QUESTA PIZZA HA UN SAPORE DI CAVALLETTA – TRA SETTEMBRE E OTTOBRE APRE A MILANO ''HOPPER'', IL PRIMO RISTORANTE CHE SERVIRÀ PIZZA PREPARATA CON FARINA DI INSETTI – LA CATENA SI AVVARRÀ DELLA CONSULENZA DI UNA FAMIGLIA DI PIZZAIOLI NAPOLETANI, MA IL COMMITTENTE È CINESE – I CONDIMENTI SARANNO…
Chiara Cavalleris per www.dissapore.com
Fatta la legge, aperta la catena. Non sono passati cinque mesi da quando l’insetto è stato sdoganato sulle tavole italiane, ed ecco che la proteina più controversa del decennio, dicono protagonista del prossimo millennio, finisce sul piatto più popolare della Penisola.
Stiamo ovviamente parlando della pizza, preparata con farina di insetti (cavallette, nello specifico), e destinata a diffondersi in tutta Italia.
Si chiamerà Hopper-pizza (da hoppergrass, cavalletta in inglese) e partirà a fine estate, tra settembre e ottobre, con una prima apertura in zona Duomo, a Milano. Poi si punterà a Napoli, Genova e Torino: luoghi strategici, insomma, studiati per coprire tutto il Paese.
Ciò che sappiamo, fino ad ora, ci è stato comunicato in anteprima dalla griffe di pizza napoletana che farà da consulente per la nascitura catena: una famiglia di pizzaiuoli veraci, alla quarta generazione, che si è prestata all’operazione, offrendo la propria esperienza in fatto di impasti, lunghe lievitazioni e cotture a forno a legna.
Proprio così, perché come ci assicura la nostra fonte campana, che al momento preferisce non palesarsi, nulla sarà lasciato al caso, dal lievito madre alle 36 ore di riposo.
La pizza sarà disponibile in due versioni: con farina di cavallette (semplici, al “naturale”) e a base di cavallette affumicate, dal sapore più deciso.
Per i condimenti, però, si rispetterà la tradizione partenopea, con pochi gusti, essenziali: margherita, marinara e Bufala Campana DOP.
Per ora non si conosce il committente, ovvero il proprietario della nuova catena, ma sappiamo che è di nazionalità cinese, ben intenzionato ad ampliare i propri orizzonti oltre le quattro città sopra elencate.
Vien da domandarsi come la prenderà la città di Napoli, “presa di mira” per il secondo taglio di nastro, di fronte a una simile blasfemia: l’integralismo dei condimenti, su basi tanto futuriste (se così possiamo chiamarle), pare quasi derisoria.