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A MILANO IL VIRUS E’ ARRIVATO GIOCANDO A CARTE - VIAGGIO NELL’EPICENTRO DEL MORBO A BRESSO: 127 CONTAGI, 20 MORTI, TUTTI ANZIANI, TUTTI FREQUENTATORI DEL MEDESIMO CIRCOLO. ORA SI TEMONO ANCHE INFEZIONI TRA I CINQUANTENNI - NEL PAESE, GIA' PROVATO DA DUE EPIDEMIE DI LEGIONELLA, IL SINDACO HA CHIUSO TUTTO ANTICIPANDO MOLTE DELLE MISURE POI ADOTTATE DA GOVERNO E REGIONE...

Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”

 

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Il virus è arrivato giocando a carte. Circolo lavoratori Libertas , via Cavour 4/a. Il municipio è a pochi passi, così come la parrocchia di San Nazaro e Celso. Anche se Bresso somiglia a un grande dormitorio, in un tutt' uno con il quartiere Niguarda di Milano, qui l' atmosfera è quella di un paese. Perché quasi il 30% dei 26 mila abitanti ha più di 65 anni.Molti oltre i 75.

 

Bresso è stato il primo epicentro del coronavirus a Milano. L' ultimo bollettino dell' Unità di crisi della Regione conta 127 contagi.

 

Ma a spaventare sono le vittime, venti dal 28 febbraio. Venti morti, tutti anziani, tutti con un tragico legame: frequentare il circolo Libertas . È qui che il Covid-19 ha iniziato ad uccidere. E ha continuato anche dopo che il sindaco Simone Cairo, 51 anni, ha deciso di chiudere il centro anziani. Il «paziente zero» è stato ricostruito grazie a un' analisi di malati e contagi. Si tratta di un milanese di Niguarda che frequentava il circolo ogni giorno. E avrebbe, suo malgrado, contagiato altri anziani giocando a carte.

 

La voce s' è diffusa il 28 febbraio, di prima mattina: «Hanno chiuso il Libertas, i baristi sono ammalati. Ma anche alcuni clienti». Erano i giorni, diciamo così, in cui nella zona rossa del Lodigiano si moriva senza sosta, ma a Milano il dibattito era sulla necessità di riaprire «bar e ristoranti».

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A Bresso però le cose sono state prese da subito molto seriamente. Memori anche dell' epidemia di legionella che s' è scatenata nell' estate di due anni fa. Così il sindaco Cairo ha di fatto anticipato, in autonomia, molte delle misure assunte poi da Governo e Regione.

 

«Dall' 11 marzo abbiamo deciso di far chiudere bar, parchi pubblici - spiega Cairo -. Da quella data i nostri ammalati sono passati da 60 a 120. Una crescita del 100%. Ma in altre aree urbane nello stesso periodo la curva è salita del 600%».

 

In provincia di Milano i casi di coronavirus sono 5.096 su una popolazione di 3,2 milioni di abitanti. I morti sono già 445, per il 72% uomini, con un' età media di 78 anni.

 

Oggi il «caso Bresso» è diventato una modello per studiare l' epidemia. Adesso l' età media dei positivi s' è abbassata da 75 a 55 anni: «Da un lato è il segnale che la protezione dei pensionati ha funzionato, li ha messi al riparo - riflette Cairo -. I nuovi contagiati sono persone entrate a contatto in ambito familiare o lavorativo. In mezzo ci saranno operatori sanitari: molti nostri abitanti lavorano negli ospedali tra Sesto San Giovanni, Niguarda, la Multimedica, il Bassini di Cinisello».

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