daniela ferolla vincenzo novari

“MI SONO IMBRUTTITA PER ESSERE ACCETTATA DA CHI AVREBBE DOVUTO OFFRIRMI UN LAVORO” – DANIELA FEROLLA SCODELLA L’ENNESIMO LIBRO FRUTTO DEL LOCKDOWN E RACCONTA LA SUA VITA DOPO MISS ITALIA: “SE ERI LA PIÙ BELLA, DOVEVI ACCONTENTARTI DI FARE LA STATUINA. MORTIFICAVO IL MIO ASPETTO E INDOSSAVO ABITI DI UNA TAGLIA PIÙ GRANDE. POI QUALCUNO MI HA FATTO NOTARE CHE…”

Michela Proietti per il "Corriere della sera"

 

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«Da quando avevo 17 anni non mi ero mai fermata: un criceto sulla ruota». Poi, poco più di un anno fa, il mondo si è interrotto anche per Daniela Ferolla: il lockdown e all' improvviso il tempo davanti.

 

«Mi sono messa a scrivere, volevo trasformare l'inerzia in qualcosa di buono». È nato uno dei volumi figli della pandemia, «Un attimo di respiro» (Rai Libri), appena consegnato alle librerie e scritto dalla ex Miss Italia e conduttrice di Linea Verde pensando a quel tempo riconquistato, da trasformare in un messaggio positivo per il corpo. «Un' ora di meditazione, una passeggiata in un bosco: qualsiasi fuga da una vita poco sana».

 

L'esperta di tendenze Li Edelkoort a inizio pandemia parlò di una possibilità di ripristinare i propri valori.

«Ed è accaduto: abbiamo ridato importanza al contorno, alle buone pratiche. Io mi sono appassionata alla gyrokinesis, che mette insieme yoga, pilates e meditazione».

Il libro è anche una raccolta di momenti vissuti come conduttrice di Linea Verde.

«Ho fatto yoga sopra a un sup e mi sono immersa in una foresta, praticando il forest bathing che sviluppa serotonina: racconto ogni esperienza, per risvegliare una coscienza verde».

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Da Miss Italia a Lady Green: come è avvenuto il cambiamento?

«Non è stato semplice. Quando ho vinto Miss Italia, nel 2001, il ruolo della donna era diverso da adesso. Se eri la più bella, dovevi accontentarti di fare la statuina. I ruoli che arrivavano erano quelli di valletta, un decoro».

 

Come ha cambiato le regole?

daniela ferolla 10

«All' inizio nel modo peggiore: mi sono imbruttita per essere credibile e accettata da chi avrebbe dovuto offrirmi un lavoro. Mortificavo il mio aspetto e indossavo abiti di una taglia più grande. Poi qualcuno mi ha fatto notare che non dovevo vergognarmi di avere delle belle gambe».

 

Nel frattempo si è rimessa a studiare.

«Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione in Cattolica e sono diventata giornalista. Nonostante questo sono arrivata tardi alla conduzione: era difficile avere lo stesso spazio dei colleghi uomini, non parliamo dello stipendio».

 

Ha sperimentato più l' antagonismo maschile di quello femminile?

«Il mio libro è dedicato a due donne, mia madre e mia nonna. Con il mondo femminile faccio squadra. Alcuni uomini con cui ho lavorato avevano paura di una ragazza giovane e carina».

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La bellezza è stata un boomerang?

«In fondo non mi sentivo così bella: quando ho partecipato a Miss Italia non mi ero mai fatta le sopracciglia. Ero una ragazzina di provincia».

 

La incoronò Sophia Loren, campana come lei.

«Solo dopo ho scoperto che aveva scommesso su di me: aveva dato un bigliettino a Enzo Mirigliani con il nome della vincitrice. Ero io».

 

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Lei parlava di verde quando la sostenibilità non era al centro del dibattito .

«Avevo 28 anni e i ragazzi della mia età non erano interessati. Io invece pensavo allo spreco dell' acqua e predicavo la bellezza delle sere a lume di candela. Non sono Greta ma ho fatto la mia parte».

 

Una filosofia anti-spreco applicata anche al privato: su di lei pochi gossip.

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«Ho un compagno da 16 anni (il manager Vincenzo Novari, ceo della Fondazione Milano- Cortina ndr ), tra di noi c' è una differenza d' età che non si sente: grazie a me dice di essere ringiovanito. Il segreto? Ogni tanto ci diamo un attimo di respiro, molto utile anche dentro a una coppia».

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