DIMMI QUANTO PISCI E TI DIRO’ COME STAI - LA MEDIA E’ FARE PIPI’ TRA LE QUATTRO E LE SETTE VOLTE AL GIORNO, MA NON C’E’ UNA REGOLA VERA E PROPRIA: DIPENDE DALLO STRESS, DA QUELLO CHE SI BEVE E DA EVENTUALI PROBLEMI ALLA PROSTATA - I CONSIGLI DELL’UROLOGO
Silvia Turin per “Corriere.it”
Quanto spesso dovremmo fare pipì?
La maggior parte delle persone urina dalle quattro alle sette volte nel corso del giorno, ma non c’è davvero il numero “giusto”. La frequenza della pipì è influenzata da molti fattori, non solo da quanto si beve, ma anche da quali tipi di fluidi si stanno bevendo: caffeina e alcol sono irritanti per la vescica, tanto da far venire più spesso lo stimolo.
«Esistono pazienti affetti da una sindrome nota come “vescica iperattiva” - spiega il professor Francesco Montorsi, direttore dell’Unità di urologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano - che è caratterizzata dalla presenza di contrazioni involontarie della muscolatura vescicale le quali a loro volta obbligano i pazienti (le donne sono molto più colpite dei maschi) a correre in bagno ad urinare.
In alcuni casi queste crisi sono così forti che la persona non riesce ad arrivare in tempo in bagno a ha episodi di vera e propria “incontinenza da urgenza”. Per coloro che presentano questa diagnosi esistono due grandi categorie di farmaci che possono aiutare molto anche se hanno il limite di dovere essere presi sempre e non al bisogno».
Anche la sensibilità della propria vescica gioca un ruolo. Alcune persone devono andare in bagno al minimo stimolo, mentre altre non ne sentono il bisogno finché la vescica non è del tutto piena.
«In entrambi i sessi, se c’è necessità di urinare tante volte, in modo eccessivo e fastidioso, è necessario farsi vedere - dice il professor Montorsi -, prima di tutto per escludere cause tumorali o altri problemi significativi. E’ senz’altro vero peraltro che esistono pazienti, in entrambi i sessi, quasi sempre con una certa ansia cronica, che hanno vesciche che rispondono maggiormente agli stimoli esterni che possono fare scattare la voglia di urinare.
Tipicamente il cambiamento di temperatura caldo - freddo, l’assunzione di bevande come tè, caffè e bevande gasate, uno stress lavorativo o personale particolare. Alcune di queste persone migliorano con adeguate terapie comportamentali ma la maggior parte impara a convivere con il problema».
E’ possibile allenare la vescica?
«Più la vescica si riempie di urine, più si attivano i meccanismi muscolari della continenza, cioè la vescica tiene di più. Per cui in una persona normale che beve due litri di acqua al giorno (il volume minimo necessario) è corretto urinare in linea di massima ogni 4 ore durante il giorno e secondo la necessità di notte».
Questo illustra il professor Francesco Montorsi, direttore dell’Unità di urologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano. «Attenzione a non esagerare però - continua il dottore -:
tenere la pipì troppo a lungo (ad es. urinare solo mattino e sera) comporta quasi sempre un riempimento eccessivo della vescica la cui muscolatura poi può fare fatica a riprendere a funzionare al momento buono. Anche se non si ha voglia di fare pipì, è bene provarci almeno ogni 4 ore e controllare di aver bevuto abbastanza».
Ci si abitua a bere di più?
Quando aumentiamo in modo significativo la dose giornaliera di acqua di solito aumenta anche la frequenza delle “visite” in bagno. Poi si normalizza?
«La numerosità delle minzioni è ovviamente correlata alla quantità di acqua bevuta - dice Montorsi -. In una persona sana, bevendo tanto ci si stabilirà in autonomia sulla regola della minzione ogni quattro ore. Se poi ci si alza una volta per notte per urinare, si può senz’altro bere meno a partire dalle ore 17».
Fa male trattenerla?
«In un soggetto sano tenere la pipì molto a lungo, oltre alle sei e otto ore può danneggiare la funzionalità della parete vescicale - dice Montorsi - . Il rischio di infezioni compare invece nelle persone che quando fanno pipì non riescono a vuotare completamente la vescica, indipendentemente dall’iniziale riempimento della medesima. Questo avviene tipicamente nei maschi con prostata ingrossata ed ostruente».
A volte ci sono bambini cui capita di farla pochissime volte. Come mai? «I bambini sono spesso impegnati nelle loro attività di gioco e semplicemente si dimenticano di bere. Sarà il pediatra a valutare la corretta idratazione del bimbo e suggerire il quantitativo di acqua necessaria», conclude il professor Montorsi.
E se la pipì durante la notte interrompe il nostro sonno?
«Svegliarsi di notte per urinare è un fenomeno più frequentemente maschile ed è spesso correlato con la presenza di una prostata ingrossata e infiammata - ci spiega il professor Montorsi - .
mentre pisciava al los charlie mentre fa pipi alla arena di los angeles
Di fronte a questo problema è bene farsi visitare dallo specialista urologo. Senz’altro possono avere un ruolo particolari abitudini dietetiche come bere tanto di sera ed anche di notte ed alcuni pazienti non hanno altro che problemi di sonno. In particolare molti pazienti obesi sviluppano la sindrome delle apnee notturne che li obbliga a svegliarsi di frequente e devono essere visti da uno specialista dei disturbi del sonno».
Il colore della pipì può davvero dirci se siamo ben idratati?
«La pipì dovrebbe essere gialla molto chiara, ma è così sensibile che bastano modesti cambiamenti dietetici a influenzarne il colore - dice il professor Montorsi - . Vero è che se ci si accorge di avere una pipì colore giallo molto scuro significa che si sta bevendo poco. Se ci si accorge della presenza di urine rosse è tassativo farsi vedere subito dal proprio medico o dallo specialista urologo».