“L’UNICO ODORE DISTINTAMENTE MEMORABILE, DISTINTAMENTE GRADEVOLE È L’ODORE DELLA FICA” – LIRIO ABBATE INFILA IL NASO NEI DIARI DI MATTEO MESSINA DENARO E RIVELA LE OSSESSIONI PER LE DONNE E LE SCOPATE DEL LATITANTE NEL LIBRO “I DIARI DEL BOSS”: “È IL PELO CHE RENDE MISTERIOSA LA FICA, UNA FICA SENZA PELO SEMBRA UN’OSTRICA MORTA. NESSUN UOMO SI È MAI ECCITATO NEI MUSEI NEL GUARDARE UNA STATUA DI DONNA. L’UCCELLO FA IL NIDO NEL FOGLIAME E NON NEI RAMI SECCHI”. LA CONVINZIONE DI ESSERE IRRESISTIBILE: “QUANDO PARLO CON UNA DONNA SUSCITO IN LEI UNA SENSAZIONE LIQUIDA CHE LA FA FREMERE”
Estratti del libro “I diari del boss” di Lirio Abbate
[…] Culetto tentatore: mentre camminavo lemme lemme in una grande città, in compagnia di una escort francese, entrando in una cattedrale, mentre mi avvicino ad una delle statue, noto con la coda dell’occhio una donna tutta in nero inginocchiata dinanzi ad un oggetto sacro; è l’immagine della religiosità. Ma non posso fare a meno di osservare che possiede altresì un culetto squisito, un culetto malandrino, potrei dire. Il culetto ti dice tutto di una donna, il carattere, il temperamento, se è irascibile, morbosa, allegra o volubile, se è sensibile o insensibile, se è materna o amante del piacere, se è sincera o bugiarda per natura. Provavo un grande interesse per quel culetto, nonché per la religiosità dalla quale era rivestito. Era un culetto tentatore. Lo fissavo così attentamente che alla fine la proprietaria si voltò; mi lanciò un’occhiata, arrossì intensamente, poi tornò a volgere lo sguardo sull’oggetto della sua adorazione, un santo. […]
Matteo Messina Denaro si attribuiva grandi e numerosissime qualità, come abbiamo visto. Tra queste, una naturale sintonia con l’universo femminile. Era convinto che ogni creatura del sesso opposto fosse irresistibilmente portata ad adorarlo con la stessa devozione che lui riservava a se stesso. A onor del vero, c’è da dire che in molti casi i fatti gli hanno dato ragione.
La quantità di sacrifici a cui molte donne hanno deciso di sottoporsi in nome suo non è spiegabile se non facendo ricorso a parole come devozione e venerazione. Sentimenti quasi mai corrisposti. Non del tutto, almeno. Quando parlava delle «sue» donne, Messina Denaro non raccontava mai passioni vorticose o attimi travolgenti, al contrario era sempre misurato, ci teneva a far vedere di avere comunque la situazione sotto controllo. Si ritagliava una prospettiva un po’ distaccata, più da osservatore che da protagonista.
laura bonafede matteo messina denaro
[…] Ci sono ben poche parole di vero amore nei libricini. Ogni tanto si affaccia l’eco di una passione consumata, di un rapporto più significativo di altri, ma è comunque tutto già spento, già passato sotto il filtro del giudizio del boss. Al massimo c’è la compassione. Si diceva dispiaciuto per tutte le sofferenze che aveva dovuto sopportare chi gli era stato accanto favorendolo. Ma anche in questo caso si fa fatica a stabilire fino a che punto fosse sincero. Spesso la sensazione è di trovarsi di fronte a parole di circostanza. E non si può escludere che sotto la facciata del rimorso si nascondesse l’orgoglio.
[…] Da come ne parlava, sembra quasi che le sue storie d’amore risalissero a un’epoca molto lontana, un passato remoto […]
Tra me e la persona che lei cercava, tra me e la persona che lei immaginava nella sua mente, c’era una differenza decisiva. Ormai è passato tanto di quel tempo che anche la sofferenza si è fatta da parte, nel senso che si è smesso di soffrire, ed il vuoto ha segnato entrambi, e neanche ci si tenta più. È andata così. Tu hai la vita complicata ma sei il più onesto di tutti, non hai ipocrisie e ti preferisco, rispose freddamente, come una convinta vegetariana a cui avessero chiesto se mangiava l’insalata.
In generale, i libricini sono, tra le altre cose, anche una lunga carrellata di corpi e menti femminili che l’autore studia e analizza con curiosità quasi da entomologo. Qualche esempio basterà a sottolineare il concetto:
Molte donne sfioriscono con l’età, altre invece, che da giovanissime appaiono scialbe, solo maturando fanno sbocciare appieno la loro bellezza. Gli anni passano discreti, in punta di piedi, beffandosi silenziosamente di noi, e d’improvviso ci spaventano allo specchio. Dopo i 50 la vanità serve solo a soffrire.
Ad una donna intelligente fa sempre piacere che le si chieda quello che è, comunque, disposta a dire. Questo tipo di donne non me le filo neanche di striscio. Sole che, come ho detto, sono intelligenti queste tipe, ed appena intuiscono, cioè quasi subito, che non me le filo neanche di striscio, non vogliono più che le si chieda nulla. … i suoi lineamenti erano di una purezza perfetta, ma la superbia le accendeva gli occhi sentendo anche la dolcezza della voce.
[…]
Il sesso era un argomento che di sicuro lo appassionava. Gli piace ricordare le sue avventure, e come al solito indugiava su quei ricordi che gli permettevano di fare il brillante:
Disse: non ho la minima fiducia nella gente di poco appetito. Ho sempre l’impressione che debbano sfogarsi in qualche altro modo.
Risposta: stai tranquilla con me, riesco solo a sfogarmi col sesso.
Ridisse: allora non mangiare!
Oppure, come al solito, esaltava i racconti con donne francesi, in cui poteva dare conferma della pretesa irresistibilità del suo fascino:
“mi disse di essere attratta dal mio fascino selvatico”. Ho sorriso.
Mi disse: “hai la bocca perfetta, disegnata dal dio delle labbra”.
Mi disse anche: “che tra di loro, parlando di me, mi chiamavano ‘Feu’ per non fare il mio nome”. Fu Marie Sophie che mi appiccicò “Feu”, e fu pure lei ad inventarsi il Dio delle labbra.
(era il 1991 ed ero un uomo libero allora). (Feu = Fuoco)
O ancora questi:
In genere quando parlo con una donna suscito in lei una sensazione liquida che la fa fremere.
[…] sono abituato alle forti reazioni che produconnelle persone, in particolare nelle donne mature.
[…] Una tipa mi disse: “non c’è modo di scoparsene un quarto di quelli che vorremmo, bisogna rassegnarsi. Il cielo ha deciso così”. Credo che fosse riferito a me ed al mio diniego. Ma che farci!
Il boss non si limitava a raccontare di conquiste e a esaltare le proprie doti di tombeur de femmes. Tutt’altro. Spesso scendeva nel dettaglio. A volte faceva dei commenti decisamente non adatti al buon gusto. In alcuni passaggi travalicava i confini del buon gusto per scadere nella pura e semplice volgarità. Di seguito, un pugno di affermazioni da bollino rosso:
L’unico odore distintamente memorabile, distintamente gradevole è l’odore della fica. Più particolarmente l’odore che resta sulle dita dopo che si è giocato con una donna; infatti questo odore è anche più gradevole, forse perché già porta con sé il profumo del passato, piuttosto che il profumo della fica in quanto tale. Puoi ricordare tante cose della donna che hai amato, ma è difficile ricordarne l’odore della fica, con un qualche grado di certezza.
matteo messina denaro a verona nel 2006
È il pelo che rende misteriosa la fica, una fica senza pelo sembra un’ostrica morta. Nessun uomo si è mai eccitato nei musei nel guardare una statua di donna proprio perché le statue non hanno il pelo. È la verità a parer mio, ed oserei aggiungere che chi è attratto da una fica senza pelo ha tendenze pedofile, magari senza saperlo. Non potrei mai avere a che fare con una fica senza pelo.
Ho sognato me giacere sul tuo pube nero ramato d’hennè (tu lo sai chi sei) La donna con la figa depilata non fa per me; è accaduto di averne vista una, mi sono ricomposto e andato via senza fare nulla. A parte il fatto di avere lasciato nello sconforto più totale la donna in questione. L’uccello fa il nido nel fogliame e non nei rami secchi le dissi. Volle rincontrarmi dopo alcuni mesi.
[…]
il boss ha specificato in modo più che chiaro che il materiale doveva essere consegnato a Lorenza solo una volta che quest’ultima fosse stata matura e capace di ragionare in modo libero da condizionamenti esterni, ma la sensazione straniante rimane.
matteo messina denaro 2matteo messina denaro 3lorenza messina denaromatteo messina denaro davanti la casa di laura bonafedematteo messina denaro