leandro bennato diabolik

LA MALA ROMANA MEJO DI “NARCOS” – LE TERRIBILI TORTURE DEL TRAFFICANTE LEANDRO BENNATO, RIVALE DI FABRIZIO PISCITELLI, A UNO DEI LADRI CHE GLI AVEVA RUBATO 107 CHILI DI COCAINA: COMPLETAMENTE NUDO, L’AVEVANO PICCHIATO E LEGATO PER 12 ORE A UNA SEDIA. POI GLI AVEVANO SPALMATO CATRAME SULLA PANCIA E SULLE GAMBE E L’AVEVANO SCIOLTO CON LA FIAMMA OSSIDRICA – L’OSTAGGIO, GUALTIERO GIOMBINI, NON È SOPRAVVISSUTO – LE CHAT: “FIDATE, A TE È ANDATA DE LUSSO, CREDIME…”

Valentina Errante e Valeria Di Corrado per “il Messaggero”

 

leandro bennato

Hanno spalmato la catramina sulla pancia e le gambe del prigioniero, nudo, e poi l'hanno sciolta con la fiamma ossidrica. Tutto questo per costringerlo a fare i nomi di chi aveva rubato i 107 chili di cocaina che l'uomo aveva il compito di custodire, per conto dell'organizzazione di narcotrafficanti di cui faceva parte, all'interno di un appartamento alla periferia ovest di Roma.

 

Neanche la fantasia degli sceneggiatori della serie tv "Narcos", ispirata a Pablo Escobar e ai cartelli colombiani della droga, è arrivata a partorire simili forme di tortura. A ricostruirle, in un resoconto da brividi, è il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Civitavecchia che ha convalidato il fermo di Leandro Bennato eseguito giovedì dai carabinieri del nucleo investigativo e ha disposto che resti recluso a Regina Coeli.

fabrizio piscitelli diabolik 9

 

Il 44enne romano rivale di Fabrizio Piscitelli (tanto che era stato indagato, e poi archiviato, come uno dei tre presunti mandanti dell'omicidio di Diabolik), è finito di nuovo in carcere con l'accusa di essere il mandante di ben quattro sequestri di persona a scopo di estorsione avvenuti sotto la sua «regia», uno di seguito all'altro, tra novembre e dicembre scorsi, nella Capitale.

 

Gualtiero Giombini, l'ostaggio ustionato con la fiamma ossidrica, non è sopravvissuto: i pm della Dda di Roma ritengono plausibile che il 71enne (detto "Vecchio") sia morto l'8 dicembre a causa delle sevizie subite per una settimana mentre si trovava segregato in una baracca, «privato degli abiti nonostante la temperatura rigida e ripetutamente picchiato».

 

leandro bennato

Giombini era stato liberato il 16 novembre, dopo aver fatto il nome di Cristian Isopo, a sua volta rapito e portato in auto incappucciato nella stessa baracca, dove per 12 ore era stato tenuto legato mani e piedi a una sedia con delle fascette da elettricista, mentre gli conficcavano degli aghi sotto le unghie. Il 23 novembre arriva in chat un messaggio a Isopo da "Mady33" (pseudonimo dietro il quale si nasconde, secondo i magistrati, Leandro Bennato): «Te lo ricordi Vecchio? Sta male. Fidate che ti è andata de lusso. Credime. Sei pure fortunato... tanto. Credime. E non hai visto nulla, zero».

 

Effettivamente Isopo aveva visto il trattamento riservato a Giombini e lo aveva riferito ai pm Erminio Amelio e Giovanni Musarò nell'interrogatorio: «Gualtiero è stato sequestrato e torturato dalle persone che poi hanno sequestrato anche me. L'ho visto con i miei occhi: era ridotto malissimo, in particolare aveva ustioni sul ventre e sulle gambe, procurategli usando una fiamma ossidrica per sciogliere guaine bituminose che poi gli appoggiavano sul ventre e sulle gambe nude. Ho visto con i miei occhi le ustioni, lui era in mutande. Era irriconoscibile, aveva il viso gonfio, era evidente che era stato anche pestato (...

) Sentivo dei lamenti animali, che soffriva come un cane».  […]

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