massimo carminati

“POTREBBE TENTARE LA FUGA” - MASSIMO CARMINATI SOTTOPOSTO ALL’OBBLIGO DI DIMORA: DOVRÀ RESTARE NELLA VILLA A SACROFANO - LASCIA I DOMICILIARI L’EX PRESIDENTE DI ENAV, FABRIZIO TESTA, CONSIDERATO IL LINK DEL “CECATO” CON I POLITICI DEL CENTRODESTRA - PRESTO TORNERANNO LIBERI ANCHE IL BRACCIO DESTRO DI CARMINATI, RICCARDO BRUGIA, E SALVATORI BUZZI…

Michela Allegri Alessia Marani per “il Messaggero”

 

MASSIMO CARMINATI

Massimo Carminati non potrà lasciare Sacrofano. I carabinieri gli hanno notificato l'obbligo di dimora nel paesino a Nord di Roma, ieri mattina, nella sua villa immersa nella campagna. Il timore è che l'ex Nar condannato nell'inchiesta Mondo di Mezzo e scarcerato martedì per decorrenza dei termini, possa allontanarsi: «Sussiste il concreto pericolo di fuga», si legge nell'ordinanza della III sezione penale della Corte d'Appello di Roma. Carminati non potrà quindi lasciare Sacrofano senza l'autorizzazione del giudice e a suo carico, come chiesto dalla Procura generale, è stato emesso anche un divieto di espatrio: gli sono stati ritirati il passaporto e ogni documento valido per l'estero.

 

massimo carminati

Nel documento i giudici ricordano i «gravi reati di cui è chiamato a rispondere, dai precedenti penali al tentativo già posto in essere in passato di riparare all'estero per sottrarsi alla cattura, occasione nella quale venne gravemente ferito».

 

Il riferimento è al rocambolesco tentativo di fuga del 20 aprile del 1981 quando, a 23 anni, l'ex Nar fu catturato dalla Digos dopo un conflitto a fuoco mentre cercava di passare il confine con la Svizzera. Dopo la scarcerazione ottenuta dai legali di Carminati, Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri, il collegio ha accolto la richiesta presentata in fretta e furia questa mattina dalla Procura generale, «ritenuto anche che il giudizio di rinvio deve essere ancora celebrato».

RICCARDO BRUGIA

 

IL SODALIZIO

Adesso, come per il «Cecato», anche per altri condannati eccellenti del maxi-processo si apre la partita della decorrenza dei termini. Potrebbe essere una questione di ore per l'amico fraterno, praticamente il suo vice nonchè vicino di casa, Riccardo Brugia, che da ottobre si trova ai domiciliari. Gli avvocati Giosué e Ippolita Naso hanno presentato da tempo un'istanza di scarcerazione e il provvedimento potrebbe arrivare da un momento all'altro. Intanto ieri è tornato libero, sempre per scadenza dei termini, anche Fabrizio Testa, l'ex presidente del Cda di Enav, ritenuto dagli inquirenti il collegamento tra Carminati e alcuni politici del centrodestra.

 

salvatore buzzi con il quarto stato alle spalle

Nel caso di Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative rosse finito in carcere nel dicembre del 2014, i termini sarebbero già scaduti. Buzzi si trova ai domiciliari dal dicembre scorso, ma fino ad ora la difesa non ha presentato una nuova istanza. In autunno, invece, scadranno i termini per i soggetti raggiunti dal provvedimento di custodia cautelare nel giugno del 2015, tra i quali l'ex consigliere regionale Luca Gramazio, che potrebbe dunque essere scarcerato. Sempre dopo l'estate è previsto il nuovo snodo processuale del procedimento: l'appello bis.

 

La Cassazione, facendo cadere l'accusa di associazione mafiosa e riconoscendo l'esistenza di due organizzazioni criminali distinte dedite alla corruzione e all'estorsione, ha disposto che le pene a carico degli imputati venissero riconteggiate alla luce delle contestazioni derubricate. L'udienza davanti alla corte d'Appello di Roma verrà fissata non prima di settembre. Per quanto riguarda Carminati e Buzzi, condannati nel primo processo d'Appello rispettivamente a 14 anni e 6 mesi e 18 anni e 4 mesi di reclusione, la pena dovrebbe essere sensibilmente abbassata. E i difensori potrebbero avanzare una richiesta di risarcimento per la detenzione al regime di 41 bis non dovuta, alla luce dell'accusa, poi caduta, di associazione di stampo mafioso.

 

LUCA GRAMAZIO AL PROCESSO

CORSO FRANCIA

Dopo 5 anni e 7 mesi dietro le sbarre, dunque, Carminati è di nuovo libero. Non potrà, però, tornare a sedersi sulla panchina nella stazione Eni di Corso Francia 1, considerata dagli inquirenti il suo quartier generale. La seduta è ancora là ma, nel frattempo, molte cose sono cambiate. Da gennaio è subentrata una nuova proprietà. A dicembre 2019, infatti, è scaduto il regime in amministrazione controllata decretato dal Tribunale.

 

Da quest' anno, dunque, alla cassa dell'Enishop non c'è più nemmeno Annalisa, la segretaria e compagna di Brugia. Dei vecchi dipendenti ne sono rimasti appena un paio, addetti al lavaggio auto. La gestione del distributore è stata rilevata da una srl con sede a Cassino e già titolare di una stazione di servizio a Pomezia. «Qui è cambiato tutto, ma la panchina è rimasta», sorridono alcuni residenti. Il mondo del Cecato sembra ormai lontano anni luce.

MASSIMO CARMINATI E FABRIZIO FRANCO TESTA

 

Le attività riconducibili alla sua cricca sono state in gran parte chiuse. Ma solo ripeterne il nome, dalle parti di via di Vigna Stelluti, incute ancora timore. «Venti giorni fa ho avuto un infarto, me ne vuole fare venire un altro? Non voglio parlare», chiosa un ex gioielliere già nel mirino del Mondo di mezzo. «Lo sa con chi ce l'abbiamo? - dice un avventore del bar sulla piazza, storico ritrovo per il Nero - con i politici che hanno abbassato il capo senza difenderci solo per amore dei soldi».

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...