CITTA’ CHE VAI, DIVIETO CHE TROVI: ALTRO CHE MAXI NAVI, PER ORA VENEZIA DICE NO A PEDALÒ, CANOE E KAYAK – LE PAZZE ORDINANZE DELL’ESTATE: LA RAGGI TUTELA I “FAGOTTARI” CHE PORTANO IN SPIAGGIA IL CIBO DA CASA, A GENOVA VIETATO IL KEBAB. MENTRE A CERVIA... - VIDEO
Canoe, kayak, pedalò e sup (i surf sui quali si pagaia in piedi) via dal Canal Grande e dagli altri rii principali di Venezia. È un po' come impedire a biciclette e motorini di entrare in una tangenziale, dicono dalla sede del Comune, per spiegare il divieto a chi, lontano dalla laguna, sgrana gli occhi cercando di capire le ragioni del provvedimento.
L' ordinanza in vigore da domani modifica, inasprendolo, il Testo unico sulla circolazione acquea. In attesa di espellere le grandi navi, per ora la stretta riguarda gli articoli sulle "unità a remi" (escluse - va da sé - le gondole) e sull' utilizzo dei gommoni. Per kayak&co accesso sbarrato sette giorni su sette in Canal Grande e in altri rii principali come il canale di Cannaregio, mentre il divieto resta limitato alle fasce orarie più trafficate in molti altri canali.
Nell' estate veneziana dei divieti, dove rischia il Daspo urbano chi dopo le 19 beve uno spritz fuori dal plateatico di un bar, e dove alcuni bambini sono stati multati per aver giocato a pallone in campiello Pisani, ora il cartellino rosso è rivolto agli avventurieri dei remi slow, in canali dove però tutti gli altri vanno di fretta.
Perché ci vuole coraggio per inforcare una bici d' acqua e passare sotto il ponte di Rialto o in bacino di San Marco, sballottati dalle onde del moto ondoso provocato dai vaporetti e dai taxi.
«Kajak e tavole sono imbarcazioni piccole e poco visibili da chi conduce i mezzi del trasporto pubblico o i barconi delle merci - spiegano dal comando della polizia locale - e rappresentano un pericolo, anche se non sono molti».
Ma l' impressione degli amanti dei remi è che togliere qualche kajak non sia la ricetta migliore per risolvere il problema del traffico nel Canal Grande. Il tratto di Rialto è stato definito «una polveriera in un' area poco più grande di una piscina olimpionica»: parole eal pm Roberto Terzo nel corso del processo per la morte del tedesco Joachim Vogel, schiacciato da un vaporetto mentre il 17 agosto del 2013 mentre era su una gondola con la moglie. Più di 1600 mezzi in dieci ore, di cui quasi la metà taxi e 220 vaporetti. «Davvero escluderci anche nelle poche fasce orarie in cui avevamo accesso al Canal Grande - si chiedono gli amanti del kajak - servirà ad aumentare la sicurezza o piuttosto permetterà ai taxisti di correre di più?».
Daspo, multe e divieti. Tra buon senso e regole Venezia cerca un difficile equilibrio, proprio come su una tavola da surf, tra taxi e vaporetti, con il rischio di fare splash.
NO CAFONI, NO KAYAK
Giulia Marchina e Giunio Panarelli per il Fatto Quotidiano
Ai sindaci italiani non manca certo la fantasia; figurarsi in estate, stagione ideale per dare sfogo alla creatività.
Inaugura la parata delle ordinanze stravaganti il sindaco di Venezia , Luigi Brugnaro, che ieri ha emesso un' ordinanza per vietare l' uso di kayak, pedalò, canoe e tavole a remi - attrezzi largamente utilizzati, a quanto pare - sul Canal Grande e gli altri rii principali della città sull' acqua. Segue il primo cittadino di Genova Marco Bucci, che ha deciso, con l' arrivo del caldo, di approvare la cosiddetta ordinanza "etnica" che vieta l' apertura nel centro della città di kebab, call center, money transfer e altre attività considerate poco decorose.
Ma i luoghi dell' estate sono soprattutto le spiagge ed è qui che i sindaci si sono sbizzarriti, a cominciare dalla Capitale.
Virginia Raggi, per questa stagione, ha deciso di confermare l' ordinanza dell' anno scorso che difende i bagnanti dei lidi romani che portano con sé e consumano sulle spiagge il cibo preparato a casa.
La norma istituita dalla sindaca sancisce infatti il divieto "di apporre presso gli stabilimenti balneari qualsivoglia regolamento che vieti il consumo di alimenti e bevande al di fuori della cabine" con buona pace dei gestori più avidi. Salva dunque la tradizione dei "fagottari" romani che fin dagli anni Trenta sono soliti portarsi al mare i piatti cucinati a casa, proseguendo un' usanza così tipica da essere stata immortalata nel dopoguerra da diversi film neorealisti.
Da Maruggio , in provincia di Taranto, arriva la riconferma di un altro stop: quello approvato dal primo cittadino Alfredo Longo, che proibisce l' uso dei palloncini sul litorale cittadino.
La norma è dettata dalla volontà di proteggere le tartarughe che, secondo studi compiuti sulle spiagge ioniche, spesso muoiono ingerendo pezzi di palloncini.
A Crosia , in provincia di Cosenza, in barba allo storico divieto di appiccare falò onde evitare spiagge carbonizzate e multe salate, il sindaco Antonio Russo ha emesso un' ordinanza, per quest' anno, in cui si invitano i cittadini a riunirsi durante la "Notte dei falò" allo scopo di "favorire la socializzazione attraverso una delle usanze più popolari dell' estate".
matteo salvini e virginia raggi 6
Risalendo verso il centro Italia, a Firenze , il vicesindaco Cristina Giachi, ha emesso un' ordinanza a tema "Piazze vivibili". Sono vietati, nell' ordine: "Lo stazionamento sulle panchine, la creazione di giacigli o la detenzione di bevande alcoliche quando tali comportamenti avvengano in stato di ebbrezza alcolica". Come a dire: da sobri vale tutto.
Chiude il cerchio la riviera romagnola. A Cervia (Ravenna), il primo cittadino Luca Coffari vieta ai bagnanti di farsi fare massaggi o tatuaggi sotto l' ombrellone. E per contrastare l' abusivismo commerciale, sono vietateperfino le "treccine".