daphne caruana galizia

MALTA CONNECTION - L'OMICIDIO DELLA REPORTER HA MANDANTI ANCHE IN ITALIA – LA GIORNALISTA DENUNCIÒ IL CONTRABBANDO DI GASOLIO TRA LIBIA, MALTA E IL NOSTRO PAESE CHE COINVOLGE MAFIOSI E JIHADISTI - SCRISSE: "CHI SI OPPONE SALTA IN ARIA"

Gian Micalessin per il Giornale

 

«G uarda quella è Malta e quelle sono navi cisterna partite dalla Libia». È il novembre 2015 e l' ufficiale della Fregata italiana Fasan, impegnata nella missione Mare Sicuro al largo della Libia, indica sul radar la sagoma dell' isola e il grumo di imbarcazioni alla fonda a 15 miglia dalla costa.

 

DAPHNE CARUANA GALIZIA

«Ognuna di quelle navi cisterne spiega a Il Giornale - è carica di gasolio. C' è da chiedersi cosa ci fanno lì...». Oggi - a due anni di distanza - un' inchiesta condotta dalla Procura di Catania e dalla Guardia di Finanza chiarisce tutto. E getta un' altra ombra inquietante sull' assassinio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia che sul suo blog denunciava anche il contrabbando di gasolio tra Libia, Malta e Italia.

 

Quel contrabbando alimentava il gigantesco traffico di gasolio sottratto dalla raffineria libica di Zawiya, triangolato a Malta, scaricato nei porti italiani di Augusta, Civitavecchia Venezia e immesso sul mercato italiano ed europeo dalla società italiana Maxcom Bunker Spa grazie al coinvolgimento diretto del suo amministratore delegato Marco Porta. Un affare da 60 milioni di euro in cui erano coinvolti, oltre a Marco Porta, un trio di maltesi, il catanese Nicola Orazio Romeo sospettato di legami con la cosca mafiosa dei Santapaola e il re del contrabbando libico Fahmi Salim Musa Bin Khalifa.

l auto di daphne caruana galizia

 

 

Proprio quei mandati d' arresto fanno intravvedere possibili legami con l' assassinio della giornalista maltese Daphne Galizia uccisa da un' autobomba 48 ore prima della chiusura dell' indagine. Anche perché a Malta - come notava la stessa Daphne - le autobombe sono il marchio indelebile dei regolamenti di conti tra contrabbandieri di carburante.

 

PROTESTE MORTE DAPHNE CARUANA GALIZIA

«A Malta negli ultimi anni scriveva la giornalista il 31 ottobre 2016 i contrabbandieri di diesel vengono fatti saltare con delle bombe posizionate nelle loro auto...». Di certo gli interessi dei libici e delle cosche mafiose, - sospettate di aver fatto da tramite tra il re del contrabbando Fahmi Salim Musa Nin Khalifa e la Maxcom Bunker Spa di Marco Porta - erano sufficienti a giustificare l' assassinio d' una giornalista curiosa.

 

La sua eliminazione non poteva, però, bloccare un' indagine condotta nell' arco di due anni seguendo, attraverso complesse intercettazione di cellulari e satellitari, i movimenti delle navi cisterne e gli spostamenti dei carichi di gasolio. Carichi di gasolio «ripuliti» e ufficializzati grazie ai falsi documenti di consegna e trasporto messi a disposizione dalle società con sede a La Valletta controllate dai complici maltesi Gordon e Darren Debono e dal catanese Nicola Orazio Romeo.

 

DAPHNE CARUANA GALIZIA

All' origine di tutto vi erano però le attività del signore del contrabbando Fahmi Salim Musa Khalifa, un capo miliziano jihadista che all' indomani della caduta di Gheddafi aveva assunto il controllo di tutti i traffici di carburante in partenza dalla raffineria di Zawiya, cinquanta chilometri ovest di Tripoli.

 

Da lì il carburante sottratto illegalmente viaggiava verso ovest sino al porto di Abu Kammesh, ad appena venti chilometri dal confine tunisino, dove veniva caricato sulla nava cisterna Basbosa Star controllata dallo stesso Fahmi Salim attraverso la società maltese ADJ Trading Ltd. A quel punto - come spiega il verbale della Procura di Catania - «il carburante veniva trasferito con operazioni ship to ship (nave a nave) al largo di Malta, sulle navi Sea Master X, Ruta, Haci Telli, Vassilios XXI, Sela Y, InznerValchuk, che ne completavano il trasporto in Italia, così occultando l' effettiva origine del gasolio dalla Libia». Stando all' inchiesta della Procura di Catania Fahmi Salim avrebbe avuto legami con i gruppi dello Stato Islamico attivi a suo tempo nella zona di Zawiya e Sabratha.

auto di daphne caruana galizia

 

 Ma l' affiliazione all' Isis potrebbe essergli stata attribuita dagli uomini di Rada, la milizia agli ordini del governo di Tripoli che lo scorso settembre ha catturato e arrestato il signore del contrabbando. Costituita originariamente da ex militanti alqaedisti Rada si è trasformata con il tempo in una sorta di servizio di sicurezza al servizio del premier Fayez al Serraj ed è solita attribuire ai gruppi rivali l' affiliazione allo Stato Islamico.

Fedeli a Tripoli ed abbastanza collaborativi con i nostri servizi di sicurezza gli uomini di Rada avrebbero deciso di metter le mani su Fahmi Salim per stroncare il contrabbando che dissanguava l' economia del governo Serraj.

auto di daphne caruana galiziadaphne caruana galizia

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…