konstanti malofeev salvini report

DI MALOFEEV IN PEGGIO - CON LA GUERRA IN UCRAINA RICICCIA PURE KOSTANTIN MALOFEEV, L’OLIGARCA RUSSO ORTODOSSO E NAZIONALISTA CHE TIFAVA SALVINI E LE PEN, FINITO NELLE CARTE DELLO SCANDALO METROPOL - DA PESCE PICCOLO A SQUALO, HA ATTIRATO I RIFLETTORI DEI “CACCIA-TESTE” AMERICANI ALLA RICERCA DI YACHT, VILLE E CONTI IN BANCA DEGLI OLIGARCHI E ORA VUOLE GIOCARE UN RUOLO NELLA “NUOVA” RUSSIA - INTANTO IN SARDEGNA SIGILLI ALLA RESIDENZA DEL MAGNATE PETR OLEGOVICH AVEN, PATRIMONIO VALUTATO 15 MILIARDI DI DOLLARI...

1 - SEQUESTRATA LA VILLA DELL'OLIGARCA PETR AVEN

Alberto Pinna per il “Corriere della Sera

 

Petr Olegovich Aven

Sigilli alla villa di un altro oligarca russo legato a Putin. È il terzo sequestro in Sardegna: la residenza è di Petr Olegovich Aven, patrimonio valutato 15 miliardi di dollari, domina la baia di Punta Sardegna, sull'arcipelago de La Maddalena.

 

Aven, 68 anni, banchiere e finanziere, è fra i primi nomi della lista nera dell'Unione europea. Ha licenziato custodi e addetti alle manutenzioni, come hanno fatto Alisher Usmanov e Alexei Mordachov.

SIGILLI AL VILLA IN SARDEGNA DI Petr Olegovich Aven

 

Villa Mareena - valore 15 milioni, Aven ne possiede un terzo - è stata costruita poco dopo il 1960 a Porto Raphael (dal nome del fondatore, l'eclettico Raphael Neville conte di Berlanga), borgo nato prima che l'Aga Khan progettasse la Costa Smeralda.

 

Aven l'ha acquistata nel 2007; nel 2015 la moglie Elena morì d'infarto mentre cercava di ritornare a nuoto da uno yacht all'ancora nella rada.

 

2 - IL RITORNO DI MALOFEEV, L’OLIGARCA CHE TIFAVA SALVINI E LE PEN

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

kostantin malofeev

A volte ritornano. Nella “Grande Russia” ortodossa, reazionaria, eurasiatica che Vladimir Putin cerca di comporre invadendo l’Ucraina c’è spazio anche per Kostantin Malofeev.

 

Quarantasette anni, barba folta e occhi vitrei, l’oligarca e tycoon televisivo russo è un volto noto alle cronache italiane. Il suo nome era finito nelle carte dello scandalo Metropol, la rete di incontri e relazioni russe della Lega e di Matteo Salvini culminata nella visita dell’allora vicepremier a Mosca nell’ottobre del 2019 e poi finita nelle carte di un’inchiesta della procura di Milano dagli esiti ancora incerti.

 

konstantin malofeev

Oggi Malofeev è tornato agli onori delle cronache, ma per altre ragioni. C’è anche lui nella lista “prioritaria” di ventisette oligarchi pubblicata mercoledì dal Tesoro americano in risposta all’invasione russa. Insieme a Putin saranno nel mirino della nuova task force transatlantica Repo (Russian elites, proxies and oligarchs) di cui farà parte anche l’Italia.

 

Un tempo relegato alle seconde file nella gerarchia del potere russo, Malofeev ritrova nella campagna nazionalista e revisionista di Putin una seconda ascesa agli altari. Ne è riprova l’attenzione che i “caccia-teste” americani ed europei alla ricerca di yacht, ville e conti in banca degli oligarchi russi gli stanno dedicando.

KONSTANTIN MALOFEEV

 

Sotto sanzioni già dal 2014 con l’accusa di aver finanziato i separatisti russi nel Donbas, il miliardario è di nuovo nell’occhio del ciclone. A inizio marzo la procura di Manhattan ha incriminato un ex produttore tv con un passato a Fox News, John Hanick, per aver ricevuto soldi da Malofeev violando le sanzioni.

 

SALVINI SAVOINI

L’accusa del Dipartimento di Giustizia, che ha appena inaugurato una sua task force per dare la caccia agli oligarchi, “Klepto capture”, è di aver violato le sanzioni lavorando con un uomo “fortemente legato all’aggressione russa in Ucraina”. Non che il diretto interessato smentisca, anzi. Tre giorni fa, con un post sul social network russo VKontakte, Malofeev applaudiva l’invasione militare, “una nuova fase nella vita di una Russia millenaria”.

 

savoini salvini

Per capire il momento d’oro dell’oligarca vicino alla Lega basta rispolverare il suo curriculum. Moscovita, classe 1974, ha fondato nel 2005 Marshall Capital Partners, società di private equity. Un affare riuscito, che nei primi anni 2000 gli ha fatto accumulare un discreto patrimonio: 2 miliardi di dollari.

 

Convertito all’ortodossia, ha dato alla causa religiosa un potente megafono fondando Tsagrad Tv, canale apprezzato negli ambienti ultra-conservatori che non di rado fa scolorire al confronto i più “moderati” giornali ufficiali della propaganda russa, Sputnik e RT (messi al bando da Ue e Usa dopo l’invasione in Ucraina).

 

marine le pen

L’identikit di “patriottico, ortodosso, imperialista” (copyright suo) lo ha accreditato come un punto di riferimento dei movimenti di ultradestra e dell’integralismo cattolico europeo, inciampati nello “Tsagrad Group of Companies”, il consorzio con cui Malofeev rimpingua le casse di decine di organizzazioni caritatevoli russe votate alla promozione della cristianità, tra cui la nota Saint Basil the Great. Nella rete di contatti, tra gli altri, è finito il Rassemblement National (ex Front National) di Marine Le Pen.

 

marine le pen

Con la Lega e Salvini i contatti sono stati sporadici. Ma intorno all’oligarca russo hanno ruotato personaggi chiave della stagione sovranista a via Bellerio, quando il “Capitano” lanciava il cuore oltre l’ostacolo preferendo la leadership di Putin a quella di Angela Merkel.

 

È il caso di Claudio d’Amico, ex parlamentare leghista e consigliere del segretario, presente alla firma del memorandum tra Lega e Russia Unita, il partito di Putin, nel marzo 2017 (rinnovato tacitamente due settimane fa, anche se considerato “nullo” dai leghisti).

 

L’altro trait d’union ha il nome di Alexey Komov, braccio destro di Malofeev e già presidente onorario dell’associazione “Lombardia Russia” animata da Gianluca Savoini, il mediatore dei rapporti tra Carroccio e Mosca.

 

Alexander Dugin

Acqua sotto i ponti, forse. Quella stagione leghista è oggi rinnegata, ma intanto Malofeev ha acquisito peso e rispetto nell’inner circle del Cremlino, complici le sanzioni occidentali che da quelle parti sono medaglie al petto.

 

Alexander Dugin

I continui attacchi all’ “ideologia gender”, gli occhiolini alla retorica omofoba e la difesa dei “valori tradizionali”, che negli anni scorsi hanno trovato ospitalità in arene ultra-conservatrici in Italia come il “Congresso delle famiglie” di Verona, vedono ora Malofeev e il suo impero mediatico in sintonia con la retorica che da anni giustifica agli occhi delle élites russe l’invasione e la guerra in Ucraina. La stessa agitata dal patriarca Kirill nella sua “benedizione” della crociata russa contro il Paese vicino.

 

Non è un caso se un ospite frequente delle tv di Malofeev sia Alexander Dugin, filosofo e ideologo apprezzato da Putin e dal Cremlino negli anni ’90, tra i padri del nuovo pensiero “eurasiatico” che riaffiora ancora una volta nella campagna propagandistica del governo russo intorno all’invasione ucraina. Un’altra sponda alla “nuova Russia” sognata da Putin che così nuova non è.

 

Articoli correlati

RUSSIAGATE, ALLO \'SCOOP\' DI REPORT MANCA LA PISTOLA FUMANTE - UN\'ORA DI COLPI A SALVE CONTRO SALVINI

IL MAGNATE E IL MAGNA-MAGNA - \'\'REPORT\'\' INTERVISTA ESCLUSIVA L\'OLIGARCA RUSSO KONSTANTIN MALOFEEV

IL RUSSIAGATE DE\' NOANTRI? PER PUTIN L\'ATTIVISMO DEI LEGHISTI E SOLO UNA SCOCCIATURA

TRA OLIGARCHI RUSSI, IL FILOSOFO DUSIN E IL BARONE NERO JONGHI LAVARINI, LA RETE DI GEORGE ROMANOV

Ultimi Dagoreport

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME