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LAURA C’E’ - LA STUDENTESSA ERASMUS RIMASTA GRAVEMENTE FERITA NELL’INCIDENTE IN SPAGNA, RIAPRE GLI OCCHI E SORRIDE ALLA MAMMA - DOPO 10 GIORNI IN COMA FARMACOLOGICO, LAURA FERRARI E’ TORNATA A RESPIRARE AUTONOMAMENTE E HA PRONUNCIATO QUALCHE PAROLA - IL PADRE “ASSOLVE” L’AUTISTA DEL BUS
Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”
È successo ieri alle tre di pomeriggio, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santa Creu e San Pau di Barcellona. È successo ieri dopo 10 giorni di buio: «Laura finalmente si è svegliata — annuncia felice suo fratello Lorenzo al telefonino —. Mia sorella ha aperto gli occhi.
Prima ha fatto un sorriso a mamma Annunziata che era lì accanto al letto e quasi sveniva dall’emozione, poi ha mosso la testa per far capire che riconosceva anche papà Riccardo. È stato bellissimo, un grandissimo giorno per noi. Poi lei ha detto pure qualche parola, ma non l’abbiamo capita e comunque fa niente, va bene così, dopo giorni di paura e incubi...».
Lorenzo Ferrari, 27 anni, dottore in Economia all’università Bocconi di Milano, è rientrato ieri sera in Italia. Sua sorella Laura, 23 anni, di Modena, faceva parte della comitiva di studenti Erasmus che tornava in pullman, da Valencia a Barcellona, domenica 20 marzo all’alba.
Il pullman che ha sbandato sull’autostrada per Tarragona e ha fatto strage di chi era a bordo: 13 morti e 34 feriti. Delle tredici vittime, sette erano studentesse italiane: Francesca Bonello, Lucrezia Borghi, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Serena Saracino, Elisa Scarascia Mugnozza, Elisa Valent. Laura no, Laura per fortuna ce l’ha fatta, anche se ha le vertebre del collo fratturate e i chirurghi dell’ospedale con un intervento durato moltissime ore le hanno ricostruito quasi interamente la parte sinistra del cranio.
È stata in coma farmacologico fino a ieri, quando i medici della terapia intensiva hanno provato per la prima volta «a tirarle via i farmaci», racconta Lorenzo, per vedere la reazione del suo corpo ferito. «Le hanno tolto anche il respiratore per qualche minuto — continua il fratello —.
E Laura così per la prima volta è tornata a respirare autonomamente. Nonostante la morfina è riuscita a pronunciare pure qualche parola. Insomma, progressi enormi rispetto al giorno di Pasqua, quando aveva mosso soltanto le palpebre. Stanotte, penso, la riaddormenteranno con i farmaci, ma ci hanno detto comunque che non è più in pericolo di vita. E questa è la cosa che conta».
«Ma ora — prosegue Lorenzo, commosso — vorrei ringraziare pubblicamente Elise, una ragazza belga coetanea di Laura che è stata davvero il suo angelo custode. È venuta in ospedale e mi ha raccontato che lei e Laura dormivano, una con la testa sulla spalla dell’altra. C’è stato l’incidente e Laura ha salvato Elise, perché mia sorella le è finita davanti e ha assorbito tutto l’urto.
Ma poi è stata Elise ad estrarre Laura dalle lamiere, a tamponare le sue ferite e a tenerla sveglia fino all’arrivo dei soccorsi. Ed è stata sempre Elise a sbloccare la cintura di sicurezza all’autista rimasto intrappolato e poi a mettere i triangoli di segnalazione di pericolo dietro e davanti al pullman, evitando che altri mezzi potessero sbatterci contro...». Molto presto le due giovani si rincontreranno.
Laura Ferrari studia Giurisprudenza all’università di Modena e Reggio Emilia e il preside della sua facoltà, Luigi Fòffani, partirà domani per andarla a trovare in ospedale. Il console italiano a Barcellona, Stefano Nicoletti, «pur nella sventura» ha però un’altra bella notizia da dare: «Due ragazzi italiani rimasti feriti nell’incidente - dice - sono stati dimessi e hanno deciso di restare in Spagna a studiare per continuare il progetto Erasmus. Un messaggio forte di speranza e di vita».
L’inchiesta, intanto, si è arenata. Perché l’autista del pullman, 63 anni, è ancora ricoverato in terapia intensiva a Tortosa e non può essere interrogato. I genitori di Laura, però, già il giorno dopo il disastro, dichiararono di non avercela con lui: «Sono anch’io un professore — disse papà Riccardo — e ogni anno accompagno tanti studenti in gita. Gli incidenti stradali purtroppo possono capitare».
Il professor Ferrari è docente di Estimo all’istituto Guarini di Modena, sua moglie Annunziata fa l’insegnante di sostegno. La loro vita da sempre è in mezzo ai ragazzi e adesso non vedono l’ora di ricominciare. Insieme a Laura.