paese il cui patrimonio spirituale ho cercato di arricchire con tutte le mie forze, è stato degradato, imbarbarito e ridotto in una condizione che nessuna sconfitta esterna, e nemmeno la frammentazione interna, avrebbe mai potuto provocare. Uomini senza scienza né coscienza lo hanno consegnato all’universale disprezzo".

adolf hitler joseph goebbels

 

La sconvolgente avventura del nazismo era appena all’inizio, ma il maggiore dei fratelli Mann già prefigurava il disastro a venire: una nuova guerra in Europa, l’attacco fatale all’Urss, l’ignominia per il suo Paese. Sbagliava solo i tempi. Pensava, lo scrittore, che la ragione sarebbe tornata a prevalere nel 1940, quando invece scattò l’invasione nazista dell’Europa centrale, fino all’occupazione di Parigi.

 

heinrich mann 1

Heinrich Mann era già in esilio quando scrisse L’odio (da cui è tratta la citazione precedente, in uscita il 30 agosto per l’editore L’orma). Era fuggito in Francia, rocambolescamente, nel febbraio ‘33, il giorno prima che la polizia nazista perquisisse la sua casa di Berlino: lo avrebbero probabilmente arrestato, dovettero “accontentarsi” di tormentare la giovane moglie Nelly, cercando – invano – di sapere da lei dove fosse il marito, in che modo e in che direzione si fosse dileguato.

 

la foto segreta di hitler

Heinrich Mann, negli anni cruciali dell’ascesa del nazismo, non era meno famoso del fratello Thomas, pur insignito col premio Nobel per la letteratura nel 1929. […]

[…] Heinrich – diversamente da Thomas – fu un precoce e tenace oppositore del nazismo, che lo mise in testa alla lista dei suoi nemici fra gli odiati intellettuali, ed ebbe un importante ruolo pubblico, fino alla presa nazista del potere, come presidente della Sezione letteraria dell’Accademia delle Arti di Berlino, l’organismo culturale più importante della Germania.

 

heinrich mann 2

Ne L’odio Mann si cimentò in un ritratto feroce dei nuovi potenti, mettendo alla berlina i gerarchi più in vista, Hermann Göring e Joseph Goebbels, descritti (e demoliti) con profetica perspicacia nella commistione di arroganza politica e pericolosa pochezza psicologica e intellettuale; lo stesso Adolf Hitler è nominato con sarcasmo "il grande uomo". "Non pensano – scrive di loro – anzi odiano il pensiero, perciò nonostante gli enormi crimini che commettono, rimangono sempre dei miseri falliti. Più di chiunque altro odiano noi intellettuali. Ci disprezzano incomparabilmente più dei comunisti e persino con ancora maggior foga degli ebrei, che pure non si può dire che non detestino dal profondo del cuore". L’odio è il racconto della "degradazione" che ha trascinato la Germania nel gorgo del nazismo

 

il nazismo visto dalla guardia del corpo di hitler 25

[…] "La sanguinosa infamia che ha macchiato il Paese – scrive – era del tutto evitabile. Sarebbe bastato opporsi con serietà – e mi riferisco soprattutto agli intellettuali – invece di adattarsi con vigliaccheria e fingere di approvare le politiche naziste. Non si possono accettare le vaghe giustificazioni di un movimento disumano per programma politico".

Heinrich ebbe rapporti complicati col fratello Thomas. Vissero insieme, in buona armonia, molti passaggi delle loro vite (la comune passione per l’Italia è documentata nel romanzo di Heinrich La piccola città, ambientato nel buen retiro di Palestrina), ma ebbero anche forti contrasti personali e politici.

 

heinrich mann 5

Come scrisse in una lettera Thomas – arrivato ben più tardi del fratello all’antinazismo: "In me domina l’elemento nordico-protestante, in mio fratello Heinrich quello cattolico-latino. In me c’è quindi più coscienza, in lui più volontà attiva. Io sono un individualista etico, lui è socialista, o come si voglia ancora parafrasare e definire questo contrasto che si manifesta intellettualmente, artisticamente, politicamente, in breve in ogni rapporto".

 

Entrambi, nel dopoguerra, saranno simboli della cultura tedesca d’opposizione, nella comune persuasione, come scrisse Heinrich nelle ultime righe de L’odio, "che le fatiche letterarie non cadano mai nel vuoto, anche quando deve passare molto tempo prima che diventino accessibili ai lettori. Le generazioni future saranno in grado di agire con giustizia soltanto se noi, oggi, ci saremo ostinati a adoperare il linguaggio della verità".

IL PROCESSO DI NORIMBERGALE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI LE FOTO DEL NAZISMO A COLORI heinrich mann 4

Ultimi Dagoreport

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…