vladimir putin evgeny prigozhin

“PUTIN ERA AL CORRENTE DA MESI DELLA RIVOLTA DI PRIGOZHIN MA NON HA PRESO LE INFORMAZIONI SUL SERIO” - MIKHAIL ZYGAR, FONDATORE DELL’UNICA TV INDIPENDENTE RUSSA DOZHD: “PER I GRANDI UOMINI D’AFFARI CHE NON SONO SUL LIBRO PAGA DI PUTIN, LA RIVOLTA DI PRIGOZHIN È STATA UNO SHOCK. PER LA PRIMA VOLTA HANNO AVUTO LA PROVA DI QUANTO PUTIN E IL SUO CERCHIO MAGICO NON ABBIANO CONTATTO CON LA REALTÀ. HANNO INIZIATO A PENSARE CHE PUTIN SIA UN’ANATRA ZOPPA E CHE ABBIA I GIORNI CONTATI. NON ORGANIZZERANNO UNA RIVOLTA MA HANNO CAPITO CHE IL SISTEMA DI POTERE NON FUNZIONA”

vladimir putin parla alla nazione dopo il colpo di stato di prigozhin

Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”

 

Mentre gli uomini di Wagner marciavano verso Mosca il 24 giugno, Vladimir Putin volava a San Pietroburgo per assistere dallo yacht del suo fedelissimo Jurij Kovalchuk alla festa Vele Scarlatte dedicata ai maturandi. […] A raccontare l’inedito retroscena è Mikhail Zygar, 42 anni. Fondatore dell’unica tv indipendente russa Dozhd […] tra i massimi conoscitori del cerchio magico di Putin. […]

 

il volo di evgeny prigozhin atterra a minsk

Quando ha lanciato la sua rivolta, Evgenij Prigozhin contava su un aiuto dall’interno dell’esercito, delle forze di sicurezza o delle élite?

«C’erano diverse persone che potremmo definire suoi sostenitori. Le sue invettive erano favorite dalla tacita approvazione dello stesso Putin che lo usava come contrappeso contro l’esercito. Molte persone condividevano le sue critiche contro i vertici militari: […] Lo appoggiavano diversi generali come il viceministro della Difesa Mikhail Mizintsev che è poi stato nominato vicecomandante del gruppo Wagner. […] alcuni di questi suoi sostenitori erano a conoscenza dei preparativi della rivolta. Secondo le mie fonti, lo stesso Putin ne era al corrente da mesi, ma non ha preso le informazioni sul serio».

PRIGOZHIN E PUTIN

 

Ci sono informazioni contrastanti sulla sorte del generale Sergej Surovikin. Che fine ha fatto? Stiamo assistendo all’inizio delle purghe?

«Mi è stato detto che si trova ai domiciliari. È stato interrogato e incriminato, ma non ci sarà alcun processo aperto al pubblico. È l’inizio di una campagna di persecuzione contro i nazionalisti. Vedremo tanta gente cadere in disgrazia. Ma non ci saranno epurazioni alla luce del sole. Sarebbe ammettere che il sistema ha delle falle».

 

Mentre la rivolta era ancora in corso, molti presunti fedelissimi di Putin sono rimasti in silenzio. Alcuni sono persino fuggiti a bordo dei loro jet. L’élite è davvero così compatta attorno al presidente?

SERGEI SUROVIKIN

«Bisogna distinguere. Ci sono i fedelissimi che fanno parte della “super-élite”, della cerchia ristretta di Putin. Dipendono personalmente da Putin. Non hanno alternative. E come lui, sono lontani dalla realtà. […] Pensano tuttora che il regime sia stabile e che sia tutto sotto controllo. Ci sono poi i grandi uomini d’affari o decisori che non sono sul libro paga di Putin. Per loro la rivolta di Prigozhin è stata uno shock. Ha cambiato per sempre la loro prospettiva. Per la prima volta hanno avuto la prova di quanto Putin e il suo cerchio magico non abbiano alcun contatto con la realtà. Non credono più che il regime sia stabile.

PUTIN E PRIGOZHIN

 

Hanno iniziato a pensare che Putin sia un’anatra zoppa e che abbia i giorni contati. Non organizzeranno una rivolta. Non si schiereranno con Prigozhin o con altri. Hanno finalmente capito però che il sistema di potere non funziona».

 

Non c’è nessuno che potrebbe approfittarne? Che potrebbe seguire l’esempio di Prigozhin senza però ripeterne gli errori?

«[…] Non ci sarà più una rivolta militare. […] Ma ci saranno nuove sfide per il regime. Probabilmente l’anno prossimo quando si terranno le presidenziali. Non dico che emergerà un candidato in grado di sfidare Putin. Ma, anche quando vengono totalmente truccate, le elezioni sono sempre una potenziale minaccia per la stabilità di un regime». […]

sergey surovikin Yevgeniy Prigozhin e Vladimir Putin

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...