lucca - operaio teme il licenziamento e uccide il caporeparto 3

L’ITALIA CHE SARÀ - A LUCCA UN OPERAIO DI 43 ANNI UCCIDE IL SUO CAPO PERCHÉ TEMEVA DI ESSERE LICENZIATO - L’UOMO HA RUBATO LA PISTOLA A CASA DEI SUOI GENITORI

Simone Dinelli e Simone Innocenti per www.corriere.it

 

MASSIMO DONATINI MASSIMO DONATINI

Omicidio all’alba a San Filippo, quartiere della periferia di Lucca, dove un uomo di 52 anni, Francesco Sodini, caporeparto all’interno della Cartiera Lucchese Lucart di Porcari, è stato atteso e ucciso sotto casa a colpi di pistola da Massimo Donatini, 43 anni, anche lui dipendente della stessa azienda e abitante a Camigliano nel comune di Capannori.

 

Alle origini del gesto, verificatosi poco prima delle 7 di mattina in piazza Salvo D’Acquisto, alcuni problemi emersi sul luogo di lavoro: Sodini (fratello di un ispettore di polizia), infatti, era il capo di Donatini, che temeva di essere licenziato. Donatini avrebbe premeditato l’omicidio, rubando al padre la pistola, una calibro 9x21, sembra regolarmente denunciata. L’omicidio è avvenuto davanti a testimoni, tra cui la moglie dello stesso Sodini che si è affacciata alla finestra dell’abitazione dopo aver sentito gli spari.

 

LA PAURA DEL LICENZIAMENTO

MASSIMO DONATINI  MASSIMO DONATINI

Temeva di essere licenziato: per questo Massimo Donatini, secondo quanto lui stesso ha raccontato ai carabinieri, ha ucciso il suo caporeparto. Donatini abita a Camigliano, una frazione di Capannori a meno di 10 chilometri da Lucca, insieme alla moglie che gestisce una lavanderia e al figlio di 3 anni.

 

I genitori, a cui l’operaio avrebbe rubato la pistola per sparare al suo caporeparto, abitano invece in un’altra casa a poca distanza. Sul posto polizia e carabinieri per compiere una serie di accertamenti. I dipendenti della cartiera dove Donatini lavorava continuano a dirsi increduli e ripetono che «non hanno mai visto licenziamenti» come diceva di temere l’operaio.

LUCCA - OPERAIO TEME IL LICENZIAMENTO E UCCIDE IL CAPOREPARTO LUCCA - OPERAIO TEME IL LICENZIAMENTO E UCCIDE IL CAPOREPARTO

 

IL KILLER SI È COSTITUITO

Donatini ha aspettato la sua vittima all’auto, una Lancia Fedra parcheggiata nella piazza che da lì a pochi minuti avrebbe dovuto prendere per andare a lavorare, e lo ha freddato con dodici colpi di arma da fuoco. Alcuni residenti della zona, piuttosto popolata, sentendo gli spari hanno avvertito la centrale del “118”, che ha inviato in zona un’ambulanza con il medico, ma per Sodini non c’era ormai più niente da fare. Il killer nel frattempo si è allontanato a piedi dalla scena dell’omicidio, recandosi al comando provinciale dei carabinieri di Lucca, dove si è costituito consegnando la pistola utilizzata per l’esecuzione.

 

LUCCA - OPERAIO TEME IL LICENZIAMENTO E UCCIDE IL CAPOREPARTO LUCCA - OPERAIO TEME IL LICENZIAMENTO E UCCIDE IL CAPOREPARTO

L’uomo è stato immediatamente sottoposto al fermo di polizia giudiziaria. Sulla vicenda, oltre ai carabinieri, indagano adesso anche gli agenti della squadra mobile della Questura. Sodini lascia la moglie Maria Pia Manfredini, una fra le prime persone ad accorgersi dell’accaduto, e due figli.

 

LA CRISI E LA LUCART

Il caporeparto ucciso era responsabile del settore caldaie negli stabilimenti di Diecimo e Porcari delle cartiere del gruppo Lucart. È quanto si apprende da alcuni dipendenti delle cartiere rimasti scioccati dall’omicidio. Massimo Donatini che i ha ucciso a colpi di pistola il suo caporeparto Francesco Sodini lavorava nello stabilimento di Porcari che conta alcune centinaia di dipendenti. In tutto, il gruppo Lucart ha più di mille lavoratori.

 

LUCCA - OPERAIO TEME IL LICENZIAMENTO E UCCIDE IL CAPOREPARTO LUCCA - OPERAIO TEME IL LICENZIAMENTO E UCCIDE IL CAPOREPARTO LUCCA - OPERAIO TEME IL LICENZIAMENTO E UCCIDE IL CAPOREPARTOLUCCA - OPERAIO TEME IL LICENZIAMENTO E UCCIDE IL CAPOREPARTO

La crisi, spiega chi lavora nelle cartiere, si è fatta sentire anche nel settore ma per gli stabilimenti Lucart non ci sono situazioni di gravi difficoltà. Al 31 marzo scorso si è chiusa una procedura di mobilità che ha interessato una sessantina di persone nei tre stabilimenti.

 

IL SINDACO: «SIAMO SOTTO CHOC»

«Non so che dire, siamo tutti sotto choc: non riusciamo a spiegarci perché sia accaduto....». Il sindaco di Porcari, Alberto Baccini, tratteggia uno scenario economico e sociale che non evidenzia particolari tensioni che avrebbero potuto far decidere Massimo Donatini, a far fuoco e uccidere il caporeparto.

 

«A Porcari ci sono grandi aziende ma il clima è di tipo familiare e il settore cartario è quello che ha tenuto meglio di molti altri di fronte alla crisi. Porcari - spiega il sindaco - è grande come un fazzoletto ma produce il 20% della ricchezza della provincia di Lucca: complessivamente ci sono 6.000 posti di lavoro, un numero che è addirittura cresciuto rispetto al 2008», anno d’inizio della crisi economica. «Dove il lavoro non manca - aggiunge il sindaco - ci sono ovviamente meno tensioni sociali, a cominciare, ad esempio, da quella dell’integrazione con una quota del 10% di stranieri».

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…