lucia uva ilaria cucchi poliziotto carabiniere

UNA FOTO VALE PIÙ DI MILLE PESTAGGI - ANCHE LUCIA UVA PUBBLICA L'IMMAGINE PALESTRATA DEL POLIZIOTTO COINVOLTO NEL CASO DEL FRATELLO GIUSEPPE - FACCI: ''ILARIA CUCCHI NON PUÒ LOTTARE PER LA ''VERITÀ'' FOTTENDOSENE DELLA VERITÀ GIUDIZIARIA ARRESTANDO TUTTI I CARABINIERI CON GLI ADDOMINALI SCOLPITI''

1. ORA LA CACCIA AL POLIZIOTTO SI FA CON I POST SU FACEBOOK

Paolo Granzotto per “il Giornale

 

poliziotto del caso di giuseppe uva pubblicata da luciapoliziotto del caso di giuseppe uva pubblicata da lucia

Dopo Ilaria Cucchi, anche Lucia Uva (sorella del Giuseppe, morto in ospedale mentre era agli arresti. «Insufficienza respiratoria con conseguente edema polmonare» il referto medico. Procedimento giudiziario in corso) ha voluto affiggere alla sua bacheca digitale la foto un poliziotto.

 

Per la prima, quella era la faccia di chi aveva ucciso Stefano; per la seconda, la faccia «di chi era presente nella caserma quando hanno preso Giuseppe». Sfumature, per una gogna mediatica che ha tutto l' aspetto di un tiro a segno. Naturalmente sia Ilaria Cucchi che Lucia Uva, in questo pienamente concordi, invocano la non violenza.

poliziotto del caso  di giuseppe uva pubblicata dalla sorella luciapoliziotto del caso di giuseppe uva pubblicata dalla sorella lucia

 

«Ho pubblicato questa foto solo per far capire la fisicità e la mentalità di chi gli ha fatto del male ma se volete bene a Stefano vi prego di non usare gli stessi toni che sono stati usati per lui. Noi crediamo nella giustizia e non rispondiamo alla violenza con la violenza», così la Cucchi. «Comportiamoci da persone intelligenti: niente offese come loro hanno fatto coi nostri cari, niente guerra. Noi vogliamo solo la verità e giustizia per tutti», così la Uva.

 

poliziotto del caso  di giuseppe uva pubblicata da luciapoliziotto del caso di giuseppe uva pubblicata da lucia

Intelligente e non violento, non aggressivo, sarebbe dunque divulgare a mo' di foto segnaletica i volti di coloro che si dà per certo abbiano ucciso o «fatto del male» a due persone in stato d' arresto. Intelligente e non violento, non aggressivo, farlo senza che un tribunale abbia sentenziato sulle responsabilità dei due agenti dell' ordine, innocenti, in uno Stato di diritto, fino all' eventuale condanna definitiva. Potrebbe essere - e ci piacerebbe fosse - candore il vedere le cose così. Ma nella ostinata volontà di dargli all' untore, di criminalizzare il «sistema», emerge, invece, il calcolo freddo e strumentale.

patrizia aldrovandi, madre di federico, assieme ilaria cucchi (sorella di stefano) e lucia uva (sorella di giuseppe) patrizia aldrovandi, madre di federico, assieme ilaria cucchi (sorella di stefano) e lucia uva (sorella di giuseppe) lucia uva sorella di giuseppelucia uva sorella di giuseppe

 

Accompagnato dalle lusinghe della «visibilità», che può esser sempre messa a capitale, c' è, nelle iniziative della Cucchi e della Uva, un malsano riflesso eversivo che vorremmo fosse confinato con fermezza: da un lato il richiamo alla supremazia della giustizia da tribunale del popolo, che sentenzia senza star a perder tempo con pandette e brocardi, guidato solo dal suo rancore.

 

Dall' altro una sollecitazione alla caccia al poliziotto, liquidato come carniere non per quello che ha fatto o non ha fatto, ma per il solo motivo d' esser tale, uno sgherro. E l' esperienza purtroppo insegna che di quel genere di cacciatori c' è sempre abbondanza.

 

 

2. LA FOTO BOOMERANG DI CUCCHI SORELLA

Filippo Facci per “Libero Quotidiano

 

Si tratta di spiegare ciò che è indelicato spiegare, cioè quanto Ilaria Cucchi sia riuscita a sfracassare le scatole anche al più robusto dei garantisti, col rischio serio che tutta la sua battaglia - che non appartiene solo a lei - finisca in malora.

                                                

giuseppe uvagiuseppe uva

È brutto da dire, ma ha stufato lei e ha stufato anche quella foto del fratello mummificato che si porta dietro come una coperta di Linus, quella foto riproposta milioni di volte e che è divenuta un feticcio e un lasciapassare per le pagine della cronaca. A quella foto si deve tutto: nel tardo ottobre 2009 la notizia sui maltrattamenti a Stefano Cucchi era disponibile da giorni, snobbata dai più, ma d' un tratto spuntarono le foto: ed ecco che i grandi quotidiani si avventarono su una notizia che già c' era, «Morto dopo l' arresto, diffuse le foto shock» titolò per esempio il Corriere, purché fosse chiaro che la notizia non era «Morto dopo l' arresto» bensì «diffuse le foto shock».

 

Il destino delle immagini ormai è questo: riesumare delle notizie di cui ai giornalisti altrimenti non sarebbe fregato niente. Quelle immagini furono dirompenti, perché la loro eloquenza baipassò qualsiasi valutazione di tipo medico o periziale: qualcosa era successo, lo pensiamo tutti ancor oggi. Viva quelle foto, dunque. Ma anche basta.

 

maresciallo roberto mandolini caso cucchimaresciallo roberto mandolini caso cucchi

Nei giorni scorsi - l' avete già letto - Ilaria Cucchi è riuscita a far incazzare persino i giornaloni più moderati, quelli che prima di muoverle un rilievo ogni volta premettono per ottanta righe che lei «chiede soltanto la verità», come se altri - compresi noi, e la magistratura, e le forze dell' ordine per bene - chiedessero menzogne.

 

La Cucchi ha pubblicato su Facebook la foto di uno dei carabinieri indagati (in costume da bagno e addominali in vista, sorta di indizio di colpa) e l' ha data in pasto al qualunquismo mascherato della Rete: e del teatrino che ne è seguito, con smentite e riconferme, non andrebbe dato conto.

 

ilaria stefano cucchiilaria stefano cucchi

Peccato che l' idea abbia fatto proseliti. Ieri Lucia Uva da Varese - sorella di un uomo che nel 2008 morì in ospedale dopo essere stato portato in caserma da ubriaco - ha pubblicato pure lei la foto di uno dei carabinieri coinvolti nell' inchiesta sulla morte del fratello: anche lui con gli addominali in bella vista, ormai le palestre sono diventate un' aggravante. Nota personale: nel 1996 pubblicai un intero libro dedicato per buona parte a maltrattamenti subiti da gente incarcerata: ma di tecniche di comunicazione, evidentemente, non capivo nulla. Ieri mattina, per capirci, Ilaria Cucchi era stata invitata a un talkshow: forse ha ragione lei.

 

commenti del carabiniere roberto mandolini a chi lo accusa su facebookcommenti del carabiniere roberto mandolini a chi lo accusa su facebook

E aveva ragione, forse, anche quando divenne inviata di Raitre per un programma di prima serata: del resto la sua professione precedente era amministratrice di condominio. Ma sin lì si poteva anche capire: occorre avere rispetto di chiunque cerchi a suo modo di sfangarla. La notorietà di Ilaria Cucchi era e resta dovuta alla sua campagna mediatica per Stefano: è per questo che Ingroia la candidò alle politiche, è per questo che la presero per un breve periodo a Raitre. E ci va anche bene, comunque sia finita. È lecito chiedersi, però, sin dove possa arrivare l' eterno rilancio del caso Cucchi.

 

commenti  del carabiniere roberto mandolini a chi lo accusa su facebookcommenti del carabiniere roberto mandolini a chi lo accusa su facebook

Da garantista, Ilaria Cucchi io la ringrazio. Il suo attivismo, sgangherato ma pervicace, penso abbia contribuito a far emergere altri casi paragonabili a quello del fratello. Ci hanno fatto dei libri, dei documentari, su wikipedia si segnalano venti brani musicali dedicati a Stefano. E il punto non è alzare il sopracciglio di fronte all' attivismo discutibile di Ilaria Cucchi, il punto è che la sua missione è riuscita. Da tempo.

 

La sua missione non consisteva nel mettere alla gogna o in galera chi pensa o pensava lei, ma nel rimettere il caso Cucchi nei doverosi binari giudiziari cui era destinato: senza le inerzie che purtroppo caratterizzano migliaia di altri casi non propriamente al centro dell' attenzione mediatica. Ci è riuscita. Da tempo.

 

In parte ha gettato un faro sulle carceri. Ma non è che la campagna per suo fratello possa diventare una professione a vita, non è che possa lottare per la «verità» fottendosene della verità giudiziaria e sino al giorno in cui non vadano in galera tutti i carabinieri con gli addominali scolpiti, e segnatamente da lei indicati.

 

filippo facci    filippo facci

Ancor oggi, giornali e televisioni - pur stufi, e si vede - ogni tanto ripompano il caso Cucchi come se l' inchiesta e il processo non si fossero mai fatti: mancava la Cassazione, ma a dicembre ha sancito che debbano andare a processo anche alcuni medici precedentemente assolti. Insomma, si va avanti, ma a Ilaria non basta. Nel Paese in cui le sentenze peggiori spesso sono sbattute sui giornali, Ilaria verga le sue: e senza elaborarne granché le motivazioni.

 

Ieri Ilaria ha scritto: «Non è stata una scelta della famiglia Cucchi, quella di essere processata insieme al loro caro per sei anni». Bugia. Vittimismo. Se processo c' è stato, è stato di beatificazione. Perché la gente - come i giornali - è volubile, giudica e assolve e condanna in fretta. E Ilaria Cucchi sta facendo molto, sta facendo di tutto per passare dall' altra parte della vetrina.

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO