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FACCIO COSE, VEDO GENDER - UN LICEO DI EMPOLI LANCIA LE LEZIONI DI "VOGUING", UN TIPO DI BALLO LEGATO AGLI AMBIENTI LGBT+, DURANTE LA LEZIONE DI EDUCAZIONE FISICA, E SCOPPIA LA POLEMICA - LA DEPUTATA DI FRATELLI D'ITALIA CHIARA LA PORTA: "L'ENNESIMO TENTATIVO DI INCULCARE E DIFFONDERE LA TEORIA GENDER NELLE SCUOLE " - LA DIRIGENTE SCOLASTICA: "E' STATA FATTA UNA STRUMENTALIZZAZIONE. NESSUNO È STATO OBBLIGATO…"

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(ANSA) - E' polemica a Empoli (Firenze) per un progetto promosso in un liceo sul 'Voguing', un tipo di ballo che sarebbe particolarmente legato agli ambienti Lgbtqia+, durante le ore di educazione fisica. Sulla questione, come riportato oggi dai quotidiani locali, la deputata di Fratelli d'Italia Chiara La Porta ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, "per valutare se ritenga opportuno che dei ragazzi minorenni a scuola vengano costretti, in orario di lezione, a prendere parte a lezioni di ballo Lgbtqia+", "che prevede sfilate e balli di gruppo invertendo i ruoli maschili e femminili, abiti compresi".

 

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Per Della Porta "è inaccettabile e lesivo delle libertà personali obbligare dei ragazzi minorenni a seguire un corso" del genere, e "questi tipi di progetti non sono altro che l'ennesimo tentativo di inculcare e diffondere la teoria gender nelle scuole". Per la dirigente del liceo, Valeria Alberti, "è stato sollevato un polverone per nulla. E' stata fatta una strumentalizzazione su una nostra eccessiva trasparenza dal momento che nell'oggetto della circolare, in cui si invitavano studenti e docenti alla partecipazione, è stato inserito in una parentesi 'ballo Lgbtqia+'. Questo solo per spiegare in quale comunità nasce il Voguing, visto che non tutti lo sanno".

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La preside precisa che "nessuno è stato obbligato a sfilare, a ballare, né a invertire i ruoli. Il progetto prevedeva che ogni alunno portasse da casa un oggetto, un cappello, un paio di occhiali, e camminasse tenendo una postura corretta. A livello educativo si tratta di una attività che aiuta i ragazzi ad accrescere la sicurezza di sé, a prendere coscienza del loro modo di muoversi".

 

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L'idea, aggiunge, "è stata proposta solo con finalità didattiche che si sposavano con i temi dell'inclusione, della riflessione su uno spaccato che fa parte della nostra comunità. La scuola in ogni cosa è super partes, va oltre le questioni politiche e ideologiche. Tutto ciò che viene svolto in classe è per fini educativi".

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