"ME NE VADO VIA, AMO UN ALTRO" - A INNESCARE LA STRAGE FAMILIARE DI CARIGNANO, LA DECISIONE DI BARBARA GARGANO DI LASCIARE IL MARITO PER UN ALTRO: “A CASA SONO SEMPRE IN LOCKDOWN, NON VEDO MAI NESSUNO” - LUI, SOSPETTANDO CHE LA DONNA AVESSE UNA RELAZIONE EXTRACONIUGALE, SI ERA RIVOLTO AD UN INVESTIGATORE PRIVATO. TROVANDO CONFERMA AI SUOI SOSPETTI - LA SORELLINA DEL BIMBO MORTO E' IN GRAVISSIME CONDIZIONI: "NON SAPPIAMO SE CE LA FARÀ"
MASSIMILIANO PEGGIO e MASSIMILIANO RAMBALDI per la Stampa
LA MOGLIE DI ACCASTELLO CON I FIGLI
«Vivo in mezzo al nulla. A casa sono sempre in lockdown, non vedo mai nessuno» diceva agli amici, senza rinunciare ai sorrisi. Guardando i campi di mais dal portico di pietra della sua bella villetta color amaranto, costruita da poco, lei vedeva solo solitudine attorno a sé.
Suo marito, invece, in quei campi a perdita d'occhio sentiva le sue radici, una famiglia, il lavoro e ancora il lavoro. Qualche settimana fa lei aveva deciso di lasciarlo. «Me ne vado via. Il nostro matrimonio è finito. Mi sono innamorata di un altro uomo. Sono stufa di stare sempre da sola».
Ieri mattina, in questa stradina di campagna di frazione Ceretto di Carignano, una ventina di chilometri a sud di Torino, nessuno ha sentito i colpi di pistola. Alberto Accastello, 40 anni operaio agricolo, ha ucciso la moglie, Barbara Gargano di 38 anni e poi ha sparato ai suoi due gemelli di appena due anni. Li ha sorpresi nel sonno, nei loro letti.
Poi è uscito in cortile, in mezzo alla nebbia, e ha ucciso il cane Cicco, un meticcio che la donna adorava. Come ultimo atto, è rientrato in casa e si è tolto la vita con un proiettile alla tempia. Pochi istanti prima di impugnare la pistola, una calibro 22 regolarmente detenuta, ha telefonato al fratello, che abita a pochi chilometri da Carignano, in provincia di Cuneo: «Ciao Marco, ho chiamato per dirti che tra poco non ci sarò più».
Così è stata scoperta la tragedia. Sono arrivati i soccorsi e i carabinieri. I fratellini, ancora agonizzanti, sono stati portati in ospedale al Regina Margherita. Alessandro, il bimbo, è morto in ambulanza, durante il tragitto verso l'ospedale. La sorellina è ricoverata in coma al Regina Margherita. «La piccola è in condizioni critiche. Non sappiamo se ce la farà», dicono nel reparto di Rianimazione. Il papà e lo zio di Alberto, che abitano in una casetta a una ventina di metri dalla villetta, non hanno sentito i colpi di pistola. «Buon giorno maresciallo, perché è qui di mattina presto? Si accomodi», ha detto il papà, accogliendo i carabinieri in casa. Tutto è accaduto intorno alle 4 del mattino.
ALBERTO ACCASTELLO CON LA MOGLIE
Barbara lavorava da anni come impiegata in un consorzio di negozi che gestisce una galleria commerciale a Moncalieri, nella prima cintura di Torino. Lì ha conosciuto Federico, un addetto alla sicurezza antincendio. Si è innamorata di lui. E con lui voleva andare a vivere.
«Ha il cuore spezzato, è distrutto dal dolore» dice un familiare dell'uomo, sentito a lungo ieri pomeriggio dai carabinieri. Lui ha svelato agli investigatori i progetti della donna, i contatti con un avvocato per gestire la separazione, i dissapori con il marito per la sua vita intrisa di solitudine. Barbara però nascondeva bene le sue sofferenze, mostrando sorrisi ai colleghi, sempre ineccepibile sul lavoro. «Una persona solare, non immaginavamo che si stesse separando».
Nessuno, nel centro commerciale, era a conoscenza della relazione con Federico, uno degli addetti alla sicurezza. Alberto lavorava nell'unica grande impresa della frazione, dove tutti si conoscono, allevatori e contadini, e vivono più o meno seguendo gli stessi ritmi della terra, delle semine, dei raccolti.
Da vent' anni faceva l'operaio alla «CerealCeretto», azienda di essiccazione di cereali e sementi. All'alba indossava la tuta blu, usciva di casa, faceva pochi passi ed era già al lavoro. Tra trattori, amici, silos di mais. I titolari dell'azienda, anche loro residenti a due passi dalla villetta color amaranto. «Impossibile credere a quello che è accaduto - spiega Giancarlo Cerutti -, l'ho visto crescere, era un lavoratore instancabile, una persona adorabile: per me era come un figlio».
Alberto e Barbara si erano sposati 5 anni fa, dopo un periodo di convivenza. Prima di costruirsi la villetta, appena rialzata su un terrapieno, con portici ampi e la fontanella di pietra ai margini del giardino, avevano vissuto nel primo piano della casa del papà di lui.
«Alberto - raccontano i titolari dell'azienda agricola - si è costruito la villetta facendo mille sacrifici. Prima il mutuo, poi lavorando di sabato e di domenica, nel tempo libero. Tutto quello che poteva fare da solo, per risparmiare, se l'è fatto da sé». Di recente, sospettando che lei avesse una relazione con un altro uomo, si era rivolto ad un investigatore privato. Trovando conferma ai suoi sospetti.
Accompagnati da alcuni amici, Filippo Gargano e la moglie Loredana, i genitori di Barbara, si sono abbracciati a lungo, chiusi nella loro auto, dopo aver appreso la tragedia dai carabinieri. «Ha sparato a Barbara mentre dormiva, e anche ai bambini. Non è possibile». I nonni avevano sentito la figlia e i bambini al telefono l'altra sera. «Stava bene, sapevamo quello che stava succedendo. Ma quello che è capitato è una cosa terribile, che non avremmo mai immaginato. Nessuno poteva immaginare».
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