moana pozzi rocco siffredi supersex

“MOANA? MI CONFESSÒ CHE NON LE PIACEVA IL SESSO” – METTETEVI COMODI: IL 6 MARZO ARRIVA SU NETFLIX “SUPERSEX”, LA SERIE ISPIRATA A ROCCO SIFFREDI, INTERPRETATO DA ALESSANDRO BORGHI – DALL’INFANZIA IN POVERTÀ, ALLA SCOPERTA DEL SESSO, ALL’AMORE PER IL FRATELLASTRO TOMMASO FINO AL PORNO E L’INCONTRO CON LA MOGLIE – SIFFREDI: “LA MIA EDUCAZIONE SESSUALE È AVVENUTA CON I FILM PORNOGRAFICI" – BORGHI: “NON C’È NIENTE DI PIÙ FATICOSO CHE FARE L’AMORE PER FINTA…” - VIDEO

 

1 - E MOANA CONFESSÒ A SIFFREDI «A ME NON PIACE IL SESSO»

Estratto dell’articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

 

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«A te il sesso non ti piace», dice lui. E lei: «Facciamo che rimanga il nostro segreto». Lui è Rocco Siffredi, interpretato da Alessandro Borghi. Lei è Moana Pozzi, col volto di Gaia Messerklinger.

Supersex , la serie di Netflix, dal 6 marzo in 7 puntate, presentata alla Berlinale, è ispirata a Rocco. Dalle origini, lui bambino, povero, cresciuto in Abruzzo a Ortona in mezzo agli zingari, alla scoperta del sesso, all’amore per il fratellastro Tommaso (Adriano Giannini), il suo mentore perso nella malavita parigina che lo ammoniva, «le cose che contano sono sesso e soldi». Rocco da bambino legge «Supersex», il fumetto pornografico che diventa la sua coperta di Linus.

 

rocco siffredi moana pozzi

Fino a quando negli anni ’90 incontra sua moglie, Rosa Caracciolo, ex Miss Ungheria, ex pornostar (ma ha fatto un solo film con lui). All’incontro Rocco, 60 anni a maggio, si commuove, piange a una domanda sul destino, su quanto l’essere stato un animale sessuale abbia condizionato la sua intera esistenza.

 

Si cerca di far coincidere il desiderio più violento e senza filtri col sentimento; si parla di un prodotto ambizioso e coraggioso. Borghi senz’altro lo è, nelle scene di nudo forti e crude, o quando dice che «la mia educazione sessuale è avvenuta con i film pornografici. Non ho mai avuto senso del pudore. Io sono cresciuto, ma da ragazzo parlavo di sesso in modo decisamente rozzo, tra maschi, nello spogliatoio di una palestra».

 

supersex 9

L’attore traccia una linea rossa «tra chi dice che bisogno c’era di fare questa serie e chi non vede l’ora di vederla. Uno dei motivi per cui sono nel film è di fare arrabbiare la gente. Non ho cercato di imitare Rocco (quando ride tirando su il naso è identico, ndr ) mi chiedevo, questa scena Rocco l’avrebbe girata così? Non c’è niente di più faticoso che fare l’amore per finta».

 

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Diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, la serie è stata creata e scritta da Francesca Manieri, femminista che si confronta. Ha conciliato vertigini lontane, carnalità e «filosofia»: «All’inizio non presi sul serio la proposta. Mi sembrava difficile, per una donna, raccontare la mascolinità, non avendola noi mai narrata per secoli, senza potere mai incidere sul cambiamento. Raccontiamo il potere della sessualità, di un uomo che mette al centro il sesso ma non riesce a dire ti amo.È un racconto emotivo, non concettuale».

[…]

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2 - BORGHI IN VIAGGIO NEL MONDO DI SIFFREDI “IL MIO RAPPORTO COL SESSO, COSÌ LIBERO E APERTO”

Estratto dell’articolo di Arianna Finos per “la Repubblica”

 

La cosa più interessante di Supersex, la serie alla Berlinale e poi su Netflix il 6 marzo, è l’incontro umano e artistico tra Rocco Siffredi, pornodivo la cui vita e carriera sono materiale dei sette episodi melò, carichi di riflessioni e scene di sesso, e il suo interprete, Alessandro Borghi, che ricordiamo scarnificato in Sulla mia pelle sul caso Cucchi, ma anche in Suburra, Non essere cattivo, Le otto montagne. L’attore romano ha vinto David e Nastri mentre Siffredi in trent’anni ha collezionato Avn Awards (Oscar del porno) e l’ingresso nella Hall of fame di chi ha contribuito all’intrattenimento per adulti.

rocco siffredi moana pozzi ecstasy

 

Seduti vicini all’hotel Adlon, un passo dalla porta di Brandeburgo, i due uomini, 59 e 37 anni, si raccontano con franchezza.

 

[…] «Questa serie mi rappresenta al cento per cento. Nel bene e nel male, nel dolore, in tutto quello che c’è» dice Siffredi, che piange più volte durante l’incontro. «Non riesco a distaccarmi dalla storia della mia famiglia, mi dispiace, ho pensato a mia madre, a mio fratello...

 

Per fortuna ho santa Rosa (la moglie Rosa Caracciolo ndr) ». Borghi: «Rocco mi è sempre stato vicino, mi ha aperto le porte della sua casa, mi ha sostenuto. Il rischio era di fare un’imitazione mentre io volevo catturare la verità. Questa è una serie nata per creare un contraddittorio, generare una discussione. Per alcuni Rocco è un mostro, per altri un eroe. Volevamo indagare quella complessità, a noi le cose facili non interessano».

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[…] Siffredi, per anni simbolo del sesso “rough”, duro, ha scoperto qualcosa di sé: «Leggendo la sceneggiatura di Francesca Manieri non credevo che certe situazioni potessero rappresentarmi, per il semplice motivo che non riuscivo a guardare dentro di me, come invece è riuscita lei».

 

Rivendica: «Sono stato orgogliosamente un uomo oggetto per la donna, lo dico a testa alta. Per avere tutto quel che ho avuto, qualcosa l’ho pagata». Sull’evoluzione del porno Siffredi ragiona: «Gli anni più belli sono stati per me gli Ottanta e Novanta, quelli di Moana e Cicciolina, di Schicchi e del Diva futura, un momento di gioia e libertà.

 

ROCCO SIFFREDI CON MOANA POZZI

Poi è arrivata l’industrializzazione, con internet: è finita la vocazione, lo si fa per soldi. Ho uno studio a Budapest, faccio le cose alla vecchia maniera. Per me il porno è sempre stato uno scambio umano, non una puntura e via, pronti con l’erezione come unica cosa che serve. Ai miei tempi ti chiedevano solo se l’avevi duro o no. Nel mio approccio al porno è l’ultima cosa che chiedo. […] ».

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