MILANO MOLESTA - NON SOLO ABUSI: LA VITTIMA DI ANTONIO DI FAZIO HA RACCONTATO AI MAGISTRATI UN INCUBO FATTO DI STALKING, ATTI PERSECUTORI E MINACCE. QUANTE SONO LE VITTIME? GLI ABUSI AVEVANO TUTTI LO STESSO MODUS OPERANDI, E POTREBBERO ESSERE ANDATI AVANTI PER PIÙ DI DIECI ANNI. L’EX MOGLIE DEL MANAGER L’AVEVA DENUNCIATO NEL 2014. C’È ANCHE UN SECONDO FILONE CHE PUNTA INVECE SUI SOLDI, CON PRESUNTI RAPPORTI CON UOMINI ALLA ‘NDRANGHETA
Cesare Giuzzi per il "Corriere della Sera"
Mamma e figlia. La ragazza giovanissima aveva avuto una breve relazione con Antonio Di Fazio, l' imprenditore 50enne a San Vittore con l' accusa di aver narcotizzato e violentato una studentessa 21enne bocconiana. E sospettato di almeno altre cinque violenze sessuali con identico copione. Ieri, accompagnata dalla mamma, è stata sentita per cinque ore dai magistrati.
A verbale non ha raccontato di abusi sessuali ma di una lunga vicenda di stalking, atti persecutori e minacce iniziata al termine di quella breve relazione con l' ex patron della farmaceutica Global Farma.
«Un incubo» che non aveva mai trovato il coraggio di denunciare. Vessazioni continue, telefonate e intimidazioni. E che, dopo l' arresto di sabato scorso, mamma e figlia hanno deciso di raccontare ai carabinieri.
Così oltre alle sospette violenze sessuali, per molte delle quali gli investigatori stanno ancora cercando di identificare le vittime, e le cui immagini «trofeo» sono state trovate nelle memorie informatiche di pc e telefoni, ora si aggiungono le nuove accuse di atti persecutori.
Con il passare dei giorni il quadro delle indagini somiglia sempre più a un racconto dell' orrore. Per i magistrati Letizia Mannella e Alessia Menegazzo c' è il forte sospetto che gli abusi con identico modus operandi siano andati avanti per più di dieci anni.
La ex moglie di Di Fazio, che verrà sentita domani, ha denunciato nel 2014 di essere stata drogata e abusata sempre dopo essere stata stordita da massicce dosi di benzodiazepine.
All' epoca Di Fazio era soltanto un dipendente delle aziende di famiglia (due immobiliari e una farmaceutica) e a parte alcune sue frequentazioni pericolose (con Fortunato Valle condannato per 'ndrangheta e con un ex socio poi arrestato per droga) e una certa spavalderia nell' uso di finti tesserini del Sisde e lampeggiante blu, non era emerso nulla di più. In realtà già nel 2009, al momento della separazione dei due, la donna aveva parlato di abusi.
Le indagini sembrano vicine a un punto di svolta. I carabinieri del Nucleo investigativo, guidati da Antonio Coppola e Michele Miulli, stanno trovando riscontri ai racconti delle prime tre donne già sentite nei tracciati dei cellulari e nelle chat. Si lavora su complici e «reclutatori».
C' è anche un secondo filone che punta invece sui soldi, partito da una segnalazione di Bankitalia. In mezzo anche (presunti) rapporti con uomini vicini alle cosche. A fine marzo il socio di Di Fazio nella Global Farma, l' architetto Enrico Asiaghi, aveva trovato tre cartucce da caccia calibro 12 sul vetro della sua Maserati parcheggiata sotto la sede.
«Non ho mai ricevuto minacce, ho pensato a uno scherzo».
Il giorno dopo però ne parla con Di Fazio che «allarmatissimo» chiama il 112. Alla polizia ha raccontato di essere vittima di un tentativo di estorsione e di aver ricevuto pesanti minacce. «La mia auto compariva in una foto pubblicata sui suoi profili social, pensavano fosse la sua». Secondo il Fatto quotidiano le minacce sarebbero arrivate da uomini del clan Mancuso della 'ndrangheta.
«L' azienda è sana, Di Fazio è stato estromesso dal board.La gestione è sempre stata corretta, non ci sono debiti. I soldi? Ne aveva molti. Pensavo fossero di famiglia. Ma non mi stupirebbe sapere che in realtà erano di qualcun altro...». Quanto alle ragazze Asiaghi dice di averlo visto solo due volte in azienda con giovanissime: «È entrato e andato nel suo ufficio. Stagiste?
Non ne abbiamo mai avute né cercate». Il socio ha invece conosciuto l' ultima «fidanzata» del 50enne, una ragazza che ai magistrati ha denunciato di essere stata narcotizzata, abusata e minacciata: «Per quanto ne so io lei lo chiamava spesso, lo controllava e aveva paura che la tradisse. Non ho mai avuto il sospetto di quello che è emerso ora. A volte portavo in ufficio mia figlia, ci penso e mi viene il terrore».
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