marina abramovic e il manifesto per la barcolana

L’ARTE SI PUO’ METTERE DA PARTE? - IL MANIFESTO DI MARINA ABRAMOVIC PER LA REGATA ‘BARCOLANA’ FA INCAZZARE I LEGHISTI CHE CI VEDONO UN RIFERIMENTO POLITICO PRO-IMMIGRAZIONE - LUCA BEATRICE: “IL MANIFESTO E’ PROPAGANDA STRUMENTALE: DA UNA PARTE I BUONI, I GIUSTI, GLI ARTISTI, LE PERSONE DI CULTURA, DALL’ALTRA I CATTIVI, GREZZI, ROZZI, CENSORI” - VITTORIO SGARBI: “L'ARTE È INTOCCABILE CHI LA CENSURA CREA MARTIRI”

1 - ANCORA SUL CASO MARINA ABRAMOVIC E BARCOLANA. L’OPINIONE DI LUCA BEATRICE

Luca Beatrice per http://www.artribune.com

 

MARINA ABRAMOVIC E IL MANIFESTO PER LA BARCOLANA

No Marina, non siamo sulla stessa barca. Al massimo qualche volta mi è capitata una gita in vela con gli amici, ma sui giganteschi off-shore dei miliardari collezionisti, ovviamente illuminati e di sinistra, non ci sono mai salito. Per essere credibili bisogna conoscere ciò di cui parliamo. Nel nostro vivere quotidiano ci sarebbero mille occasioni per fare del bene, chessò prestare assistenza a un anziano o tenergli compagnia nei giorni di ferragosto, ma queste sono cose che non fanno abbastanza pubblicità.

 

Chissenefrega se tanta gente in Italia campa sotto la soglia di povertà, molto più attraente e opportunistico solleticare la pubblica opinione di intellettuali viziati e conformisti sul tormentone dell’estate 2018, utilizzando ogni occasione, soprattutto quando ti viene pagata.

 

LUCA BEATRICE

Una catena umana ben protetta nella propria torre d’avorio che va da Gad Lerner a Saviano, che dice di amare il popolo (un certo popolo) ma non ne sopporta l’odore e ora assolda Marina Abramovic il cui illuminato parere sulla questione migranti e barconi ancora non conoscevamo.

 

Per il manifesto della Barcolana, storica regata velica triestina che si tiene da quasi cinquant’anni e che chiunque intende come una grande festa del mare, ha scelto un taglio polemico e divisivo che ha fatto infuriare il sindaco di Trieste e i tanti che avrebbe voluto un segno conciliante e inclusivo. Non solo gli elettori della Lega o i “neofascisti” che stanno prendendo il potere in Italia.

 

marina abramovic

VALE SEMPRE LA PENA DI SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA?

Altri sono i momenti in cui si può sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salvaguardia ambientale, intento nobilissimo peraltro, e non è difficile leggere un riferimento esplicito, nel manifesto firmato Abramovic, alla tragedia dell’immigrazione. Ognuno la può pensare come vuole, ma qui si tratta di propaganda strumentale: da una parte i buoni, i giusti, gli artisti, le persone di cultura, dall’altra i cattivi, grezzi, rozzi, censori perché alla loro festa vorrebbero un messaggio di bellezza e serenità piuttosto che l’ennesimo predicozzo che, badate bene, al Paese reale interessa sempre meno.

 

Dicono che la Abramovic o la accetti così o rinunci. Mah, dipende chi paga. Comunque, è bene si sappia, ormai lavora solo più in Italia dove è considerata un guru e invece è espressione massima dell’ipocrisia e della falsità di quasi tutta l’arte contemporanea alla ricerca di drammi umani per farsi disperatamente notare.

 

2 - L'ARTE È INTOCCABILE CHI LA CENSURA CREA MARTIRI

Vittorio Sgarbi per “il Giornale”

 

VITTORIO SGARBI

C'è un limite alla stupidità, anche di amici, come i leghisti più puri e intransigenti (penso al ministro Fontana, con il suo legittimo richiamo alla famiglia cristiana), di cui spesso condivido anche le posizioni più difficili. Ma si vede che a Trieste non ci arrivano. E anzi si applicano per ottenere un risultato opposto alle loro intenzioni. Così sono riusciti a fare una grande pubblicità al Manifesto per la Barcolana di Marina Abramovic, una icona dell' arte di avanguardia, sulla quale è consentito esprimere dissensi, ma mai censure.

La censura è il miele per gli artisti.

 

Li innalza, li fa diventare simboli, li protegge come uno scudo. Proprio perché l' artista non è un politico, anche se fa politica, contrapporsi alle sue proposte è sempre fallimentare.

Ne farai un eroe. Certo gli artisti tendono a essere all' opposizione del potere, danno voce a proteste; ma è soltanto una visione miope che riduce le loro astrazioni a contrasti ideologici, su politiche locali o globali.

MARINA ABRAMOVIC

 

Non credo che sappia molto, Marina Abramovic, della politica italiana, ma quando la società che amministra la meravigliosa Barcolana di Trieste, tra le più grandi regate di immagine del mondo, le chiede di disegnare il Manifesto, l' ammirata artista, in una grafica neo-suprematista, impugna una bandiera bianca (basterebbe questo), con la scritta: «Siamo tutti sulla stessa barca».

 

Bello. Universale. Vero. Come allegoria della vita umana, e solidarietà verso quelli che l' infelice destino imbarca verso viaggi tempestosi.

Gli amici cristiani della Lega vorranno ammettere che il minimo è affermare, per noi che abbiamo la fortuna di non esserci, «siamo tutti sulla stessa barca». Come vien loro in mente di dire, della idea universalistica della Abramovic, «un Manifesto che fa inorridire, diffuso proprio mentre il ministro degli Interni Matteo Salvini è impegnato a ripulire il Mediterraneo»?

marina abramovic

 

Non è contro di lui, e non è contro nessuno il manifesto della Abramovic. E non vi è parola più sconcia che «ripulire». Ripulire da che? Non è quello che fa Salvini, che convoca invece le responsabilità di un intero continente per «affrontare insieme le emergenze ambientali e sociali del pianeta». Gli stessi propositi della Abramovic.

 

Con questa polemica il Manifesto della Barcolana è blindato. Mi auguro che il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Fedriga, uomo intelligente, richiami il vicesindaco di Trieste, che disonora la sua città, il suo partito e i valori umani e cristiani che quel Manifesto evoca, attraverso una formula felicissima.

 

È vero: siamo tutti sulla stessa barca. Andrà forse spiegato all' improvvido che l' immagine è diffusa fin dall' antichità, nel mondo greco come in quello latino. Viene utilizzata da Cicerone, da Livio, da Aristeneto e altri, e se ne trovano diverse varianti, come «essere legati alla stessa macina» o «bere dallo stesso bicchiere». Quest' ultima ricorre anche nel Vangelo di Matteo (20,22), in cui Gesù domanda se i figli di Zebedeo sarebbero in grado di bere dal suo stesso calice.

MARINA ABRAMOVIC

 

Una formula bellissima, intelligentemente adottata dalla Abramovic, e adattata alla festosa Barcolana, una esperienza di mare che è all' opposto delle dolorose traversate dei profughi, solo apparentemente nelle stesse condizioni. La Barcolana ha così intercettato valori universali, innalzandosi. L'Arte è intoccabile. La censura crea inutilmente martiri e vittime.

 

Già l' amico Andrea Ostellari, a Padova, equivocò L' Italia in croce di Gaetano Pesce. Non era una idea blasfema, ma una reazione ai mali dell' Italia, dalla mafia ai cattivi governi.

Una metafora, quindi. Ora, un politico locale, con inutile interferenza, parla della idea della Abramovic come «inaccettabile e di pessimo gusto, una propaganda immorale», inventandosi, per quello che è addirittura un proverbio sulla uguaglianza degli uomini (siamo tutti sulla stessa barca) che si tratti di «uno slogan sovietico e un' immagine da Corea del Nord». Falso. Oltre che ingiusto.

 

Anche se fosse un «invito a solidarizzare con gli immigrati», la solidarietà è sempre un valore cui è insensato andare contro a testa bassa. Non c' è più grave errore che buttarla in politica, ed è l' ultimo che un cristiano, che vota Lega, deve fare.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…