TETTE E TASSE, BINOMIO ESPLOSIVO – LA PARABOLA DI MADALINA IOANA FILIP, IN ARTE MADY GIO, EX BARISTA ARRIVATA AL SUCCESSO GRAZIE A ONLY-FANS E AL SENO ESPLOSIVO – LE FIAMME GIALLE LE CONTESTANO UN’EVASIONE IRPEF DA 1,5 MILIONI E IL MANCATO PAGAMENTO DELLA TASSA ETICA (PER I PRODUTTORI DI MATERIALE PORNOGRAFICO) PER OLTRE 300MILA EURO – LA 29ENNE ROMENA È ACCUSATA DI FALSA RESIDENZA IN SVIZZERA PER USUFRUIRE DEL REGIME FISCALE AGEVOLATO. LEI SI DIFENDE: “HO SEMPRE PAGATO TUTTO” – I NUOVI METODI DELLA FINANZA PER SCOVARE INFLUENCER E “CONTENT CREATOR” CHE EVADONO O NON DENUNCIANO LE SPONSORIZZAZIONI: SETACCIARE FOTO E VIDEO IN CUI ESIBISCONO LA LORO RICCHEZZA…
1 - DENUNCIATA L’EX BARISTA STAR DI ONLYFANS “HA EVASO 1,5 MILIONI CON IL SESSO ONLINE”
Estratto dell’articolo di Orlando Mastrillo per “la Repubblica”
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La storia di Madalina Ioana Filip, in arte Mady Gio, sembrava la parabola della ragazza di provincia arrivata al successo grazie a Only-Fans e al seno prosperoso (naturale) che l’ha resa famosa. Trasmissioni radiofoniche, ospitate tv e interviste hanno fatto da tam tam […]
Mady, 29enne di origine romena, fino a tre anni fa lavorava come cameriera per mille euro al mese in un bar di Busto Arsizio. Poi il cambio di vita che l’ha portata a guadagnare centinaia di migliaia di euro grazie alla vendita di video e foto erotiche a una platea di migliaia di fan, perlopiù italiani e statunitensi.
Un successo arrivato all’improvviso, e spesso sbandierato nelle interviste, in cui Mady dava anche il suo punto di vista sulla questione fiscale: il fatto, cioè, che in Italia la tassazione fosse al 60% e che ci fosse una sostanziale mancanza di regole per gli imprenditori digitali.
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Ma sulla traiettoria del successo la content creator (che ha anche 1,5 milioni di follower su Instagram) ha trovato la Guardia di finanza di Gallarate e la procura di Busto Arsizio. Che hanno acceso un faro sui guadagni milionari di cui parlava nelle interviste e sullo spostamento della sua residenza da Cassano Magnago, provincia di Varese, a Stabio, Canton Ticino, Svizzera.
Secondo i finanzieri, lo spostamento della residenza sarebbe stato fittizio, con l’unico obiettivo di usufruire del regime fiscale agevolato che gli elvetici riservano ai super ricchi: se hai almeno 400 mila franchi di patrimonio puoi risiedere in Svizzera e pagare un forfait.
Per la legislazione elvetica, basta dimostrare di vivere stabilmente in Svizzera per almeno sei mesi e un giorno e non lavorare sul territorio elvetico. Ma Mady Gio, secondo la Finanza, non aveva perfezionato la migrazione, mantenendo in Italia affetti, domicilio fiscale e parte delle sue attività.
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Ora le fiamme gialle le contestano un’evasione Irpef da 1,5 milioni e il mancato pagamento della tassa etica (riservata ai produttori di materiale pornografico) per oltre 300mila euro. La star di Onlyfans respinge le accuse: su Instagram assicura di aver sempre pagato le tasse sia in Italia che in Svizzera. Il suo avvocato, Riccardo Lanzo, esperto di digitale, spiega che «sulle professioni digitali c’è un vuoto normativo che va colmato. Madalina risiede stabilmente in Canton Ticino, i proventi della piattaforma vengono versati sul suo conto svizzero. E Onlyfans è è una società che ha sede a Londra». […]
L’avvocato obietta anche all’imposizione della tassa etica: «È la prima volta che viene contestata ad una creatrice di contenuti per adulti. Si sta creando un precedente tutto da interpretare».
2 - BORSE E HOTEL DI LUSSO SUI SOCIAL COSÌ LA GUARDIA DI FINANZA SMASCHERA CHI FRODA IL FISCO
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
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In fondo, sono tutte confessioni. «I video con gli orologi di lusso. Gli alberghi a cinque stelle. I marchi di alta moda esibiti in ogni post. Per noi quelle non sono soltanto storie. Ma è materiale investigativo: come puoi permetterti una borsa da cinquemila euro se risulti nullatenente?».
Le indagini sulle “content creator” di OnlyFans, ma anche quelle sugli influencer di Instagram, sui gamer di Twitch, su chi pubblica video da milioni di visualizzazioni su Youtube o TikTok sono nate così: dalla Guardia di finanza e dall’Agenzia delle entrate che hanno cominciato a utilizzare il “metodo strada” anche in quello che accadeva sul web.
«Quando fermiamo un auto di lusso» ragiona con Repubblica un ufficiale delle fiamme gialle che in questi anni ha contribuito a recuperare decine di milioni di euro dall’evasione fiscale degli influencer, «praticamente in automatico partiamo con l’accertamento per verificare se è compatibile con il reddito dichiarato dal proprietario. Perché dovevamo fare una differenza con il web?».
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[…] Lavorando su tre canali, in accordo con l’Agenzia delle entrate con cui qualche mese fa hanno firmato un protocollo. Primo punto: grazie ad algoritmi sofisticati, vengono monitorati social e piattaforme per analizzare post, stories, video, commenti e individuare le collaborazioni commerciali non dichiarate.
Le sponsorizzazioni occulte e tutto quello che potenzialmente può creare reddito. «I compensi degli influencer» si legge nel protocollo che Repubblica ha potuto consultare, «variano in base ai follower, alle visualizzazioni e al ritorno dell’investimento per i brand che remunerano i digital content creator per promuovere i loro prodotti».
E si tratta di compensi che devono essere tutti tassati, cosa che invece troppo spesso non accade. I numeri sono importanti: secondo gli ultimi in Italia ci sono oltre 350mila creatori di contenuti digitali in grado di muovere un giro di affari da due miliardi di euro.
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I soli influencer, chi ha cioè decine di migliaia di follower e per questo ottiene contratti di sponsorizzazioni con diversi marchi (sponsorizzazioni che oggi devono essere rigorosamente dichiarate, anche nei post) sono in grado di spostare più di mezzo miliardo di euro.
[…]
Il caso dell’ex barista star di Only-Fans che aveva provato a spostare tutto in Svizzera è quindi uno ma non è il solo: personaggi famosi, pornostar, semplici ragazze incassano cifre anche importantissime dalla piattaforma. «Dai dati in nostro possesso, la maggior parte riesce a raccogliere qualche centinaia di euro al mese - dice una fonte della Finanza - pochissime superano i 50mila, tutto esentasse. Per scovarle utilizziamo le loro stesse interviste: per esistere hanno bisogno infatti di essere visibili». Per esempio in molte, restando a Only-Fans, hanno raccontato il loro tenore di vita in trasmissioni radiofoniche e televisive.
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«Siamo partiti da quello – raccontano gli investigatori – e poi con l’aiuto dell’Agenzia delle Entrate abbiamo incrociato le dichiarazioni fiscali degli influencer e quelle dei loro sponsor».
«La collaborazione che stiamo ricevendo dalle piattaforme è ottima » spiegano ancora dalla Finanza. «Only Fans ha risposto immediatamente alle nostre richieste e lo stesso hanno fatto le principali piattaforme di social network».
Per molti stava diventando un lavoro “a nero” vendere usato, e non solo, sulle grandi piattaforme come Vinted, Wallapop, EBay o Subito. Da un anno sono arrivate nuove norme, seppur ancora un po’ confuse: da un lato la piattaforma ti impone la registrazione se superi i 2mila euro annui o le 30 vendite, ma dall’altro il fisco può intervenire soltanto se ritiene che l’attività sia di natura commerciale. In sostanza chi vende qualcosa per svuotare armadi o cantine non deve pagare le tasse.
Diverso è il discorso di chi, come ha scoperto la Guardia di finanza di Bologna qualche mese fa, era arrivato a incassare 11 milioni: cinque “influencer marketing” che esibivano ogni giorno una vita Smeralda erano conosciutissimi dai follower di tutto il mondo. Ma sconosciuti al nostro fisco. Che, per trovarli, ha aperto un account Instagram.
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