
COSA NOSTRA, BONTÀ LORO - MAU-VIZIO COSTANZO ATTACCA VESPA: "SE PORTI IN TV IL FIGLIO DI UN MAFIOSO, LUI MANDERÀ MESSAGGI CAMUFFATI DA INTERVISTA. DA RIINA HO AVUTO UNA CONDANNA A MORTE" - “LA MAFIA NON FA PIÙ ATTENTATI PERCHÉ CON LO STATO CI FA AFFARI"
Da “Chi”
«Bisogna capire che se porti in televisione il figlio di un mafioso, se dai voce a Giovanni Riina, il figlio di Totò Riina, lui non farà una semplice intervista, ma manderà messaggi camuffati da intervista e questo non è giusto». Non ha dubbi Maurizio Costanzo nello stigmatizzare l'intervista rilasciata da Giovanni Riina a Porta a Porta.
Lo fa in un'intervista esclusiva concessa al settimanale Chi (in edicola da mercoledì 27 aprile). Costanzo, che tornerà in prima serata su Rete 4 dal prossimo 5 maggio con la nuova edizione del Maurizio Costanzo show, la trasmissione più longeva della tv italiana giunta a 4.399 puntate, ripresentando il format dell’"Uno contro tutti", un personaggio controverso che viene intervistato da 15 persone.
Il primo ad affrontare l’"Uno contro tutti" sarà Fabrizio Corona. Ma Costanzo non ha dubbi: nessun mafioso parteciperà mai alla sua trasmissione. «Io dal padre di Riina ho avuto una condanna a morte, sono vivo per miracolo», spiega Costanzo a Chi.
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«E ricordatevi che se la mafia non fa attentati da vent'anni non è per la pace o per una guerra vinta contro di lei, ma perché la nuova mafia è quella che fa affari con lo Stato. Non ho paura a dirlo, e io, che di inchieste sulla mafia ne ho fatte, qualche piccola idea ce l'ho. La storia personale di Corona tocca molti aspetti: cronaca nera, cronaca rosa, imprenditoria, attualità, giustizia, gossip e bancarotta, ma non mafia. Chiariamolo subito».
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