IL MISTERO DI MATTIA, SPARITO VICINO SONDRIO DOPO UNA GITA - SENTITO IL GESTORE DEL RIFUGIO: NESSUNA TRACCIA DA VENERDÌ. “ESCLUSO UN GESTO DISPERATO” - IL RACCONTO DEL 48ENNE: “È STATO DA ME VENERDÌ POMERIGGIO, ABBIAMO BEVUTO QUALCOSA INSIEME. CIRCA UN’ORA DOPO SE NE È ANDATO E NON L’HO PIÙ VISTO”
Barbara Gerosa per il “Corriere della Sera”
Nella baita presa in affitto per la stagione, e ora posta sotto sequestro, i suoi vestiti accuratamente riposti nel cassetto. Il tempo di sistemare i bagagli e poi di nuovo fuori per pranzare in un locale della zona. «Ci vediamo questa sera», le sue parole. Ma non è più tornato.
Mattia Mingarelli è scomparso nel nulla venerdì scorso durante una breve vacanza nella piccola frazione di Barchi a Chiesa in Valmalenco, dove era solito trascorrere le ferie. Spesso insieme alla sorella e ai genitori, questa volta solo con il suo cane Dante.
Una manciata di case a 1.700 metri di quota, sulle vette della Valtellina, dove si conoscono tutti e dove Mattia, 30 anni, comasco di Albavilla, si rifugiava nel fine settimana salendo da Dubino, dove lavora come agente di commercio.
Dal 7 dicembre di lui si è persa ogni traccia e l' ipotesi di una tragedia in montagna sembra affievolirsi di ora in ora. Decine di uomini, Vigili del fuoco, soccorso alpino, Guardia di finanza, Protezione civile, con l' ausilio degli elicotteri, hanno battuto per giorni senza sosta i boschi che dalla località San Giuseppe salgono fino al lago Palù. In azione anche i cani molecolari del nucleo cinofili di Firenze. Parallelamente alle ricerche vanno avanti le indagini dei carabinieri di Sondrio e della Scientifica di Milano.
Perché, come confermano gli stessi inquirenti, nel giallo della scomparsa di Mattia ci sono ancora troppi punti oscuri. A partire dal suo cellulare ritrovato nella neve dall' ultima persona che lo ha incontrato, il titolare del rifugio «Ai Barchi», posto sotto sequestro come la casa e la vettura del trentenne.
«È stato da me venerdì pomeriggio - racconta Giorgio Del Zoppo, 48 anni, a lungo ascoltato dai militari -. È arrivato intorno alle 18: abbiamo bevuto qualcosa insieme.
Mi ha chiesto se avevo una camera per Capodanno. Circa un' ora dopo se ne è andato e non l' ho più visto. Avevo lasciato la porta aperta e nella notte mi sono accorto che il suo cane era entrato nel mio rifugio. Al mattino poi ho trovato il suo cellulare a pochi passi dalla porta: l' ho preso, aveva la sim bloccata, allora ho messo la mia e ho provato a chiamare per vedere se funzionava. Poco dopo mi è arrivato un messaggio del padre che cercava il figlio. Nel pomeriggio sono tornato alla baita, volevo restituire il telefonino, ma non c' era nessuno.
In quel momento è arrivato il proprietario di casa, aveva le chiavi, abbiamo aperto e messo il cellulare sul tavolo. Spero solo che Mattia stia bene e lo trovino presto».
Nel rifugio, nella baita e nell' auto del giovane è stato prelevato, anche con l' utilizzo del luminol (che consente di rilevare le tracce ematiche), materiale che potrebbe essere utile alle indagini, già inviato ai Ris di Parma. All' attenzione degli investigatori il traffico dati del telefonino, con l' ultima foto postata su Instagram alle 16 di venerdì pomeriggio: in mezzo alla neve il cane Dante, da cui il giovane non si separava mai, ritrovato in seguito vicino al ristoro «Ai Barchi».
«Riteniamo di escludere l' allontanamento volontario o il gesto disperato - spiega il procuratore capo di Sondrio Claudio Gittardi -. Restano le altre ipotesi, una scivolata, un malore nei boschi o un incidente di natura diversa, di cui però al momento non ci sono prove». «I parenti stanno partecipando alle ricerche.
Per loro sono ore delicate, di grande angoscia. Le domande sono tante, ma l' unica risposta che cerchiamo in questo momento vorremmo tanto ascoltarla dalla voce di Mattia», dice il legale della famiglia Stefania Amato.