smart drugs

TISANA MA TI DROGA - SONO OLTRE MILLE LE NUOVE “SMART DRUGS” IN CIRCOLAZIONE E MOLTE DI QUESTE VENGONO “CAMUFFATE” NELLE TISANE, NEI FUNGHI, NEI FIORI E PERSINO NELLE RICARICHE DEI DEODORANTI PER LA CASA

1 - TROPPE DROGHE SCONOSCIUTE ALLEANZA POLIZIA-UNIVERSITÀ

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Un fiume di nuove sostanze stupefacenti (Nps) sempre più difficili da identificare che grazie al veicolo veloce di Internet si riversa sulle strade italiane. Nomi come Krokodil, Superpill, Shabu, Special K che da qualche anno frequentiamo negli allarmanti notiziari quotidiani, sono già quasi il passato rispetto a qualcosa che ancora un nome invece non ce l' ha e che costringe la Polizia stradale a inoltrarsi a mani nude nel mondo della notte che avvolge di nebbia gli occhi della generazione delle nuove droghe.

 

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E' per questo che in aiuto è arrivato un pool di scienziati di sette Università italiane, già operative ma in attesa che qualche soldo arrivi anche dal governo. Si tratta di una task force guidata dal dipartimento di Tossicologia di Firenze che, in collaborazione con la Stradale, si pone l' obiettivo di individuare e classificare tutte le sostanze di moda tra i giovani. Sono oltre mille le nuove droghe sintetiche identificate dalle Nazioni Unite e in vendita online, a prezzi spesso stracciati, e disponibili per chiunque, anche i minorenni, con comodo servizio a domicilio.

 

PRODOTTI IN SINTESI

Solo per avere un' idea: dal 2009 al marzo 2015 sono state registrate dal Sistema nazionale di Allerta precoce 456 molecole, tra le quali 138 cannabinoidi sintetici, 90 fenetilamine, 17 oppioidi sintetici, 5 analoghi della ketamina e via dicendo. Molecole che vanno a ingrossare il sommerso sotto i numeri ufficiali perché sfuggono ai drug test e così alle statistiche degli incidenti stradali. Luglio e agosto 2015 sono stati mesi terribili sulle strade. Da anni non si assisteva a un numero di incidenti così alto: un' inversione di tendenza dopo quasi un decennio.

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Le percentuali con il segno «+» qui non indicano un trend positivo, ma il contrario: in due mesi gli incidenti notturni sono passati da 74 del 2014 a 110 e le vittime da 81 a 120, un aumento in entrambi i casi di oltre il 48%.

 

Nel sangue delle vittime molto spesso sono state rinvenute tracce di sostanze che a volte gli stessi agenti non sanno, anzi non possono riconoscere. Obbiettivi da raggiungere Se infatti, per la guida in stato di ebbrezza l' obiettivo è stato più o meno centrato, lo stesso non si può dire per l' azione di contrasto di chi è solito ingerire composti psicoattivi: casi in cui i controlli eseguiti sono di fatto solo 1 a 10 rispetto agli alcoltest.

 

«Questa sproporzione - spiega la professoressa Elisabetta Bertol della cattedra di Tossicologia di Firenze - può e deve essere colmata con nuovi metodi di facile esecuzione su strada da poter confermare tempestivamente in laboratorio, con garanzie di scientificità valide anche in Tribunale».

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Le sette Università avranno funzione di hub, ognuno con una vasta area di competenza, sulle quali opererà una rete di laboratori qualificati in stretto contatto con la Polstrada. Pavia e Verona gestiranno il Nord, Firenze e l' Università Cattolica di Roma il Centro, Napoli il Sud, Catania e Sassari la Sicilia e la Sardegna.I tossicologi svilupperanno nuovi protocolli di analisi e ricerca che saranno di grande aiuto ai medici del primo intervento e agli agenti.

 

«Regole di ingaggio» «Regole di ingaggio» e procedure su strada verranno poi aggiornate anche grazie a un' attività di formazione per le Forze di Polizia e di informazione per le scuole. Un progetto «ambizioso ma fattibile» sostiene la professoressa Bertol, che si è premurata di inviarlo, firmato da tutti i colleghi, al premier Matteo Renzi, chiedendo di sbloccare i finanziamenti per la copertura: «C' è il Fondo incidentalità, per esempio. Si tratta di risorse specifiche a disposizione della Presidenza del Consiglio ma ancora non utilizzate».

 

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2 - "LE SMART DRUG SI COMPRANO ON LINE MASCHERATE DA TISANE O SEMPLICI FIORI"

Paolo Russo per “la Stampa”

 

Per qualcuno sono «smart» perché si possono acquistare velocemente nei «drug shop» che spopolano nella Rete. Altri le hanno ribattezzate «furbe» perché galleggiano tra l' area della legalità e quella del proibito, dando l' impressione di essere più meno innocue. Sono le nuove droghe 4.0, dai camuffamenti più impensabili. Tanto che le pastiglie da sballo con le faccette sorridenti degli Smiley sembrano già preistoria. Ora le «smart drug» si nascondo dietro tisane apparentemente innocue, funghi, fiori, persino nelle ricariche dei deodoranti per la casa.

 

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«Oramai si succedono con una tale rapidità che non fanno nemmeno in tempo a prendere un nome d' arte», spiega Roberta Pacifici, direttrice dell' Osservatorio tossicodipendenze dell' Istituto superiore di sanità. E i numeri le danno ragione. il Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa) della Presidenza del Consiglio dal 2009 al 2014 di queste nuove sostanze stupefacenti ne aveva scoperte 280. Ora in soli nove mesi del 2015 di nuove droghe finite nel libro nero delle sostanze psicotrope vietate se ne contano già 170. Un mercato mobilissimo, che come una molecola viene smascherata ne lancia una nuova o ripropone la stessa appena modificata.

 

Allerta rapida «Abbiamo un efficiente sistema di allerta rapida , grazie al quale -spiega la Pacifici - le sostanze sequestrate o prelevate da chi finisce al Pronto soccorso in stato di alterazione, vengono subito esaminate dal nostro Istituto e in caso inserite nell' elenco di quelle vietate».

 

«Il problema - prosegue - è che appena smascherati i trafficanti modificano di un niente la molecola, così l' effetto resta lo stesso ma la sostanza esce dalla lista di quelle vietate».

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Prodotti artigianali L' offerta arriva oramai anche da piccoli spacciatori di prodotti fatti in casa, con dosaggi dei principi attivi sempre più approssimativi e quindi pericolosi.

«Prima si provano offrendole gratuitamente, poi se piacciono si iniziano a produrre in serie», spiega sempre la Pacifici. La furbizia sta nel nasconderle spesso dietro cose apparentemente innocue e legali, come fiori , tisane, funghi, persino deodoranti per la casa.

 

Ma l' ipomea violacea, tanto per fare un esempio, è un fiore che contiene l' ergina, un forte allucinogeno. Lo scorso anno dopo averne fatto abuso un ragazzo è volato dalla finestra.

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Di intossicazioni gravi il Dpa ne ha contate 70. Ma è la punta di un iceberg. Spacciati quasi sempre come «droghe leggere» a volte i nuovi ritrovati sono insidiosi quanto cocaina o Lsd. Roba da paleolitico per i giovani che anche sotto la soglia dei 18 anni si avvicinano alla «spice», la cannabis sintetica che può portare a crisi di panico, difficoltà respiratorie, allucinazioni.

 

O che annusano i sali da bagno al metilone, che non fanno rilassare in vasca ma creano forme di psicosi con danni al cervello e al sistema cardiovascolare che possono portare anche al decesso. E se fino al 2011 le droghe «furbe» si trovavano negli «smart shop», i negozietti che in città vendevano dagli infusi più strani a sementi e fiori non propriamente da giardinaggio, con il passaggio di molte sostanze nella black list, il mercato si è spostato su internet, con appendici nei sexy shop. Mentre le comunità dello sballo proliferano nei forum on line. Dove i ragazzi si scambiano esperienze ma dei pericoli restano all' oscuro.

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