IL COLMO PER UN MAGISTRATO NO-VAX: ESSERE PORTATO IN TRIBUNALE DALLA FIGLIA CHE CHIEDE DI ESSERE VACCINATA - I GIUDICI DEL TRIBUNALE DI LATINA HANNO DATO TORTO A UN COLLEGA CHE VIETAVA ALLA RAGAZZA, MINORENNE, DI RICEVERE LA PRIMA DOSE - L’UOMO AVEVA SOLLEVATO TIMORI SUL RISCHIO DI EFFETTI COLLATERALI, MA È STATO SBUGIARDATO: “NON C’È STATO ALCUN ACCERTAMENTO SUL NESSO DI CORRELAZIONE…”
Vittorio Buongiorno per "il Messaggero"
I giudici del Tribunale di Latina hanno dato ragione a una madre e torto a un loro collega, ex marito della donna e magistrato no vax, autorizzando la vaccinazione per il Covid 19 della figlia minorenne che da mesi chiede di essere sottoposta alla prima dose del vaccino.
Il padre non voleva saperne, ma alla fine i giudici pontini hanno accolto il ricorso attribuendo «alla madre la facoltà di occuparsi di tutte le necessarie formalità secondo le indicazioni ministeriali e di sottoscrivere il consenso informato, anche in assenza del consenso dell'altro genitore».
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La decisione è stata presa sulla base del certificato rilasciato dal medico di famiglia che attesta che la ragazza è in buone condizioni di salute generale; la volontà espressa dalla minore di vaccinarsi al più presto; le indicazioni fornite dalla legge 219/2017 (norme in materia di consenso informato) laddove prevedono espressamente che «la persona minore di età ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e di decisione».
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Il padre aveva sollevato timori sul rischio di effetti collaterali facendo anche riferimento a due decessi. I giudici su questo sono stati netti, spiegando che «non vi è stato alcun accertamento sul nesso di correlazione tra il decesso e la somministrazione del vaccino» e che anzi l'Istituto Superiore di Sanità ha reso noto che il covid ha già ucciso 19 tra bambini e ragazzi. Alla luce di tutto ciò hanno autorizzato la vaccinazione anche senza il consenso del padre.