milano metro'

MOLESTIE SOTTO LA MADONNINA – A MILANO E’ CACCIA AI "RATTI" DEL METRO’: OGNI GIORNO SEGUONO E PALPEGGIANO RAGAZZE E STUDENTESSE - SCHEDATI 130 MOLESTATORI SERIALI NEL DATABASE DELLA POLIZIA - IN PASSATO MOLTI DI LORO ERANO STRANIERI, OGGI CE NE SONO TANTI ITALIANI...

milano ratti del metro'

Monica Serra per la Stampa

 

Stazione di Cadorna, otto e mezzo del mattino. Un uomo distinto sulla cinquantina, capelli brizzolati, fede al dito, borsello, si guarda attorno. È distante dalla folla dell' ora di punta, pronta a prendere la metropolitana a ridosso della striscia gialla di sicurezza. Osserva le ragazze che passano, dalla testa ai piedi. Arriva il primo mezzo, la banchina si svuota, ma lui resta lì. E così anche dopo il secondo e il terzo. Poi si muove come un «ratto», ha scelto la sua vittima: una ragazza di una ventina d' anni, jeans e maglietta bianca come tante, capelli lunghi, occhi blu.

 

milano metro

Dietro di lui gli agenti della Polmetro, invisibili, si confondono tra la gente, ma alla prima mossa sono pronti a fermarlo. Lo chiamano «ratto», appunto. È uno dei tanti (almeno potenziali) molestatori sessuali che si aggirano nella Milano sotterranea come topi. Sono 130 quelli schedati nell' archivio digitale di Stefano Giordano, vice della Polmetro e responsabile delle squadre in borghese. In ogni cartellina ha raccolto con cura video e foto dei molestatori osservati, denunciati o arrestati dal 2015.

 

Il «ratto» appena avvistato è a un soffio dalla ventenne. Si tocca di continuo i capelli e i pantaloni tra le gambe, come fosse un banalissimo tic. Poi, dietro al borsello appeso alle spalle, infila il pollice sinistro nella tasca dei jeans. Il resto della mano è fuori, pronto a toccare la «preda».

 

Denunce difficili La ragazza è di spalle, gli auricolari nelle orecchie. «Se la vittima non si accorge di nulla è un problema: per procedere serve la denuncia. Altrimenti possiamo solo allontanarlo», sussurra Stefano Giordano, senza togliergli gli occhi di dosso. Due fermate e la ragazza è salva: scende e sparisce sulle scale mobili. Gli agenti continuano a seguire il «ratto», che qualche minuto dopo va via.

milano metro

 

Forse a casa dalla moglie o in ufficio. «C' è chi segue le ragazze tutto il giorno, ma molti sono impiegati, operai e professionisti, che sfruttano il percorso fino al lavoro per dare sfogo alle loro perversioni». Daniele Bruno è un poliziotto grande e grosso con l' accento romano, segue ladri e molestatori in camicia a maniche corte e bermuda chiari, come un turista qualsiasi. Con lui c' è Giorgio Sasso, jeans e scarpe da basket.

 

Giordano li coordina con lo sguardo. «Il maggior numero dei "ratti" si concentra qui, lungo la linea che a questo punto chiamiamo "rosso amore", tra le fermate di San Babila e Pagano, dove ci sono molte scuole. In genere seguono le studentesse. In passato molti di loro erano stranieri, soprattutto egiziani. Oggi ce ne sono tanti italiani».

 

milano ratti del metro'

Le indagini sui molestatori sono una delle peculiarità di questa squadra della polizia, che non ha eguali in altre città italiane: 38 uomini, tra quelli in divisa e quelli in borghese, diretti da Angelo Giacovazzi, che ogni giorno controllano decine di persone alla ricerca di borseggiatori e, appunto, «ratti»: 2133 le persone fermate solo nel primo semestre di quest' anno. Il fenomeno dei molestatori in metropolitana da tempo è una piaga in vari paesi, per primo il Giappone.

 

Ma negli ultimi anni è lievitata pure a Milano, in quello che il dirigente dell' Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, Maria Josè Falcicchia, definisce semplicemente «mondo di sotto».

Nella partita fra guardie e ladri, chi popola questo mondo oramai conosce gli agenti uno per uno.

 

Da un lato ci sono i poliziotti. Dall' altro «ratti», borseggiatrici, ladri rumeni, sudamericani, algerini e poi i «cannibali» soprattutto italiani, che rubano i documenti per le truffe on line. In mezzo c' è di tutto. C' è la rom che chiede l' elemosina in Centrale e avvisa gli agenti se nota movimenti sospetti. C' è il cameriere 29enne del fast food che nel tempo libero filma i borseggiatori e consegna i video alla Polmetro.

I volontari e i passeggeri «Con una telecamera nascosta che ho comprato a mie spese», dice orgoglioso, mentre è di vedetta alla fermata di Cordusio.

 

milano ratti metro'

Poi c' è la gente. Fiumi di persone. Lavoratori, studenti, turisti, molti stanchi, arrabbiati o spensierati. Ma sempre indifferenti. Con un giornale in mano o più spesso al cellulare. Non si accorgono quasi mai di ciò che gli accade sotto al naso. Si isolano e vivono nel loro micromondo virtuale seduti fianco a fianco ai borseggiatori, ai ladri, ai «ratti».

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”