luca traini

“MA IO CHE C’ENTRO” – TRA I NOMI SUL MITRA DI BRENTON TARRANT, L’ATTENTATORE DELLA MATTANZA IN NUOVA ZELANDA, C’ERA ANCHE QUELLO DI LUCA TRAINI, EX CANDIDATO DELLA LEGA CHE STA SCONTANDO 12 ANNI PER LA STRAGE DI MACERATA DEL 2018 E CHE DAL CARCERE SBOTTA: “SONO INFASTIDITO DA QUESTO ACCOSTAMENTO ATROCE E MACABRO. STO AFFRONTANDO UN PERCORSO DI PENTIMENTO E PURIFICAZIONE PER QUELLO CHE HO FATTO…”

Rinaldo Frignani per "www.corriere.it"

 

luca traini

«Non voglio essere tirato in ballo da pazzi assassini in giro per il mondo. Non voglio essere l' esempio e il simbolo di nessuno. Sto affrontando un percorso di pentimento e purificazione per quello che ho fatto, per il dolore che ho causato, e voglio vivere il carcere in maniera dignitosa. Sapete una cosa? Sono infastidito da questo accostamento atroce e macabro. Ma io che c' entro con quelli?».

 

luca traini scritta arma attentatore

Che Brenton Tarrant, uno dei killer del massacro di Christchurch, avesse scritto il suo nome su un caricatore del mitra usato per la mattanza in due moschee, e anche in una sorta di folle documento di rivendicazione - inserendolo fra i personaggi che hanno ispirato la strage in Nuova Zelanda -, Luca Traini lo ha scoperto guardando la tv nel carcere anconetano di Montacuto. Poi è corso a telefonare al suo avvocato Giancarlo Giulianelli.

 

strage di christchurch 6

«Mi sento lontano fisicamente e idealmente da questa gente, ma non è solo una questione di chilometri», spiega Traini, 29 anni, di Tolentino, ex candidato della Lega, che sta scontando 12 anni per strage aggravata dall' odio razziale: la mattina del 3 febbraio 2018 ferì a colpi di pistola in un raid razzista nel centro di Macerata sei immigrati scelti a caso per strada e nei negozi.

strage di christchurch 5

 

Allora si ipotizzò che il gesto fosse una vendetta per la morte di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana fatta a pezzi quattro giorni prima da un pusher nigeriano, Innocent Oseghale, attualmente sotto processo.

 

Più di un anno dopo Traini non vuole avere niente a che fare con il commando che ha sterminato decine di fedeli musulmani dall' altra parte del mondo. E lo ripete più volte al suo legale: «Non ho alcuna intenzione di condividere queste cose, non l' avrei fatto nemmeno prima di finire in carcere», dice ancora a Giulianelli, che ha chiesto al Riesame di concedere al suo assistito i domiciliari con braccialetto elettronico.

 

luca traini

E rivela: «Incontra spesso lo psicologo, segue la terapia farmacologica prevista dal consulente di parte (lo psichiatra Giovanni Battista Camerini, che sostenne fosse affetto da disturbo bipolare della personalità, ndr), sa che fuori ad aspettarlo ci sono i genitori, il fratello e la fidanzata».

 

brenton tarrant 4

«Solo l' altra sera ho visto gli articoli sui giornali sul processo a Macerata per la morte di Pamela, leggevo dei sopralluoghi dei Ris sulla terrazza della casa dove è stata uccisa, delle tracce di sangue di quella povera ragazza - ricorda ancora Traini -: figuriamoci se posso condividere una mattanza come quella in Nuova Zelanda. Ora - aggiunge - sto scontando la mia pena fra i detenuti comuni.

 

Ho conosciuto e ho fatto amicizia con persone di tutte le nazionalità, di tutte le religioni, sono pentito per quello che ho fatto, sono consapevole di aver sbagliato. Sto cercando di sfruttare il mio tempo, gioco a calcetto, faccio altre cose».

luca traini

 

Ma allora perché Tarrant ha pensato anche a lui prima di premere il grilletto? Perché ispirarsi a Traini? «Non escludo che sia venuto a sapere di Luca da una mia intervista qui a Macerata dopo il suo arresto rilasciata ai giornalisti dell' Abc, la tv di Stato australiana.

 

È possibile che guardando quel servizio questi scellerati, in particolare quello di nazionalità australiana, lo abbiano preso come simbolo per fare una strage», ipotizza ora Giulianelli.

brenton tarrant 3

luca traini

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…