giovannino agnelli edoardo gianni

“SU EDOARDO AGNELLI SI RIPETONO BANALITA’ E CIOÈ CHE FOSSE UN UOMO SENSIBILE, FRAGILE, INTELLIGENTE MA NON ADATTO AL RUOLO” – MARCO BERNARDINI, NEL LIBRO “EDOARDO”, EVOCA LA FIGURA DEL FIGLIO DI GIANNI AGNELLI: “ERA CORAGGIOSO E SE SUO CUGINO GIOVANNINO NON SI FOSSE AMMALATO SAREBBE ANCORA VIVO. ANDAVANO MOLTO D’ACCORDO. QUANDO L’AVVOCATO DESIGNÒ UFFICIALMENTE GIOVANNINO SUO EREDE ALLA FIAT, EDOARDO CI RIMASE MOLTO MALE, MA POI CAPÌ CHE IN REALTÀ SUO PAPÀ AVEVA PRESO LA DECISIONE GIUSTA. CON LUI LA FIAT SAREBBE RIMASTA UNA FABBRICA ITALIANA. E SI SAREBBE RIVOLTA ALLA CINA E AL GIAPPONE, NON AGLI STATI UNITI”

Estratto dell’articolo di Giorgia Mecca per www.corriere.it

 

MARCO BERNARDINI - EDOARDO L'INTRUSO TRA GLI AGNELLI

È una promessa mantenuta. «Se mai ti dovesse capitare, racconta qualcosa di me», gli aveva chiesto un giorno Edoardo Agnelli […] Il libro di Marco Bernardini […] tiene fede alla parola data […]

 

15 novembre 2000. Edoardo Agnelli, 46 anni, viene trovato ai piedi di un viadotto sulla Torino-Savona, nei pressi di Fossano. Nel libro, a proposito del gesto dell’uomo scrive: «un urlo di protesta». «Mi ricordo quel mattino. L’Avvocato arrivò in elicottero insieme al fratello Umberto e a Franzo Grande Stevens. Appena lo vide disse soltanto: “Povero figlio mio”, parole di tenerezza spontanea, insolite per lui. Gianni Agnelli morirà nel 2003, io sono convinto che cominciò a morire quella mattina, quando forse capì di aver commesso degli errori».

 

Come è nata l’amicizia con l’erede della famiglia più influente d’Italia?

gianni agnelli e edoardo agnelli

 «Lavoravo per Tuttosport, decise di concedermi un’intervista che fece scalpore. In quell’occasione Edoardo cominciò a definire i suoi progetti, partendo dalla Juve (c’era stata da poco la tragedia dell’Heysel) arrivando alla Fiat. Suo papà si arrabbiò molto, chiese al figlio di dire che avevo travisato le sue parole, lui fu onesto, disse: “Bernardini non ha cambiato una virgola”. Era un uomo coraggioso Edoardo».

 

E poi?

«E poi diventammo davvero amici, se amici significa ritrovarsi insieme alle due del mattino per mangiare spaghetti aglio, olio e peperoncino. […] Mi ricordo alla fine del nostro primo incontro, lui mi vide salire su una Honda, la mia macchina di allora, e sorridendo mi disse: “Dobbiamo vedere di procurarle una Fiat”».

GIOVANNINO AGNELLI

 

Lei pensa che Edoardo sia stato frainteso?

«Totalmente. Con il libro vorrei sgomberare il campo dai luoghi comuni e dalle banalità che si ripetono su Edoardo e cioè che fosse un uomo sensibile, fragile, intelligente ma non adatto al ruolo».

 

Come sarebbe stata la Fiat con Edoardo in vita?

«Credo che la vera domanda dovrebbe riguardare Giovanni Alberto, Giovannino, il figlio di Umberto morto nel 1997. Se lui non si fosse ammalato, credo che Edoardo sarebbe ancora vivo».

gianni agnelli e edoardo agnelli

 

I due cugini andavano d’accordo?

«Molto. Quando l’Avvocato lo designò ufficialmente suo erede alla Fiat, Edoardo ci rimase molto male, ma poi capì che in realtà suo papà aveva preso la decisione giusta. Giovannino poi gli garantì che una volta diventato numero uno della Fiat gli avrebbe concesso il tempo e il modo di occuparsi di ciò che gli interessava, il sociale, gli ultimi».

 

La Fiat come sarebbe oggi?

«Credo sarebbe rimasta una fabbrica di automobili italiana. E si sarebbe rivolta alla Cina e al Giappone, non agli Stati Uniti come è successo».

 

agnelli edoardo gianni

[…] Ma secondo lei cosa provava Edoardo per suo padre?

«Un’ammirazione soffocante nei confronti di un uomo che è stato grandissimo in tutto. Lapo Elkann dice spesso di provare una stima profondissima nei confronti di suo nonno. Ma che non avrebbe mai voluto avere un padre come lui. Credo che anche Edoardo gli avrebbe dato ragione».

montezemolo agnelli e edoardo

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