
SEMPRE IN CULO AI PIÙ POVERI - A MARZO L’INFLAZIONE CORRE PIÙ VELOCE PER LE FAMIGLIE CON MENO POSSIBILITÀ: A SPINGERE IN ALTO L’INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO NEL PRIMO TRIMESTRE DI QUEST’ANNO SONO I BENI ENERGETICI, QUELLI PER LA CASA, GLI ALIMENTARI, IN PARTICOLARE I PRODOTTI FRESCHI: UN AUMENTO MOLTO FORTE, CHE PORTA L’INFLAZIONE DALLO 0,9% DI DICEMBRE AL 2% – DIMINUISCONO I PREZZI DEI SERVIZI, DAI TRASPORTI ALLE ATTIVITÀ RICREATIVE CHE OCCUPANO UNO SPAZIO MAGGIORE NEI BILANCI DELLE FAMIGLIE CHE STANNO MEGLIO…
Estratto dell’articolo di Rosaria Amato per "la Repubblica"
A marzo l’inflazione corre più veloce per le famiglie più povere. A spingere in alto l’indice dei prezzi al consumo nel primo trimestre di quest’anno, infatti, sono i beni che pesano di più nei bilanci delle famiglie con poca capacità di spesa: i beni energetici, quelli per la casa, gli alimentari, in particolare i prodotti freschi. Al contrario, rallentano i prezzi dei servizi, dai trasporti alle attività ricreative, che occupano uno spazio maggiore nei bilanci delle famiglie più abbienti.
E quindi ecco che, se il dato generale dell’inflazione a marzo è più 1,9%, dall’1,6% di febbraio, il raggruppamento più povero della popolazione (l’Istat divide le famiglie in quinti di spesa) subisce nel primo trimestre di quest’anno un aumento molto forte, che porta l’inflazione dallo 0,9% di dicembre al 2%, un tasso più alto di due decimi di punto rispetto alla media, e anche nel confronto con i tre “quinti di spesa” più ricchi, che subiscono un rialzo più limitato.
Un andamento che a marzo si accentua: il carrello della spesa sale al 2,1%, e la voce “abitazione, acqua, elettricità e combustibili” registra un balzo del 6% su base annua […]
L’aumento dei prezzi energetici dell’ultimo mese si innesta in un livello già alto, ereditato dagli anni precedenti, in particolare dal 2022: l’anno scorso c’è stato un rallentamento della crescita, certo non una diminuzione dei prezzi. A marzo l’inflazione acquisita è già dell’1,3%: le previsioni (non dell’Istat ma di altri istituti di ricerca) sono di una media del 2% per il 2025 […]