lombardia ospedali

LOMBARDIA A DUE FACCE: SE NEL LODIGIANO I CONTAGI SCENDONO, CRESCONO QUELLI BERGAMASCHI - HA FUNZIONATO LA GESTIONE ZONA ROSSA NELL’AREA IN CUI È STATA APPLICATA DAL 23 FEBBRAIO ALL’8 MARZO - ATTILIO FONTANA: “SE I NUMERI SI RIDUCONO LADDOVE CI SONO STATE MISURE RIGOROSE, SIGNIFICA CHE BISOGNA RIDURRE LA COSIDDETTA VICINANZA SOCIALE, IL RAPPORTO DIRETTO TRA LE PERSONE”

Chiara Baldi per www.lastampa.it

 

DECRETO DEL GOVERNO CHE HA CHIUSO LA LOMBARDIA

Al diciannovesimo giorno dall’inizio dell’emergenza coronavirus rallenta la crescita dei casi positivi nella provincia di Lodi: dai 928 di ieri si è passati ai 963 di oggi, con “solo” 35 positivi in più. Di contro, la zona della Bergamasca continua a essere la provincia lombarda con le maggiori criticità: qui le persone che risultano infette a oggi ammontano a 1472, cioè 248 casi in più rispetto al giorno prima.

 

A fare la differenza, la cosiddetta «zona rossa», che nel Basso Lodigiano è stata istituita domenica 23 febbraio ed è durata fino a domenica 8 marzo, cioè i quattordici giorni canonici della quarantena suggerita per il Covid19. Un periodo di ‘reclusione’ che, ha voluto ricordare l’assessore alla Protezione civile Pietro Foroni, «i quasi 50 mila cittadini dei comuni coinvolti hanno rispettato molto attentamente: solo lo 0,06 per cento di loro ha ‘sgarrato’ alle regole. Per cui ringraziamo il restante 99,94 per cento per esser stato così ligio».

lombardia ospedali

 

«Se i numeri si riducono laddove ci sono state misure rigorose come nella zona rossa – ha spiegato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana –, significa che bisogna ridurre la cosiddetta vicinanza sociale, il rapporto diretto tra le persone, cioè la possibilità di diffondere il virus. È l'unica strada. Dobbiamo insistere perché è l'unica medicina che abbiamo per interrompere questa situazione».

 

attilio fontana si mette la mascherina 1

In mattinata proprio Fontana si era incontrato con i sindaci dei capoluoghi di provincia con i quali, «analizzando i dati legati proprio alla zona rossa di Lodi e Codogno (cioè il paese focolaio del virus, ndr), abbiamo notato che quella fosse l’unica zona in cui l’evoluzione dell’infezione si sta invertendo, si sta riducendo e sta andando a una velocità completamente diversa rispetto alle altre province.

 

AI sindaci – ha chiarito Fontana – abbiamo chiesto di fare una valutazione e raccontare la realtà del loro territorio”: valutazione che ha portato poi la Regione a chiedere al Governo, tramite una lettera, “misure più stringenti” come la chiusura degli esercizi commerciali. Perché, “l’unica medicina che abbiamo per ridurre il contagio è evitare i contatti».

 

lombardia ospedali

Nella bergamasca, invece, dove nonostante le richieste di Regione e il parere positivo dell’Istituto Superiore di Sanità non è mai stata istituita una zona rossa, la situazione è più critica che mai, con un costante aumento di contagiati: oggi 1472, ieri 1245, domenica 8 marzo erano 997, sabato 7 marzo 761 e venerdì 5 marzo erano 623.

 

GALLERA E ATTILIO FONTANA

E su Bergamo, nello specifico, l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha lanciato un ulteriore allarme: «Qualcuno di voi sentirà di presidi ospedalieri allo stremo, come ad esempio quelli di Bergamo e Cremona. ecco, Bergamo è in una situazione di grande tensione –, ha spiegato Gallera –. Proprio per sostenere lo sforzo del Papa Giovanni XXIII, uno degli ospedali considerati “di frontiera”, oggi è stata lanciata sulla piattaforma GoFundMe – la stessa usata da Chiara Ferragni e Fedez per raccogliere i soldi per l’ospedale San Raffaele di Milano – una raccolta fondi che ha l’obiettivo di raccogliere 500 mila euro: al momento son stati raccolti oltre 31 mila euro».

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