luigi manconi alberico lemme

FACCIAMO A CHI LA SPARA PIÙ GROSSA? – LUIGI MANCONI CONTRO I “PROFESSIONISTI DELL’ANTICONFORMISMO”: “QUELLI CHE NEI DIBATTITI AFFERMANO ‘FARÒ UNA PROVOCAZIONE’ PER POI FARE TEDIOSI PROCLAMI ISPIRATI AL SENSO COMUNE PIÙ ORDINARIO. PER ESEMPIO IL DOTTOR ALBERICO LEMME – LA TRASGRESSIONE AUTENTICA VIENE SOPRAFFATTA DAL GRAN VOCIARE DEGLI ANTICONFORMISTI A RIMBORSO SPESE”

Luigi Manconi per “la Lettura - Corriere della Sera”

 

barbara d urso domenica live alberico lemme 4

Fateci caso: quando in un qualunque dibattito, un tipo, in genere brillante e dalla parlantina sciolta, afferma «farò una provocazione», non accade mai nulla del genere. E si ascolteranno, piuttosto, interminabili e tediosi proclami ispirati al senso comune più ordinario. Si manifesta, così, una delle varianti della sindrome del Bastiancontrarismo, la più innocua. Ma quella stessa sindrome può manifestarsi attraverso un' altra variante più nociva.

 

Per esempio il dottor Alberico Lemme, nato nel 1958 ad Archi (Chieti), farmacista per titolo e dietologo per proterva aspirazione, nel corso di una puntata del Grande Fratello ha pronunciato le seguenti parole: «Quando è nata mia figlia tutti mi dicevano: "Vedrai che emozione proverai". Lei è nata, io ho assistito al parto e non ho provato nessuna emozione. Quando ha fatto sei mesi l' ho guardata e ho pensato: "Se morisse mi dispiacerebbe?" Ho risposto di no».

luigi manconi

 

Nella migliore delle ipotesi, si tratta delle frasi di un esibizionista patologico, nella peggiore, della manifestazione narcisistica di un disadattato. Ma ciò che davvero conta è che quelle frasi siano state accolte da alcuni conduttori radiofonici e televisivi come esercizi di «sincerità» o, addirittura, di «coraggio». E sul web il dottor Lemme - già noto per altre scellerate affermazioni e per le modeste perversioni del suo pensiero, si fa per dire - è diventato un eroe, in quanto avrebbe rotto «il velo della retorica dell' amore familiare» e avrebbe rifiutato «l' ipocrisia delle convenzioni sentimentali».

ALBERICO LEMME

 

La ragione di un simile successo è semplice: quelle affermazioni, in apparenza tanto oltraggiose, corrispondono, in realtà, a un umore sempre presente nell' animo umano e a una pulsione oscura e profonda che, una volta emersa, si scopre di condividere con molti altri. Forse la maggioranza. Insomma, quella presunta trasgressione esprime un antico e solido conformismo. E se con Lemme siamo in un campo trascurabile, pur se sfrontato in quanto insignificante sotto il profilo intellettuale, numerosi sono i casi di tutt' altra consistenza.

 

Luigi Manconi

Un giornalista colto, talvolta acuminato, come Filippo Facci, espressione di una tradizione reazionaria ma non codina, a proposito di Greta Thunberg così si è espresso: «A me tutte le persone che hanno bisogno di riscoprire le questioni ambientali attraverso quella specie di mostriciattolo di Greta Lei, mi viene da investirla con la macchina». Anche in questo caso, sul web si sono intessuti trepidanti elogi per la «sincerità» e per il «coraggio». Se questo metodo si dimostra così efficace, si possono suggerire una serie di dichiarazioni capaci di ottenere consensi e ricevere omaggi.

 

FILIPPO FACCI

Basta individuare un predicato sufficientemente condiviso e negarlo con brutalità, a prescindere dalla quota di ragionevolezza che contiene. Ecco. 1. «La vita dei nostri figli ci è cara» 2. «Non è bello mettersi le dita nel naso» 3. «È un dovere tutelare l' ambiente» 4. «Gli esseri umani sono tutti uguali» 5. «È meglio evitare di ruttare in pubblico». Proclamare o attuare il rovesciamento (il ribaltamento da cima a fondo), con le parole o i gesti, di quei semplici princìpi appare oggi come il massimo dello Scandalo Pubblico. Dunque, siamo in una fase culturale in cui sembra che l' affermazione della propria diversità di opinione e la lotta contro il politicamente corretto debbano passare di necessità attraverso la negazione, indifferentemente, di uno di quei cinque punti (meglio se di tutti e cinque).

 

GRETA THUNBERG

È una storia lunga, tutt' altro che lineare. Non ho mai condiviso anche uno solo dei brevi corsivi che, sotto la testatina Controcorrente , Indro Montanelli pubblicava quotidianamente sul «Giornale». Eppure, almeno una volta su tre, quei commenti - a me, giovane militante della sinistra radicale - facevano davvero male.

 

Luigi Manconi

Dopo di che è stato tutto un rincorrersi affannato di rubriche simili (o che volevano essere simili). Rubriche che issavano la bandiera dell' anticonformismo. Una sfilza lunghissima e che cerca tutt' ora di riproporsi ricorrendo al dizionario dei sinonimi: Diverso parere (o, in una sciagurata versione calcistica, Diverso parare ), Al contrario , Verso diverso , L' antipatico , Fuori gioco , Non ci sto , Controverso , L' iracondo , Retropensiero , Fuori dal coro , Controcanto Il dissenso diventa, in tal modo, manierismo, compiacimento di sé e della propria sconvenienza (vera o presunta che sia) e finisce fatalmente col mimare i tratti e le movenze, i tic e le ossessioni del suo negativo (il conformista), scambiandosi i ruoli con esso.

 

BERLUSCONI MONTANELLI

Tutto ciò risulterebbe quasi innocuo e comunque poco rilevante se non intervenissero due fattori «agevolanti» che possono rendere significativo ciò che significativo è quasi mai. Il primo fattore è rappresentato dall' entusiasmo che la sindrome del Bastiancontrarismo suscita in alcuni soggetti della comunicazione (giornalisti, conduttori televisivi e radiofonici, opinion maker e influencer vari). Il secondo fattore è rappresentato dalla cornice virtuosa in cui quella patologia viene collocata quando se ne appropria il web. È un' aura eroicistica, con tonalità epiche, che richiama categorie o formule come «schiena dritta» e «forza», «posizione scomoda» e «intransigenza».

FILIPPO FACCI

 

Così Spararla Grossa diventa una virtù agonistica che riempie i canali della comunicazione e li gonfia, che invade il linguaggio domestico e quello pubblico, che travolge gli argini come una esondazione lutulenta, diffondendo ovunque le immagini, i gesti e le parole di un nuovo Conformismo della Devianza Deluxe.

 

montanelli intervistato da enzo biagi

Ne consegue che la trasgressione autentica, quella dei veri e rari irregolari, come Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini e, successivamente, Goffredo Fofi, Guido Ceronetti, Lea Melandri, Aldo Busi e Walter Siti (non me ne vengono in mente altri) viene sopraffatta dal gran vociare degli anticonformisti a rimborso spese. Professionisti della materia che coltivano la malacreanza intellettuale ed esistenziale con lo stesso compiacimento con cui, alle scuole medie, scrivevamo parolacce sulla lavagna.

Guido Ceronetti il 25 maggio 1974GOFFREDO FOFIALDO BUSI

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...