FACCETTE “NERE” A LATINA – IL SINDACO CAMBIA NOME AL PARCO MUSSOLINI (E INVITA LA BOLDRINI): SI CHIAMERA' “FALCONE E BORSELLINO” – NEL PADOVANO UNA FRAZIONE SI CHAMA MUSSOLINI: SE PASSA LA LEGGE CHE PREVEDE IL CARCERE PER LA PRODUZIONE E DIFFUSIONE DI SIMBOLI DEL VENTENNIO, I CITTADINI CHE FINE FANNO?
1 - E LATINA CAMBIA NOME AL PARCO MUSSOLINI
Pier Francesco Borgia per il Giornale
La toponomastica a Latina è da sempre materia di scontro. Ancor di più in questi giorni che il dibattito a livello nazionale sull' apologia del fascismo è reso ancor più incandescente da stabilimenti balneari da «bonificare» e proposte di legge definite «liberticide». Il primo cittadino Damiano Coletta ha firmato il 28 giugno scorso una delibera con la quale Latina si impegna a per onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a 25 anni dalla morte, dedicando loro i giardini pubblici. Quegli stessi giardini che la gente di Latina chiama da sempre i «Giardinetti», ma che è convinta portino il nome di «giardini Mussolini» o «Parco Mussolini», perché storicamente dedicati alla memoria del fratello del Duce, Arnaldo.
Mercoledì prossimo nella città pontina arriverà anche il presidente della Camera Laura Boldrini per scoprire la targa in memoria dei due magistrati. Un gesto che è stato pensato per unire la città nel ricordo di Falcone e Borsellino ma che finisce per dividere. Anche in ragione della presenza della Boldrini, che si è distinta in questi giorni per aver preso posizioni fin troppo radicali in merito ai simboli del Ventennio. Parte dei residenti, infatti, non condivide la scelta di Coletta. E il malumore in città è più che palpabile. «Ce n' era proprio bisogno?» si sente dire per le strade e nei caffè. «D' altronde - ricorda qualcuno - c' è già una scuola intitolata ai due magistrati.
DAMIANO COLETTA SINDACO DI LATINA
Non si poteva fare lì una bella commemorazione?» E poi in una città in espansione come questa, accennano altri, ci sono tanti giardini e rotonde ancora senza nome. Perché andare a stuzzicare la memoria della città? I «giardinetti», o «parco Mussolini», si trovano infatti nel cuore di Latina. E sono da sempre la cornice verde della vita comunitaria. Il malumore diventa più evidente nei rappresentanti delle opposizioni in Consiglio comunale. «Dopo tante ore dedicate a questo in Consiglio - scrive sulla sua pagina Facebook Giovanna Miele (Forza Italia) - i cittadini non hanno tratto alcun giovamento da una nuova intitolazione. Il parco è sempre lo stesso: sporco e abbandonato, tutt' altro che simbolo di una cultura nuova e della fantomatica legalità del bene comune».
La Miele, durante il dibattito in Consiglio comunale, aveva anche fatto una controproposta: dedicare la nuova cittadella giudiziaria (in costruzione) alla memoria dei due magistrati. Niente da fare. E per indorare la pillola, il sindaco ha più volte sottolineato che non si tratta di cambiare il nome del parco visto che una delibera del 31 luglio del 1943, firmata dall' allora podestà, imponeva la rimozione della targa dedicata ad Arnaldo Mussolini. Insomma, spiegava il sindaco, il problema non si pone. Ora però deve spiegarlo anche ai tecnici di Google. Visto che per le mappe digitali del colosso americano quello è ancor oggi il «parco Arnaldo Mussolini».
2 - ANCHE UN PAESINO VENETO DIVENTA «REATO GEOGRAFICO»
Da il Giornale
Se passa quella che sarà nota, in caso, come legge Fiano sull' apologia del fascismo, con pene che vanno da sei mesi a due anni per chi esalta il ventennio con gadget, simboli, foto e tutto quanto si riferisce al regime, Alessandra Mussolini potrebbe diventare, come ha detto lei stessa ieri al Giornale, «un reato vivente» e promette di autodenunciarsi rivendicando il suo cognome. E da «reato vivente» a «reato geografico» il passo e breve.
Anzi, brevissimo perché a rischiare è una località che si chiama, da tempo immemore, come il fondatore del fascismo e Alessandra. È una frazione del Comune di Villanova di Camposampiero, provincia di Padova. Forse la famiglia del Duce viene proprio da lì. Comunque i mussoliniani stricto sensu dovranno cambiare nome al loro paesello. Altrimenti, grazie a Fiano, saranno guai.