UNA STRAGE PREMEDITATA - MOHAMED LAHOUAILY BOUHLEL, L’ATTENTATORE DI NIZZA, AVEVA INVIATO 84MILA EURO IN CONTANTI ALLA FAMIGLIA D’ORIGINE IN TUNISIA. ARRESTATI DUE ALBANESI: GLI AVREBBERO VENDUTO LA PISTOLA
Andrea Scaglia per “Libero Quotidiano”
Questa storia del lupo solitario, del matto depresso e isolato che di punto in bianco sbrocca e decide di puntare il suo camion sulla folla e fare 84 morti, ecco, questa cosa regge sempre meno. Non che Mohamed Lahouaily Bouhlel non fosse un personaggio complicato, violento, diffidente. Il padre ricorda di quando, a 19 anni, l' aveva mandato dallo psicologo perché a scuola si accapigliava continuamente, «ma non ne usciva». E però non lo si descriva come uno sprovveduto. Aveva raccolto un sacco di soldi, Bouhlel.
LA RIVELAZIONE
La casa di Mohamed Lahouaiej Bouhlel
Lo rivela il fratello Jabeur, in un' intervista al MailOnLine poi ripresa dall' Independent - lui e gli altri familiari del terrorista vivono in Tunisia, in un quartiere povero di Msaken, 150 chilometri a sud di Tunisi. «Sì, in genere ci inviava delle piccole somme, lo fanno molti tunisini che lavorano all' estero. Ma poco tempo fa mi sono arrivati 240 mila dinari, come dire 84 mila euro. In contanti. Una fortuna! E l' ultima volta che l' ho visto è stato due anni fa».
Così vien fuori che Bouhlel, proprio nei giorni precedenti l' attentato, aveva venduto tutto il possibile, compreso il furgone con cui lavorava, chiudendo pure il conto in banca. Peraltro, al fratello ha fatto arrivare i soldi attraverso canali non legali, evitando controlli e dogane, segno che si sapeva muovere anche nel sottobosco criminale.
Certo non ha pensato di lasciare un po' di denaro ai tre figli, che il tribunale gli impediva di vedere dopo le sue violenze in famiglia e contro l' ex moglie Adjer Kalfalah. No, i soldi li ha inviati alla famiglia d' origine. Quasi a dimostrare ai «suoi» la sua realizzazione - come a dire: ecco, sono io, ce l' ho fatta. E però 84 mila euro sono tanti, Bouhlel lavorava poco e con guadagni scarsi.
Perdipiù fino a pochi mesi fa manteneva anche moglie e tre figli. Com' è possibile che abbia accumulato così tanti soldi? Oppure qualcuno glieli ha dati, magari proprio in vista di quel che avrebbe fatto? Un cambiamento repentino e radicale, il suo. Davvero veloce, tanto da far pensare che l' abbia invece covato a lungo, che sia rimasto «in sonno» per chissà quanto.
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Fino a non molto tempo fa si mostrava del tutto allergico ai rigidi dettami del Corano - alcol, droga, botte alla moglie, e nel telefonino sono state trovate le immagini di molte sue conquiste, soprattutto femminili ma pare anche maschili. Ma nelle ultime settimane era successo qualcosa.
IL CAMBIAMENTO
Aveva smesso di bere, esprimeva esplicitamente il suo orientamento religioso integralista. Aveva anche cominciato a farsi crescere la barba, e in aprile si era fatto vedere in moschea. Il suo comportamento non appariva più quello caratteristico di una persona solitaria, sociopatica, perennemente insoddisfatta.
Ancora il fratello racconta che proprio il pomeriggio del 14 luglio, poche ore prima della strage, Bouhlel gli aveva inviato via telefonino un selfie, una foto di lui felice e sorridente come raramente l' aveva visto, a Nizza, in mezzo alla folla, accompagnata da un messaggio in cui sostanzialmente gli diceva che «adesso vado a festeggiare la festa della Repubblica con i miei amici europei».
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Letta a posteriori, una tragica e cinica burla. La nuova dimensione di chi, finalmente, ha trovato una ragione di riscatto da un' esistenza fino ad allora percepita come triste e inutile. (E di selfie ne sono stati trovati a decine, nel suo telefonino, anche scattati sul tir che avrebbe poi utilizzato per la strage, segno di un carattere oltremodo egoriferito, se non megalomane).
E anche l' attentato: non un crudele ed estemporaneo colpo di testa. Bouhlel l' aveva progettato da tempo, il suo ultimo show crudele, che l' avrebbe finalmente consacrato fra i sedicenti martiri di Allah. Aveva prenotato il noleggio del tir frigorifero già il 4 luglio, dunque dieci giorni prima del massacro, per ritirarlo effettivamente l' 11. Il 12 e il 13, martedì e mercoledì scorsi, si era fatto dei giri a bordo del mezzo proprio in Promenade des Anglais, ci sono dei video delle telecamere di sorveglianza a dimostrarlo.
ARRESTI
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Ieri poi sono stati arrestati due albanesi, un uomo e una donna, accusati di avergli venduto la pistola che ha poi usato anche per sparare addosso ai poliziotti. E alle 22.27 del 14 luglio, soltanto 12 minuti prima di lanciarsi nell' assurda corsa a uccidere più innocenti possibile, invia un sms a un conoscente, «Porta più armi, porta 5 ac».
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Non si sa ancora che cosa intendesse, ma il destinatario è fra i sette fermati dalla polizia francese - il settimo giusto ieri, mentre l' ex moglie è stata rilasciata - di cui si stanno approfondendo i legami con il terrorista. Si era creato la sua rete d' appoggio, insomma. E gli inquirenti non se la sentono ancora di escludere che abbia avuto dei complici consapevoli di quel che stava per fare.