"MIO PADRE USAVA MOLTO LE MANI E MANDÒ DIVERSE VOLTE MIA MADRE IN OSPEDALE" – LUCA TOMMASSINI PARLA DEL PADRE VIOLENTO A “OGGI È UN ALTRO GIORNO”: “UNA VOLTA HA COLPITO MIA MAMMA. POI IN OSPEDALE MI HANNO COSTRETTO A MENTIRE E DIRE CHE NON ERA STATO LUI, NON SIAMO MAI RIUSCITI A FARE LE DENUNCE PERCHÉ AVEVAMO TUTTA LA FAMIGLIA CONTRO” - "IL GIORNO CHE SCOPRÌ CHE MI ERO ISCRITTO ALLA SCUOLA DI BALLO PRESE UNA BOTTIGLIA D’ACQUA DI VETRO E…” - VIDEO
Il ballerino e coreografo Luca Tommassini, collaboratore di Madonna, che ha fatto ballare tanti attori del cinema italiano (da Verdone ad Accorsi), protagonista di diverse stagioni di Amici e X Factor, ha raccontato la sua difficile infanzia con un padre violento alla trasmissione su Rai 1 Oggi è un altro giorno dove era presente anche la mamma Pasqualina.
luca tommassini oggi e un altro giorno
"Una volta ha colpito mia mamma- ha detto Tommassini raccontando un episodio in cui il padre aveva colpito la mamma - e poi in ospedale mi hanno costretto a mentire e dire che non era stato lui, non siamo mai riusciti a fare le denunce perché avevamo, io e mia mamma, contro tutta la famiglia".
Tommassini aveva 8 o 9 anni quando è successo questo. "Mia mamma è la mia guerriera, mi ha insegnato a non abbassare mai la testa". Il rapporto con la mamma è stato fondamentale per il coreografo che grazie a lei è riuscito a coronare il suo sogno di diventare ballerino, in un'intervista di qualche anno fa ci aveva raccontato della prima volta che aveva ballato alla notte degli Oscar: "Guardavo in platea: sembravano cartonati e invece c'era tutta Hollywood, ogni tanto incrociavo gli occhi di qualcuno ma dovevo rimanere immobile. Non riuscivo a stare fermo e allora pensavo a mia madre che nella vita avrebbe voluto fare la ballerina e non ha potuto farlo. Ogni volta che vado in scena penso di portarmi pure lei e tutti i sacrifici che ha fatto".
luca tommassini oggi e un altro giorno
In passato parlando del padre aveva detto: "Usava molto le mani e mandò diverse volte mia madre in ospedale. Una volta mi tirò in faccia un posacenere di cristallo, di quelli anni Settanta, quadrati. Non parlai per settimane. Mi portarono da uno psicologo per superare questo mutismo: ovviamente di nascosto da mio padre.
Il giorno che scoprì che mi ero iscritto alla scuola di ballo, venne a pranzo, per rimproverarci. Mia madre iniziò a difendermi. Lui stava urlando, prese una bottiglia d’acqua di vetro, la spaccò contro un muro e andò contro mamma. Io mi misi in mezzo e per la prima volta gli urlai in faccia: Vattene, vattene!'. Finché non se ne andò".
La danza per Tommassini, 52 anni, è stata la salvezza. "Il ballo mi ha salvato la vita, sono nato in una zona di Roma (Pineta Sacchetti, ndr) dove - come ho scritto nel mio libro Fattore T - era vietato sognare, invece io mi sono concesso di sognare. La musica e la danza mi hanno fatto fare dei viaggi fuori di me.
Sono cresciuto con musical come Saranno famosi, Flashdance, Footloose, Staying alive. Per me erano ossigeno, vedere persone come me ma con qualcosa di magico e io ho cercato realizzare quella magia. Appena ho messo da parte abbastanza soldi sono partito per gli Stati Uniti che era il sogno anni Ottanta e sono andato lì a studiare".
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