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DIMMI QUALCOSA DI BELLO - IL TENENTE GIUSEPPE DI BELLO AVEVA DENUNCIATO LA PRESENZA DI METALLI PESANTI E SOSTANZE CANCEROGENE OLTRE I LIMITI NELL’INVASO DI PERTUSILLO, IN LUCANIA. BENE, BRAVO, SOSPESO DAL SERVIZIO!
V.Pic. per il “Corriere della Sera”
Tenente Giuseppe Di Bello, il rischio di disastro ambientale lei lo denuncia da anni. Perché?
«Nel gennaio 2010 avevo visto cambiare il colore dell' invaso del Pertusillo, sotto il bivio di Montemurro. C' era una patina anomala. Ho fatto fare le analisi. C' erano metalli pesanti, idrocarburi alogenati e clorurati cancerogeni.
Come ufficiale di polizia provinciale ho sporto denuncia. Ma sei mesi dopo, l' indagine è stata archiviata. Intanto sono stato sospeso dal servizio per rivelazione di segreti d' ufficio: quelle analisi, su cui però non hanno fatto controlli».
Ha fatto altre analisi?
«Sì, a spese mie, anche quando sono tornato in servizio in un museo. Nel 2011 con un canotto a remi ho prelevato i sedimenti sui fondali dell' invaso. Ho trovato 559 mg/kg di idrocarburi, e metalli pesanti in misure elevatissime. E dopo è andata anche peggio. Sotto il pozzo di reiniezione, Costa Molina 2, c' erano alifatici clorurati cancerogeni 7.000 volte oltre i limiti.
Era la prova che il pozzo perdeva. Ora è stato sequestrato. Vicino al Tecnoparco in Val Basento (partecipato al 40 per cento dalla Regione), a Pisticci, nei pozzi dei contadini c' erano sostanze cancerogene anche 1.000 volte oltre i limiti. Mi hanno denunciato ancora, ma purtroppo avevo ragione».
Di chi è la colpa?
«Il procuratore Roberti ha parlato di mafia dei colletti bianchi. Truccano i codici dei rifiuti da pericolosi a non pericolosi. E inquinano la falda, da anni. Ma sono i pozzi vuoti il vero affare perché reiniettano ad oltre 300 atmosfere veleni nelle viscere della terra. Arpab non ha mai controllato, la Asl si è allineata e la Regione ha sminuito. Il peggio può ancora arrivare».
Cioè?
«Il rischio è che, grazie allo sblocca italia, si sblocchino altri 18 permessi. In Val d' Agri con un' autorizzazione sono stati fatti 50 pozzi, già in funzione. La Lucania fornisce acqua potabile a gran parte del Sud Italia. Se va così non ce ne sarà più ».