cina - esplosione a tianjin

DOPO LE FIAMME, I VELENI - LE MISTERIOSE ESPLOSIONI A TIANJINM IN CINA, CHE HANNO UCCISO 112 PERSONE E FERITO ALTRE 700, PORTANO UN ALTRO DANNO: NEI MAGAZZINI BRUCIATI C’ERANO ANCHE TONNELLATE DI VELENO, COMPRESO DEL CIANURO - IL GOVERNO CENSURA FOTO E ARTICOLI SULL’ACCADUTO

Ilaria Maria Sala per "La Stampa"

 

cina   esplosione a tianjin  9cina esplosione a tianjin 9

Cinque giorni dopo le due esplosioni che hanno distrutto l' area Binhai del porto industriale di Tianjin, le notizie sicure - su quanto è accaduto, su quanto può ancora accadere - sono frammiste a propaganda battente.

 

Il governo cinese ha di nuovo deciso di mantenere il controllo più assoluto su quanto trapela e, mentre è stata ordinata l'evacuazione di tutta l' area, la censura lavora senza sosta per ripulire il web da immagini e commenti «inopportuni».

 

I fatti: 112 morti, almeno 95 dispersi (fra cui 85 pompieri), e 700 feriti ancora in ospedale, alcuni gravissimi, dopo che un deposito della Ruihai International Logistics si è incendiato pochi minuti prima della mezzanotte di mercoledì scorso, causando un primo scoppio di una potenza pari a 3 tonnellate di dinamite e un secondo, equiparato a 21 tonnellate di dinamite.

 

cina   esplosione a tianjin  8cina esplosione a tianjin 8

DEVASTAZIONE TOTALE

È successo a Tianjin, 15 milioni di abitanti a 140 chilometri da Pechino, mezz' ora di treno sulle linee superveloci che collegano le due città prossime a diventare un' unica unità amministrativa. La forza delle esplosioni e degli incendi ha lasciato vasti tratti di Binhai completamente desolati, distese di automobili pronte per il trasporto divenute gusci vuoti di lamiere contorte, case sbriciolate. Immagini che ricordano la devastazione di Hiroshima dopo l'atomica: resiste solo qualche colonna di cemento armato, cavi spenzolanti, e devastazione tutt' intorno.

cina   esplosione a tianjin  6cina esplosione a tianjin 6

 

Vetri rotti a chilometri di distanza, persone ferite mentre dormivano nei loro letti, intere torri di uffici e appartamenti crollate. Minaccia chimica Shi Luze, capo della regione militare di Pechino (che comprende Tianjin) ha confermato che 700 centinaia di tonnellate di cianuro di sodio erano in stoccaggio nei magazzini (70 volte più del limite consentito), insieme a molte altre tonnellate di sostanze chimiche pericolose.

 

La catastrofe sta diventando anche ambientale, e militari, paramilitari ed esperti chimici stanno cercando di spegnere i fuochi e ripulire i luoghi prima che inizi a piovere e che le sostanze inquinanti penetrino ulteriormente nell' ecosistema.

cina   esplosione a tianjin  5cina esplosione a tianjin 5

 

PROPAGANDA

Ieri il primo ministro cinese, Li Keqiang, si è recato a un chilometro dal luogo del disastro: senza maschera anti-gas e in camicia bianca, a dimostrare che l' aria è respirabile. Giornalisti e fotografi, cinesi e stranieri, sono stati fermati dalla polizia e allontanati in malo modo.

 

Macchine fotografiche sequestrate, foto e film cancellati, mentre la televisione di Stato diffondeva con insistenza tutt' altre immagini, sminuendo il problema: soap coreane, musica, infiniti drammi anti-giapponesi. Solo qualche accenno sui telegiornali. Di nuovo, la priorità è «rassicurare», promettendo punizioni severe ai colpevoli.

 

cina   esplosione a tianjin  4cina esplosione a tianjin 4

Intanto, più di 50 siti web sono stati chiusi, e almeno 360 account sui social sono stati sospesi, mentre innumerevoli sono i post cancellati da Weibo (sorta di Twitter cinese). Fra questi, anche quello di un poliziotto che diceva che tutti i suoi colleghi sarebbero morti anche se nessuno ne ha dato notizia, e mostrava le fotografie di una stazione di polizia sventrata dall' esplosione.

 

Certo, alcuni dei post più allarmisti potrebbero essere anche inventati, ma la smania censoria non aiuta e riporta con la mente ad altri disastri cinesi: la nave sprofondata nello Yangtze, o la tragedia di Capodanno di Shanghai quando gli sforzi delle autorità si concentrarono soprattutto sul controllare le informazioni e la rabbia popolare. I parenti delle vittime vengono «ricompensati» per la loro perdita e i più testardi isolati, e presto trattati come persone sospette. Nel caso di Tianjin, però, il disastro non è ancora finito: fuochi ed esplosioni minori continuano ancora.

 

Nel frattempo, le conferenze stampa ufficiali sono state più volte interrotte: una volta da una domanda «inopportuna» sulla distanza di sicurezza prevista dalla legge per stoccare materiali pericolosi, altre dai parenti disperati di pompieri ancora dispersi, e da residenti preoccupati dall' aria che respirano. A questi, la polizia ha ingiunto di «aver fiducia nel governo» e di «non creare problemi». Come sempre, la «stabilità sociale», prima di tutto.

cina   esplosione a tianjin  2cina esplosione a tianjin 2cina   esplosione a tianjin  3cina esplosione a tianjin 3cina   esplosione a tianjin  12cina esplosione a tianjin 12cina   esplosione a tianjin  13cina esplosione a tianjin 13cina   esplosione a tianjin  1cina esplosione a tianjin 1cina   esplosione a tianjin  14cina esplosione a tianjin 14cina   esplosione a tianjin  10cina esplosione a tianjin 10cina   esplosione a tianjin  11cina esplosione a tianjin 11cina   esplosione a tianjin  7cina esplosione a tianjin 7

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…