''MI MINACCIANO DI MORTE MA SONO IN REGOLA'' - IL GESTORE DELLA DISCOTECA: ''NON C'ERANO 1400 PERSONE, NON ARRIVAVANO A MILLE''. E COME MAI CI SONO FOTO DI BIGLIETTI OLTRE IL NUMERO 1330? - ''LA COLPA È DI QUEL MALEDETTO CHE HA SPRUZZATO. HO TROVATO LA BOMBOLETTA E... - I GRADINI ALLA FINE DELL'USCITA DI EMERGENZA? ''SE UN TECNICO HA FATTO IL PROGETTO PER LA SICUREZZA, UNA COMMISSIONE PROVINCIALE L'HA APPROVATO DANDOMI IL PERMESSO POCHI MESI FA PER CINQUE ANNI, CHE COLPA HO? TUTTI SONO FUGGITI DA LÌ PERCHÉ...''
1. DISCOTECA: GESTORE, MINACCE DI MORTE MA IO SONO IN REGOLA
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(ANSA) - "Non c'erano 1400 persone come dicono tutti. Assolutamente. Secondo me non arrivavano a mille, anzi calcolando quelli che erano fuori a fumare, dentro ce n'erano poco più di 800. E' un locale che ha contenuto molta più gente. Era sicurissimo. Tra l'altro ho consegnato ai carabinieri i blocchetti dei biglietti venduti e quelli invenduti. Si vede subito".
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A dirlo è Marco Cecchini, uno dei tre gestori della Lanterna Azzurra di Corinaldo, in un'intervista a QN. Sulla sicurezza "sono tranquillo. Ho un contratto con un'agenzia che mi ha garantito 11 bodyguard. E avevo un'ambulanza a disposizione", afferma Cecchini. "Credo di essere nel mirino. Sto ricevendo minacce di morte, scrivono sui social ogni cattiveria, mi vogliono in galera ma io non ho fatto niente di diverso di tutte le altre volte quando, lo giuro, c'erano state anche più persone".
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In merito ai quattro gradini in fondo agli scivoli di emergenza, "se un tecnico ha fatto il progetto per la sicurezza, una commissione provinciale l'ha approvato dandomi il permesso pochi mesi fa per cinque anni, che colpa ho io?", dichiara Cecchini. Sul non aver aperto le tre porte di sicurezza, "tutti e 800 sono fuggiti in quell'unica porta che è sempre spalancata per andare a fumare. Quando la gente ha cominciato a tossire e a gridare, ha visto la luce solo da quella parte è si è imbucata lì trovando il tappo perché nel frattempo la gente era caduta nei gradini".
corinaldo lanterna azzurra il ponticello dove sono morte sei persone
Quanto alla balaustra, "in condizioni normali è sufficiente". "Se dicessi che mi sento la coscienza a posto, ecco il criminale. Se dico di no, sono colpevole. Sono distrutto, mi dispiace e moralmente sono vicino ai genitori e alle famiglie di quei ragazzi morti", afferma Cecchini. "Ho trovato per terra la bomboletta spray e l'ho consegnata ai carabinieri. Colpa di quel maledetto che l'ha spruzzata. È una tragedia inimmaginabile". Il locale, conclude non riaprirà "finché ci sono in giro questi criminali con le bombolette".
2. L'INCHIESTA SU DUE FRONTI: CHI HA PROVOCATO L'ONDATA DI PANICO E LA REGOLARITÀ DEI GESTORI
Ilaria Sacchettoni per il ''Corriere della Sera''
CORINALDO LANTERNA AZZURRA DISCOTECA
L' inchiesta per omicidio colposo del procuratore di Ancona Monica Garulli si muove su due fronti: la ricerca di chi ha provocato l' ondata di panico finita con 6 morti; la verifica della regolarità dei comportamenti dei gestori del locale.
Da un lato sembra accertato che un adolescente armato di spray al peperoncino abbia scatenato l' allarme alla «Lanterna azzurra» provocando il fuggi fuggi: forse un diversivo per rubare i cellulari dei suoi coetanei, oppure un assurdo «gioco». Sulla sua individuazione c' è ottimismo da parte degli investigatori: alcuni testimoni hanno descritto un ragazzino nascosto dal cappuccio che avrebbe utilizzato la bomboletta sprigionando la sostanza urticante nell' aria.
MORTI E FERITI NELLA DISCOTECA LANTERNA AZZURRA DI CORINALDO ANCONA
Altri parlano di un ragazzo col cappello e una maschera.
Dall' altro lato, invece, potrebbe esserci la responsabilità dei gestori che avrebbero venduto più biglietti del previsto, stipando 1.400 persone (il numero preciso dei presenti è ancora da accertare) in uno spazio che poteva contenerne 469, quant' era la capienza dell' unica sala aperta al pubblico in un locale da 880 posti complessivi. Forse la discoteca di una frazione di provincia era poco attrezzata per una serata con il rapper Sfera Ebbasta. E adesso c' è chi dice che in quel locale hanno già dimostrato di avere più sensibilità per il business che per la security, spiegando che, proprio per carenze sotto il profilo della sicurezza, il locale era s tato sottoposto a chiusura nel 2017.
L' inchiesta, per ora senza indagati anche se nelle prossime ore ci potrebbero essere le prime iscrizioni, è partita già nel cuore della notte: alle nove di ieri i carabinieri del Nucleo Investigativo, guidato dal comandante Cristian Carrozza, avevano ascoltato circa ottanta persone fra clienti e personale della discoteca. Tre deleghe sono partite in simultanea: carabinieri, polizia e Vigili del fuoco, tutti incaricati dalla Procura di fare gli accertamenti necessari. Individuare chi ha usato lo spray urticante non dovrebbe essere difficile, considerata la quantità di testimonianze raccolte. La voce di una banda di adolescenti armati di spray al peperoncino non ha trovato per ora conferme a livello investigativo.
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Procede anche la ricostruzione dell' esatta dinamica della tragedia. Uno dei testimoni ha sottolineato una sorta di schizofrenia nelle direttive dei vigilantes all' interno della sala: «In un primo momento - ha ripetuto - ci hanno spinto all' interno, poi ci hanno gridato di andare verso l' uscita di emergenza». Può darsi che l' incongruenza fosse dovuta al panico, ma le indagini dovranno accertare il funzionamento delle uscite di emergenza. Il locale è stato sottoposto a sequestro per consentire di sciogliere tutti i dubbi.
Dal cur riculum del titolare, Alberto Micci, affiorano precedenti. La «Lanterna Azzurra» era stata sottoposta a controlli da parte della commissione di vigilanza sui locali di spettacolo e a ottobre del 2017, poco più di un anno fa, i Vigili del fuoco, guidati da Dino Poggiali, avevano notificato la chiusura per una serie di irregolarità sull' impianto elettrico e sulla sicurezza (dalla segnaletica agli estintori non a norma). Quarantacinque giorni dopo il proprietario si era messo in regola. Ma la security non era l' unico neo.
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Un' ispezione della Finanza dello scorso febbraio aveva accertato l' impiego di dipendenti non in regola. Micci utilizzava personale senza contratto: su 31 dipendenti 23 erano in nero e i finanzieri, guidati dal generale Vincenzo Amendola, gli avevano comminato una maxi multa.