NATALE AMARO - LA MELEGATTI, IN CRISI NERA, SOSPENDE LA PRODUZIONE E COSI’ IL PANDORO PIU’ ANTICO D’ITALIA RISCHIA DI SPARIRE DALLE NOSTRE TAVOLE - GLI SCONTRI FRA LE DUE FAMIGLIE CHE SI DIVIDONO LA PROPRIETÀ HANNO MESSO IN GINOCCHIO L’AZIENDA CHE HA BREVETTATO IL FAMOSO DOLCE SCALIGERO
Ettore Livini per La Repubblica
Altro che Montecchi e Capuleti. Quattrocento anni dopo Romeo e Giulietta, la saga tutta veronese delle famiglie Ronca e Turco rischia di rovinare il Natale degli italiani, cancellando dal menù delle feste il pandoro più antico del mondo. «Guardi lì!» dice sconsolato Antonio, uno dei 70 dipendenti della Melegatti di San Giovanni Lupatoto, indicando l' ingresso dell' azienda che ha brevettato nel 1894 la ricetta del dolce scaligero. Il furgone del burro entra nel vialetto che porta verso lo stabilimento, rallenta e si ferma. Le sbarre sono chiuse. Nessuno apre. «Abbiamo attraversato due guerre senza saltare un giorno il lavoro», rivendicava orgogliosa a febbraio la presidente Emanuela Perazzoli.
Non è stata di buon augurio. I due impianti della Melegatti sono fermi da ieri e fino a nuova data. Le banche hanno chiuso i rubinetti e l' azienda non ha i soldi per pagare i fornitori. Nemmeno il titolare del furgone blu del burro, che fa retromarcia e se ne va. «I dipendenti non prendono stipendio da agosto e sono in cassa integrazione», conferma Paola Salvi, segretaria della Flai-Cgil. Il gas è stato tagliato causa morosità sulle bollette. Le macchine della nuova fabbrica hi-tech per i croissant («dove a febbraio si lavorava con turni di 63 ore alla settimana», ricorda incredula Salvi) sono state spente e reimpacchettate nel nylon. E per la prima volta in 123 anni di storia, il più glorioso dei dolci veronesi rischia di non mangiare il panettone e non arrivare sugli scaffali per Natale.
«Per me e i miei colleghi, compresi i 235 stagionali, è una tragedia », confessa Laura Tarantino che come molti dei dipendenti è da sempre (lei 24 anni) in azienda. La Dinasty del pandoro Melegatti in effetti - con buona pace dello storico jingle degli spot con Franca Valeri ("La fortuna lo sai, con Melegatti è più dolce che mai") - ha un sapore decisamente amaro. I concorrenti come la Bauli - «fondata da Ruggero, ex dipendente della nostra azienda», rivendica Laura - godono ottima salute.
«Da noi invece le cose hanno preso una brutta piega dal 2005», spiega Tarantino. Fino a quell' anno il timone dell' azienda era in mano a Salvatore Ronca. Pilota di auto da corsa, «imprenditore vero» - come ricorda Salvi - capace di stemperare le tensioni tra le due famiglie che si dividono la proprietà, i Ronca e i Turco. Scomparso lui, sono iniziati a volare gli stracci. Cause legali tra soci, lotte intestine.
Al timone dell' azienda è arrivata Perazzoli, la moglie, che fino a quel momento aveva fatto solo l' avvocato. «Purtroppo non tutti nascono imprenditori» ironizza Salvi, che ne ha chiesto assieme a tutti i sindacati le dimissioni. Sta di fatto che da allora il barometro ha virato verso la tempesta. «Mentre i nostri concorrenti si diversificavano su prodotti meno stagionali del pandoro, noi siamo rimasti fermi», dice Fiorentino. «La grande distribuzione ci ha strozzato - aggiunge Salvi - i pandori costano meno del pane. Guadagnare così è difficilissimo ».
I 15 milioni di prestiti bancari necessari per aprire lo stabilimento per le brioches e qualche gaffe commerciale - «Ama il tuo prossimo come te stesso, basta che sia figo e dell' altro sesso», recitava un contestatissimo spot del 2015 - hanno fatto il resto, mettendo in ginocchio lo storico marchio veronese. Che succederà ora? Perazzoli ha affidato ad advisor e banche la ricerca di un nuovo socio (si è parlato di Ferrero). «Di sicuro o si trova una soluzione in poche ore o non ci sono i margini per arrivare sugli scaffali entro dicembre » dice Fiorentino. E un Natale senza pandoro Melegatti, specie per i dipendenti della società, non sarebbe certo la stessa cosa.